I presidenti dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedere l’istituzione di un fondo di 800 milioni di euro per sostenere il sistema fieristico nazionale quale piattaforma di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Il fondo andrebbe collocato presso il ministero dello Sviluppo economico. Stefano Bonaccini, Luca Zaia e Attilio Fontana spiegano che “salvare la filiera fieristica-congressuale significa mettere in sicurezza l’immagine e la leadership internazionale delle nostre realtà produttive sui mercati mondiali”.
La richiesta al governo prende le mosse dal perdurare della crisi sanitaria determinata dal Covid-19, che ha colpito soprattutto queste tre regioni, leader nel settore fieristico. Emilia Romagna, Veneto e Lombardia rappresentano da sole il 65% dell’attività fieristica in Italia e oltre il 75% delle manifestazioni internazionali e a partire dal febbraio scorso hanno visto la totale cancellazione degli eventi programmati nel 2020, con un danno stimato per queste tre realtà regionali di oltre 700 milioni di euro e di oltre un miliardo se si considera anche l’indotto.
“Il fondo, che per essere efficace dovrebbe avere una dotazione di almeno 800 milioni di euro – ha spiegato il presidente Bonaccini –, punta al salvataggio dell’intera filiera fieristica-congressuale nazionale, che ha fortissime implicazioni di immagine e di leadership internazionale per le nostre realtà produttive sui mercati mondiali. Le fiere, comparti con il più alto moltiplicatore d’indotto diretto e indiretto nell’economia, sono una vera e propria piattaforma di internazionalizzazione delle imprese, giocano un ruolo non sostituibile dalle tecnologie digitali. Ricordo che interventi analoghi a quelli che abbiamo avanzato al governo sono già stati assunti fin dalle prime fasi della crisi sanitaria in Danimarca, Francia e Germania”.
Nel mercato fieristico italiano l’Emilia Romagna si posiziona al secondo posto, preceduta dalla Lombardia: nelle due regioni si concentra il 60% delle manifestazioni internazionali (in Lombardia 35% e 25% in Emilia-Romagna). Nel 2018 l’attività fieristica emiliana ha raggiunto 1.222.630 mq di superficie espositiva affittata, distribuiti su 89 manifestazioni che hanno raccolto oltre 35mila espositori diretti e quasi 2,6 milioni di visitatori.
L’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha inviato la lettera anche ai sindaci di Bologna, Parma, Ferrara, Modena, Piacenza, Forlì, e Rimini, le città dove hanno sede gli expo emiliano romagnoli, oltre che ai presidenti delle Fiere stesse. “Le fiere sono un elemento cardine della filiera economica internazionale per lo sviluppo delle nostre imprese e dell’intero Paese – ha aggiunto l’assessore –. L’annullamento o lo spostamento al 2021 delle principali esposizioni è causa di gravi perdite non soltanto finanziarie, ma anche di immagine e di competitività del nostro territorio, con un forte rischio di impatto occupazionale. Anche la filiera delle relazioni internazionali, costruite negli anni, è un valore che non va dissipato e necessita di un impegno straordinario da parte di tutti per riattivare contatti e rapporti che andranno ricostruiti o rinsaldati una volta superata questa fase emergenziale”.
Il fondo chiesto dalle tre Regioni punta a sostenere tutta la filiera degli operatori del settore fieristico, dai soggetti organizzatori di eventi di carattere almeno nazionale presso quartieri fieristici di proprietà o di terzi ai soggetti aventi la proprietà e la gestione dei quartieri fieristici in cui si svolgono eventi di carattere almeno nazionale. L’aiuto, che dovrà essere notificato alla Commissione europea, va connesso alle perdite registrate e vincolato alla calendarizzazione degli eventi cancellati, anche eventualmente nel biennio 2021/2022.
Gli aiuti vanno subordinati anche all’impegno a realizzare tutti quegli investimenti sui quartieri necessari per garantire la sicurezza sanitaria degli eventi e la predisposizione di aree attrezzate da adibire ad eventuali situazioni di emergenza sanitaria.