Un ingresso più semplice nel mondo del lavoro dipende anche da una buona formazione, come è stato sottolineato da Assolavoro nel report di giugno. Come si pone Umana rispetto al tema?
In un contesto mutevole e in evoluzione, la formazione è il fattore chiave non solo per l’inserimento, ma anche per la permanenza nel mondo del lavoro. Purtuttavia costruire solide competenze tecniche può non essere sufficiente. Nell’Industria 4.0 le aziende chiedono di più: le cosiddette hard skill vanno innestate su una solida capacità di relazionarsi con gli altri, di lavorare in squadra, di comunicare. Servono le soft skill e chiunque si affacci al mondo del lavoro oggi deve saper parlare la lingua delle imprese. In Umana abbiamo creduto in questo paradigma e abbiamo investito molto sullo sviluppo di progetti di Alternanza scuola-lavoro e apprendistato in somministrazione, strumenti peraltro utilizzati da tempo ed efficacemente in altri paesi europei. Collaboriamo, inoltre, con 56 atenei in Italia e con oltre 700 tra Istituti superiori del secondo ciclo e Cfp. Per il secondo anno consecutivo l’Università di Padova ci ha premiato (ancora una volta unica agenzia per il lavoro fra le aziende premiate nel 2017) quale miglior “Recruiter on Campus” in ragione della particolare attività svolta per la promozione di azioni e strategie di inserimento lavorativo rivolte ai giovani, gli studenti e i neolaureati.
Proprio con il Piano Industria 4.0 le aziende manifatturiere sono state sollecitate a intraprendere un robusto percorso di innovazione. Come le avete supportate?
Ogni imprenditore sa che l’unico futuro possibile è quello che guarda all’innovazione, la tecnologia, la connessione dei dati e delle esperienze. Internet delle cose, cloud, Big data e cybersecurity sono parole entrate nell’uso comune. E in questo contesto le aziende ricercano in prevalenza giovani diplomati o laureati in area Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), dunque con un profilo tecnico, meccanico, informatico. Che difficilmente riescono a trovare. La nostra diffusione sul territorio ci con- sente di rispondere con efficacia alle loro esigenze. Ma il tema rimane quello di costruire per queste imprese dei percorsi che permettano loro di trovare figure profilate e subito operative. Ciò che registriamo da tempo, infatti, non è solo un mismatch fra domanda e offerta di figure professionali, ma anche tra formazione specifica e reali esigenze delle imprese. Ed ecco che, ancora una volta, la formazione gioca un ruolo fondamentale. A questo scopo Umana è attiva in collaborazione con moltissime aziende, specie dell’Ict, nella costruzione e conduzione di Academy, di percorsi formativi, spesso pre-assunzione, che introducono i giovani neodiplomati e neolaureati in azienda. Nel 2017 Umana ha avviato 44 Academy con aziende leader nel settore dell’Ict, coinvolgendo quasi 500 giovani diplomati o neolaureati con un placement del 100%.
Gli Istituti tecnici superiori sono una novità recente nel panorama della formazione post diploma del nostro Paese. Umana l’ha fin da subito abbracciata. Perché? E quali risultati avete raggiunto?
L’ultima indagine commissionata da Confindustria dice che nei prossimi cinque anni alle imprese mancheranno 280mila super tecnici. Eppure viviamo un paradosso: solo quattro studenti su cento scelgono le lauree che danno più lavoro, che in questo momento sono i percorsi Stem. La domanda di professioni legate alle tecnologie e alle scienze è in costante aumento e la richiesta di professioni Ict cresce in media del 26%, con picchi del 90% per i nuovi mestieri che afferiscono alla trasformazione digitale, come i Business analyst e gli specialisti dei Big data. È da queste cifre che dovremmo partire. Umana è impegnata nello sviluppo e la diffusione degli Istituti tecnici superiori a partire dalla loro nascita, nel 2011, e a oggi è socia/partner di 16 Its in sette diverse regioni, collaborando con cinque fondazioni Its in altre quattro. Siamo stati la prima agenzia per il lavoro in Italia a sottoscrivere con il Miur un Protocollo di intesa per “rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro”, ricevendo da Confindustria (unica fra le agenzie in Italia) il “Bollino Its Academy”, il riconoscimento a certificazione della particolare propensione nel campo delle risorse umane e del suo impegno al fianco delle Fondazioni Its italiane classificandoci fra le aziende più performanti e attente nel panorama italiano.
Cosa si potrebbe fare per rafforzare ancora di più il dialogo fra scuola e impresa?
È frase ricorrente quella che dice che gli studenti della prima elementare di oggi faranno un lavoro che probabilmente ancora non esiste. Aggiungerei che quegli stessi studenti vivranno, e lavoreranno, molto più a lungo di noi. Umana crede nell’Alternanza scuola-lavoro come strumento per far maturare nei ragazzi una prima conoscenza delle imprese. Insegna a costruire quelle soft skill che, come dicevo, oggi sono strumenti importanti al pari di una buona preparazione scolastica. Con il programma nazionale “A scuola di Lavoro” abbiamo realizzato un pacchetto di iniziative di orientamento che ha coinvolto l’anno scorso 500 istituti secondari in tutto il territorio e nel 2017 abbiamo dato impulso a oltre 600 eventi di orientamento, raggiungendo oltre 45mila studenti e raccogliendo oltre 21mila curricula, tutti inseriti nel nostro database nazionale.