Si è conclusa lo scorso 25 giugno, con la cerimonia che si è svolta a Roma presso il Museo dell’Ara Pacis, la settima edizione del MoneyGram Award, il premio dedicato all’eccellenza dell’imprenditoria immigrata in Italia, cui Piccola Industria collabora sin dalla prima edizione del 2009.
Quest’anno il vincitore assoluto è l’imprenditore di origine marocchina Abderrahim Naji, titolare della CS Stampi, azienda manifatturiera di Piazzola sul Brenta che si occupa dello stampaggio di materiale plastico e costruzione di stampi per l’industria automobilistica ed elettrodomestica.
Una storia originale la sua. Classe 1967, a 22 anni lascia il Marocco e la sua famiglia di origine. Si reca inizialmente in Francia, dove intraprende studi di fisica che è costretto a interrompere per questioni economiche, poi inizia una lunga serie di peregrinazioni che lo portano a svolgere i lavori più vari in diversi paesi europei. Nel 1989 raggiunge l’Italia e comincia a lavorare proprio per la CS Stampi, azienda che nel 1997 acquisterà dal proprietario italiano investendo la sua liquidazione, cui aggiungerà una serie di rate da pagare nel tempo.
La CS Stampi, azienda che al momento dell’acquisto fatturava 250 milioni di vecchie lire e impiegava 4 persone, oggi è cresciuta a livelli esponenziali, occupa 38 addetti, grazie anche a investimenti mirati per macchinari innovativi e tecnologicamente avanzati, e nel 2014 ha registrato un fatturato di 6,6 milioni di euro, con una crescita del 38% del volume di vendite rispetto all’anno precedente e con una previsione di un fatturato di 10 milioni di euro per l’anno in corso, puntando al mercato nazionale ed estero.
“Nonostante le difficoltà economiche che mi hanno spinto a lasciare il mio paese di origine, gli anni di grande sacrificio in fabbrica e un accesso al credito tutt’altro che agevole, in Italia ho trovato le condizioni per far nascere e prosperare la mia idea di impresa. Il MoneyGram Award, in quanto Premio all’Imprenditoria Immigrata in Italia, è testimonianza dell’apporto fornito dagli immigrati all’economia italiana, oltre che del fatto che fare impresa in questo paese è possibile, a dispetto della congiuntura economica sfavorevole” ha dichiarato Abderrahim Naji.
Di storie di rivincita e di ingegno, di orgoglio, di riconoscenza e amore per il nostro paese hanno parlato anche gli altri 14 finalisti del Premio, titolari di imprese, per lo più pmi, attive nell’ambito della manifattura, del commercio, della ristorazione, della consulenza, dei servizi e della comunicazione.
Fra queste ci sono anche quelle degli imprenditori cui sono stati assegnati i premi di categoria. A Damian Ranasinghe, imprenditore di origini cingalesi e fondatore della catena di ristoranti Soho Restaurant & Fish Work è stato attribuito il riconoscimento per la crescita dell’Occupazione; a Joanna Grunt, dalla Polonia, che insieme alla sua socia ha creato la boutique di bra fitting Pati Jò, è andato il premio per l’innovazione; ad Evelyne Sarah Afaawua, ventisettenne di origini ghanesi che è cresciuta nella provincia di Monza e Brianza, che nel 2014 ha creato Nappytalia, il primo portale in italiano sulla cura dei capelli Afro al naturale, il premio per l’imprenditoria giovanile; a Lenka Kosikova, giovane donna della repubblica ceca che vive in Italia da 20 anni, è andato il riconoscimento per la categoria crescita del profitto per il risultato raggiunto con la sua Kvetna 1794 che si occupa della produzione e della distribuzione di cristalleria di alta gamma anche per prestigiosi marchi italiani ed esteri; alla tunisina Sihem Zrelli il premio alla responsabilità sociale per la casa famiglia per anziani Villa Sihem che ha fondato nel 2013 ad Aprilia; Marco Wu, di origini cinesi e con accento romano, che dopo aver lavorato a lungo nell’attività di famiglia legata alla distribuzione di generi alimentari cinesi dal 2008 è titolare di una enoteca che esporta vini italiani, ha ricevuto il premio speciale per gli imprenditori immigrati di seconda generazione.
Stefano Zapponini, che ha partecipato alla premiazione in rappresentanza di Piccola Industria, oltre a ribadire l’importanza e il valore che l’imprenditoria immigrata riveste per l’Italia sia in termini sociali che economici – con oltre 600 mila imprese operanti nel nostro paese, con un peso dell’8,3% sul totale delle imprese esistenti in Italia – ha sottolineato come in una logica di rappresentanza sia importante creare sempre maggiori sinergie e aperture, favorendo una interazione sempre più efficace.
L’appuntamento è ora all’ottava edizione, per scoprire nuove storie di talenti, coraggio e ambizione, di imprenditori che vogliono essere protagonisti del Made in Italy e che rappresentano un ponte tra culture.
Storie coraggiose di uomini e donne venuti da paesi lontani che hanno realizzato il loro sogno imprenditoriale nel nostro paese