Ovunque nel mondo c’è gente che sogna di trascorrere una vacanza in Italia o di tornarci ancora. Il nostro straordinario e variegato patrimonio culturale diffuso sull’intero territorio nazionale, fatto di storia e tradizioni, monumenti, musei, teatri, siti archeologici, palazzi, paesaggi, eventi, itinerari religiosi, rappresenta un elemento identitario forte e altamente distintivo e ci rende un paese interessante per persone anceh molto diverse tra loro. Tale diversità alimenta anche un interesse fra turisti italiani che, viaggiando fra le città e le regioni, possono scoprire ogni volta un paese diverso. Ma sfruttiamo a pieno questa opportunità? La domanda è retorica e alimenta numerosi dibattiti, ma si tratta di una questione che come sistema paese dobbiamo continuare a porci e alla quale dobbiamo sforzarci di trovare sempre nuove risposte. L’obiettivo è fare in modo che attorno all’esperienza di chi soggiorna in Italia, per turismo o per lavoro, si sviluppi la capacità di creare filiere e contesti ampi, facendogli vivere un’esperienza a 360 gradi. In questo percorso rientrano tutti i settori del nostro made in Italy, anche quelli apparentemente più lontani dal segmento turistico. Le nostre imprese sono testimonial eccellenti della cultura italiana, di cui sono al tempo stesso anche protagoniste e promotrici. Si tratta di un rapporto bi-direzionale, un dare-avere che merita visibilità e che va sostenuto. Secondo l’ultimo rapporto Symbola, nel biennio 2012-2014 le imprese che hanno investito in creatività, e dunque in cultura, hanno visto crescere il proprio fatturato del 3,2% e hanno registrato un incremento dell’export del 4,3%. Questo dato ci conferma che anche attraverso la cultura passano le logiche della crescita e dell’internazionalizzazione delle nostre aziende. Va dunque rafforzato il binomio turismo-cultura, facendo rientrare in esso non soltanto ciò che appartiene per definizione a questi due ambiti della nostra economia, ma utilizzandolo piuttosto come volano di sviluppo anche di altri settori. Si tratta di costruire circuiti virtuosi su cui distribuire quell’effetto moltiplicatore che può derivare dalla specificità di un evento o di un luogo. Sempre lo stesso rapporto Symbola ha stimato che per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,7 in altri settori. Un effetto moltiplicatore che non possiamo sottovalutare. Molti sono gli ambiti su cui possiamo e dobbiamo lavorare e in cui le nostre pmi possono giocare un ruolo importante: una gestione efficiente di tutti gli elementi di cui si compone il nostro patrimonio, anche attraverso forme innovative di partenariato pubblico-privato.
Un rafforzamento della rete dei servizi turistici per una facile fruizione dei vari siti e una interconnessione fra diverse realtà territoriali secondo logiche di integrazione sistemica (reti, percorsi, itinerari, temi), una formazione tecnica e manageriale con focus specifico alla promozione di sistemi integrati e alternativi che consentano di pensare ad un’offerta quanto più esaustiva, il coinvolgimento e l’emersione di imprese che sappiano liberare le energie e l’entusiasmo di nuove generazioni di imprenditori, il rafforzamento della capacità del patrimonio culturale italiano di essere promosso sui circuiti e i mercati internazionali non soltanto per il tramite dei grandi attrattori culturali ma anche attraverso la messa in rete e l’adeguata promozione dell’immenso e diffuso patrimonio “nascosto” che caratterizza l’Italia. E forse questo lavoro sinergico e condiviso di riscoperta e valorizzazione della nostra cultura, delle nostre bellezze, delle nostre tradizioni, del nostro saper fare ci aiuterebbe ad accrescere il nostro orgoglio di mostrare al mondo la voglia di Italia. Con questa convinzione Piccola Industria Confindustria intende riunire un gruppo di imprenditori ed esperti per promuovere un progetto pilota su specifiche aree del nostro paese che possa sperimentare come un bene del nostro patrimonio possa diventare un volano attorno al quale sviluppare iniziative di promozione e di rilancio di un territorio. Desidero ringraziare intanto, oltre alla struttura di Piccola Industria, l’interesse costruttivo della presidente della Piccola Industria di Latina Angela Visca che da subito mi ha affiancato in questo progetto e il professor Pierfelice Rosato dell’Università del Salento che si è messo a disposizione per supportarci, oltre ad alcuni rappresentanti del Fai – Fondo Ambiente Italiano con il quale abbiamo avuto primi contatti e ci siamo confrontati su alcune idee da sviluppare.