FONDAZIONE GIUSEPPINA MAI
La ricerca e l’innovazione scendono in campo su uno dei temi più all’avanguardia nell’ambito della disabilità: quello delle protesi sportive. Con questo accordo si mira a far incontrare domanda e offerta per la messa a punto di dispositivi migliori e sempre più tecnologici. Le associazioni dialogheranno per comprendere ancora più a fondo i bisogni concreti e le esigenze uniche dei disabili sportivi.
Le firmatarie sono assolute protagoniste di questo settore: Fondazione Giuseppina Mai di Confindustria, da sempre dedita a promuovere la ricerca scientifica nel campo medico, della salute e della qualità della vita; Assortopedia, l’associazione delle aziende di protesi e ortesi; e art4sport Onlus, l’associazione ispirata dalla storia della straordinaria schermitrice Bebe Vio che punta sullo sport come terapia di crescita, fisica e psicologica, e di inserimento sociale per i ragazzi amputati, oltre che come trampolino per una possibile esperienza paralimpica.
Obiettivo di tutti è superare i limiti. “Il mondo paralimpico è rappresentato da storie davvero profonde, tutte diverse le une dalle altre. In art4sport accogliamo i ragazzi con amputazioni d’arto, ci innamoriamo delle loro storie e li aiutiamo a disegnare il loro futuro, attraverso un sogno sportivo – commenta Teresa Grandis, presidente dell’associazione e mamma di Bebe Vio –. Lo sport per i paralimpici ha un significato ancora più importante. Attraverso di esso, gli atleti dimenticano la loro disabilità e riescono così a superare certi limiti”.
Attraverso l’accordo si punta a lavorare su due fronti principali. Il primo è il miglioramento delle tecnologie e degli ausili esistenti in ambito sportivo per realizzare protesi sempre più performanti attraverso il coinvolgimento di aziende specializzate del settore, portando avanti collaborazioni già esistenti o dando vita a nuovi rapporti.
Il secondo punto su cui si vuole lavorare è l’ideazione, la progettazione e la realizzazione di nuove protesi sportive per allargare il raggio di sport praticabili da persone
con amputazioni, come la danza, la ginnastica ritmica, l’equitazione e tanti altri. “In questo modo si darebbe la possibilità di far praticare sport a molte più persone,
favorendo benessere fisico, psicologico e integrazione sociale”, conclude Grandis.
Le aziende di Assortopedia – attraverso le parole del loro presidente Alessandro Maggi – “sono pronte a rispondere alle sollecitazioni per progettare e realizzare protesi che
rispondano a esigenze uniche e personali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Diana Bracco, presidente della Fondazione Mai e grande imprenditrice del settore: “La ricerca e l’attività sportiva hanno in comune
qualcosa di profondo: una tensione in avanti, uno slancio a superare limiti e barriere, che nel caso dei disabili ha un valore ancora più forte”.
Come ha affermato di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando al Quirinale alcuni atleti italiani svantaggiati, grazie allo sport, la disabilità in Italia è vista finalmente con occhi diversi. “Quando si abbatte una barriera – conclude Bracco – è un successo per tutta la comunità nazionale”.
Nasce nel 2004 grazie alla generosità di Giuseppina Mai, un’infermiera di Brunico che ha creduto profondamente nell’importanza della ricerca per il futuro dell’Italia e che nel suo testamento fece una donazione a Diana Bracco, a quel tempo vicepresidente di Confindustria per la ricerca e innovazione.
Da allora la Fondazione Mai svolge un importante ruolo nel sensibilizzare le associazioni e le imprese sulla necessità di promuovere la ricerca pubblica e privata, diffondere la cultura d’impresa per una società inclusiva, favorire il dialogo tra industria, mondo della ricerca scientifica e istituzioni, sensibilizzando i giovani su questi temi.