Intervista a Luca Peyrano, Amministratore delegato ELITE
Il programma Elite è nato per avvicinare le piccole e medie imprese all’apertura del capitale. Rispetto all’inizio, è cambiato qualcosa in termini di obiettivi e di strumenti messi a disposizione delle imprese?
Il successo di Elite nel nostro Paese ci rende particolarmente orgogliosi. Elite nasce nel 2012 come programma a supporto delle migliori imprese italiane con l’obiettivo di stimolare i cambiamenti culturali, organizzativi e manageriali necessari per crescere nel medio periodo, offrendo visibilità nei confronti della comunità imprenditoriale e finanziaria e avvicinando gradualmente chi fa impresa alla finanza. Finanza a supporto della crescita, dunque. Finanza come mezzo e non come fine.
Oggi, dopo cinque anni, Elite è una realtà internazionale che conta oltre 500 imprese da 26 paesi diversi, 150 partner, oltre cento investitori e sette tra le migliori business school internazionali.
Con la creazione di Elite come società lo scorso luglio si è poi completato il disegno strategico. La struttura societaria della nuova Elite comprende un’offerta completa, che vede tre servizi Elite Growth, Elite Club Deal ed Elite Connect. Un’azienda ad alto potenziale potrebbe quindi partecipare al nostro programma di formazione, aprire il capitale in maniera private attraverso Elite Club Deal e, se poi volesse arrivare alla quotazione, potrebbe utilizzare i servizi di Elite Connect per gestire, dopo essersi quotata, le relazioni con gli investitori internazionali.
In anni più recenti il programma ha assunto una dimensione internazionale. Quali sono stati i vantaggi per le imprese italiane?
Nel 2014 Elite è stato esportato nel Regno Unito per poi essere internazionalizzato a livello di Europa continentale nel 2015 e fuori dall’Europa con il primo modello in licensing nel 2016, in Marocco, grazie alla partnership con il Casablanca Stock Exchange.
I vantaggi per le aziende sono evidenti: appartenere a un network internazionale significa cogliere più opportunità, confrontarsi con imprenditori che operano in numerose altre aree geografie ma che al tempo stesso condividono le stesse sfide e gli stessi obiettivi, ovvero crescere e competere a livello internazionale. Gli imprenditori infatti, a tutte le latitudini, sono il motore della crescita e del benessere del sistema. Creano valore attraverso
innovazione e visione, e questo è un ruolo chiave nell’economia reale per creare nuovi posti di lavoro, generare benessere e raggiungere nuovi ambiziosi traguardi.
In Italia è stato fondamentale l’appoggio del Presidente Vincenzo Boccia che da subito ha creduto in questa iniziativa e a tutta Confindustria che con iniziative mirate sul territorio sta contribuendo in modo determinante alla diffusione e al successo di Elite. Ed è proprio grazie a Confindustria che oggi possiamo dire che si tratta di un’iniziativa strategica per il Paese, che ci pone all’avanguardia in Europa.
Quali caratteristiche hanno gli investitori del programma Elite e quali le aziende parte di Elite?
Le imprese che partecipano a Elite sono aziende dinamiche, ambiziose e in crescita. Nel selezionare le aziende guardiamo in primis ai requisiti economico-finanziari (ad esempio avere l’ultimo bilancio in utile), ma la cosa più importante – e che quindi guardiamo con molta attenzione – è che abbiano un progetto di crescita credibile e ambizioso e quindi la forte volontà di mettersi in gioco.
Le Elite sono aziende virtuose e desiderose di crescere, imprese che puntano all’estero e all’apertura del capitale. A parte questi elementi comuni, le aziende Elite hanno caratteristiche molto eterogenee, soprattutto se andiamo ad analizzare la dimensione, il settore di attività e l’area geografica di provenienza. Ambizione comune, ma al tempo stesso caratteristiche molto diverse e quindi complementari: questo è un punto di forza della community.
Gli investitori che invece sono coinvolti nel programma sono diversi: da investitori di debito a investitori di equity, da investitori istituzionali a soggetti professionali, senza dimenticare tutti i soggetti che stanno supportando il programma nell’obiettivo di rendere queste aziende ancora più innovative e internazionali.
Nel caso di una media impresa, a suo avviso, i fondi di private equity possono sostituire a tutti gli effetti il canale bancario? Ed è auspicabile che accada?
Le diverse forme di finanziamento non devono essere viste come in concorrenza o in sostituzione le une delle altre. L’obiettivo di Elite è quello di presentare le diverse forme di funding in modo che l’impresa valuti la modalità più adatta rispetto al ciclo di vita dell’azienda. In un continuum tra debito ed equity è la finanza che deve essere al servizio della crescita del nostro sistema industriale, non il contrario.
Nel loro insieme le aziende Elite hanno raccolto oltre due miliardi di euro dal 2012 a oggi attraverso una molteplicità di strumenti e in alcuni casi utilizzando due o più strumenti a seconda del ciclo di vita dell’azienda: 120 operazioni di merger & acquisition e joint venture, 41 operazioni di private equity, 29 emissioni obbligazionarie e sette operazioni di quotazione.
Il canale bancario in tutto questo contesto resta assolutamente una forma di finanziamento necessario e utile per operazioni di breve e medio termine. Ma quando l’impresa si pone di fronte a obiettivi sfidanti e numericamente importanti serve rivolgersi a forme di finanziamento alternative e complementari.
Quali soluzioni sono state adottate per rendere la quotazione più conveniente?
Preparazione e capacità di prendere decisioni informate, questa è la grande novità di Elite. Il nostro obiettivo con Elite è quello di incoraggiare un atteggiamento nuovo e più aperto da parte del sistema imprenditoriale per forme di finanziamento della crescita alternative. Del resto le forme di finanziamento tradizionali non sono più adatte ad affrontare i nuovi scenari globali.
Con Elite abbiamo cambiato il nostro tradizionale paradigma e il modo di presentare le opportunità di finanziamento alle aziende. Il nostro sistema produttivo deve imboccare strutturalmente la strada della crescita e da qui è partita la nostra riflessione. Per crescere e competere a livello internazionale la struttura delle imprese italiane deve essere differente, serve maggior consapevolezza degli obiettivi, maggior trasparenza e la capacità di pianificare per tempo i progetti di crescita. Queste prime riflessioni portano con sé ulteriori sfide come il consolidamento della struttura finanziaria, il rafforzamento patrimoniale, l’apertura del capitale, la modernizzazione della governance, l’innovazione e la ricerca di nuovi mercati.
In questo scenario il programma Elite è strategico poiché guida le imprese che hanno potenzialità di crescita verso quel salto di qualità e sofisticazione che la complessità dei mercati globali ci impone. La quotazione è solo una delle opzioni a disposizione di chi fa impresa. Riducendo la distanza tra aziende private, come le Elite, e le aziende quotate in termini di struttura e sofisticazione, la possibilità di utilizzare il mezzo dell’apertura del capitale attraverso il mercato è più vicina e raggiungibile.