Come è nata PNICube e con quali obiettivi?
L’associazione è nata più di dieci anni fa, a Torino, quando le persone che si occupavano di startup nelle università hanno capito l’importanza di associarsi e di mettere a fattor comune le reciproche esperienze, con l’obiettivo di stimolare la nascita e accompagnare al mercato nuove imprese di provenienza universitaria ad alto contenuto di conoscenza. Siamo nati come un circuito di business plan competition a livello regionale e poi, negli anni, siamo diventati un punto di riferimento nazionale per gli incubatori universitari. Oggi l’associazione conta 38 associati tra università e incubatori accademici. Inoltre, abbiamo partnership con banche, gruppi di business angel, società di venture capital, imprese, e ambasciate straniere in Italia, consapevoli che è illusorio pensare di poter far crescere un progetto imprenditoriale senza portare risorse complementari.
I nostri obiettivi sono sensibilizzare e promuovere l’incubazione d’impresa e favorire la creazione di startup innovative a partire dalla ricerca. Inoltre, promuoviamo due importanti iniziative: il Premio Nazionale per l’Innovazione, che seleziona le migliori idee d’impresa innovative, e l’evento Italian Master Startup Award.
Uno di questi premi è stato assegnato da poco, chi ha vinto?
A giugno si è tenuta a Milano la IX edizione dell’Italian Master Startup Award (ex Start Up dell’Anno), un riconoscimento, unico in Italia, che premia i risultati conseguiti sul mercato da parte di giovani imprese hi-tech nei primi anni dalla costituzione. Vince questo premio la giovane impresa hi-tech che ha avuto concretamente maggior successo. Per assegnare il riconoscimento non ci basiamo infatti su un business plan, ma sugli effettivi risultati. Quest’anno, questo successo è stato riconosciuto a Jusp, un’azienda che si occupa di mobile payment, nata nel 2013 all’interno di Polihub del Politecnico di Milano. Jusp ha ideato un mobile pos per ricevere pagamenti in mobilità attraverso un dispositivo e una applicazione ad esso correlata.
Con l’Italian Maser Startup Award andiamo quindi a premiare la concretezza industriale. Ad esempio, nell’edizione dello scorso anno, il premio è stato assegnato a Ennova, una startup del Politecnico di Torino, che ha realizzato un innovativo modello di assistenza remota per device mobili, e che in pochi anni ha raggiunto più di 400 dipendenti.
A dicembre invece, a Cosenza, verrà assegnato il Premio Nazionale per l’Innovazione. Anche questa è una manifestazione a cui teniamo molto, in quanto si tratta della business plan competition italiana con maggiore partecipazione. Lo scorso anno hanno partecipato più di 3.000 aspiranti imprenditori, con più 1.219 idee di impresa e 503 business plan.
Quale rapporto c’è oggi tra startup e università?
Stimiamo che un quarto delle startup innovative iscritte alle Camere di Commercio nascano dentro le università come spinoff della ricerca, o accompagnate da incubatori associati a PNICube. È evidente quindi l’apporto che il mondo accademico fornisce allo sviluppo di soggetti economici innovativi nel nostro paese. Il numero è importante, e sono realtà che tendono ad avere un profilo tecnico elevato e, quindi, un maggiore potenziale di sviluppo. Gli atenei e gli incubatori al loro interno cercano di acquisire risorse e di indirizzarle alle attività di creazione di imprese anche e soprattutto attraverso i soci e i partner che li aiutano nelle collaborazioni nazionali e internazionali.
Cosa offre PNICube alle startup e quali sono gli obiettivi per il futuro?
I bisogni delle startup cambiano nel tempo e, più si va avanti, più hanno bisogno di servizi a valore aggiunto sofisticati. Il nostro obiettivo è quello di far crescere i nostri partner per innalzare il livello dei servizi che i nostri soci possono offrire alle startup che nascono in ambito universitario.
In Italia il vincolo maggiore alla crescita delle startup è, a mio parere, la debolezza della domanda per beni e servizi innovativi. Per questo motivo, uno dei principali obiettivi per il futuro consiste nell’intensificare i legami con le imprese di grandi e medie dimensioni, che hanno respiro innovativo più ampio e vedere queste imprese, che hanno le spalle più robuste, come clienti o come acquisitrici delle startup. Anche le imprese più piccole possono essere un interessante interlocutore per le startup perché, se è vero che hanno minore disponibilità di capitali, è più facile riuscire ad arrivare a istituire un dialogo con il vertice aziendale. Per questo vediamo con grande favore le iniziative dei Giovani Imprenditori e della Piccola Industria di Confindustria a favore delle startup, perché ci consentono di ampliare il panorama delle partnership e ci permettono di affiancare e supportare le idee d’impresa che nascono a livello accademico.