Piccola Industria Confindustria e Intesa Sanpaolo sono fianco a fianco per aiutare le pmi italiane a superare la crisi e renderle più competitive. A che punto siamo oggi?
La collaborazione con Confindustria è per noi preziosa per interpretare al meglio le esigenze delle imprese e individuare gli strumenti più adeguati per supportarle. Questa collaborazione si è intensificata nel tempo e ha prodotto risultati concreti come, tra i tanti, l’introduzione della valutazione del rating anche in base a fattori qualitativi (brevetti, internazionalizzazione, innovazione), nonché le filiere e ora gli interventi su Industria 4.0.
In questi anni si è molto insistito sulla valorizzazione degli elementi intangibili ai fini del merito di credito. Quali gli strumenti messi a punto dal Gruppo Intesa Sanpaolo?
Il bilancio non è pienamente rappresentativo dell’andamento dell’azienda perché valuta solo il passato e non è in grado di cogliere le prospettive di sviluppo. In un momento di trasformazione così rapida e permanente si rischia di non valorizzare le tante potenzialità offerte dall’innovazione e di non far emergere quell’energia che fa della discontinuità il suo elemento di forza.
Come detto, questo argomento è stato oggetto di un lungo lavoro di collaborazione con Confindustria, che ha consentito di individuare una serie di fattori qualitativi: dall’appartenenza a una delle 360 filiere da noi attualmente censite alla presenza di innovazione, marchi e brevetti; dalla quota di export alla formazione e la qualità del management; dal settore al posizionamento competitivo.
Questi elementi sono stati valorizzati nel nuovo nostro sistema interno di rating, già operativo, il che porta a migliorare di diversi “notch” la valutazione effettuata su sole basi contabili.
È partito il Roadshow relativo all’ultimo accordo, che per questa edizione viene ospitato presso aziende “4.0”. Per un imprenditore qual è il valore aggiunto di cui beneficia partecipando a questi incontri?
Stiamo vivendo un momento unico: bassi tassi di interesse, rilevanti agevolazioni pubbliche, solidità della tecnologia che permette nuovi modi di produrre e di vendere. Il piano nazionaleIndustria 4.0 rappresenta un’opportunità che da tempo non si presentava e che difficilmente si potrà ripetere a lungo.
Le aziende italiane sono quelle che possono trarne i maggiori benefici perché possono superare i limiti dimensionali che le caratterizzano, arrivando ai mercati di sbocco con soluzioni di eccellenza per qualità e stile di lavoro. Tutte le aziende, anche quelle già strutturate, possono imprimere un profondo cambiamento del modo di fare impresa, per competere a livello internazionale facendo crescere così il loro valore. Siamo convinti che tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle nostre imprese debbano intervenire a questa “chiamata alle armi”, che vede Confindustria ed Intesa Sanpaolo operare insieme, in prima linea. Ma l’efficacia di questa azione è massima se sono gli stessi imprenditori a esserne insieme protagonisti e testimonial. Uno dei cardini dell’intervento di insediamento del presidente Boccia è stato l’invito alle banche di andare nelle aziende, di respirarne l’aria, di viverne in diretta le criticità, ma anche le opportunità.
È questo un comportamento che ci caratterizza da tempo e abbiamo quindi colto questo invito anche per promuovere, proprio nelle aziende, lo stesso roadshow di presentazione dell’accordo triennale.
Insieme a Piccola Industria e alle associazioni territoriali abbiamo individuato quelle imprese nelle quali Industria 4.0 non è solo un progetto, ma è già realtà, con la consapevolezza che è molto più agevole fare sì che sia un imprenditore a sensibilizzare e persuadere un altro imprenditore. Il valore aggiunto è altissimo perché da questi incontri emerge il massimo di concretezza ed è evitata ogni forma di autoreferenzialità: nei giorni immediatamente successivi vengono organizzati incontri “one to one” per entrare nel vivo dei progetti e supportare a 360° le aziende nel loro processo di crescita.
Rispetto a Industria 4.0 e agli sviluppi del “digitale”, ovvero i temi al centro dell’intesa, quali sono gli strumenti a disposizione? E quanto sono sensibili gli imprenditori?
Il piano nazionale 4.0 non è solamente una buona occasione per beneficiare di importanti vantaggi fiscali per la sostituzione di macchinari obsoleti. È invece un’opportunità per rivedere i processi aziendali e i mercati da servire.
Il nostro compito, congiuntamente con le strutture di Piccola Industria, è quello di diffondere l’urgenza di questo cambiamento. Da parte nostra ci siamo attrezzati su due fronti: uno di accompagnamento delle imprese in ottica consulenziale nell’azione di scouting, di advisory e nella facilitazione del matching di soluzioni tecnologiche, brevetti e così via; l’altro di messa a disposizione di nuove soluzioni finanziarie dedicate con la possibilità di finanziare il 100% dell’investimento unitamente alla messa a disposizione di ulteriori linee di credito per smobilizzo commerciale.
Alle imprese offriamo strumenti finanziari inediti di accompagnamento dei super e degli iperammortamenti, della legge Sabatini, etc, i quali ne esaltano il valore in termini di efficacia e di tempismo. Abbiamo in corso un’azione capillare con oltre 26mila imprese da noi contattate una per una, in quanto le riteniamo già oggi pronte per presentare programmi 4.0; abbiamo loro assicurato tempi e modalità di concessione del credito estremamente rapide per consentire di trarre il massimo di efficacia da questi investimenti.
Quali risultati sta dando il Progetto Filiere?
Sta riscuotendo un grande successo sul mercato: a oggi abbiamo sottoscritto contratti con 360 capofiliera che presentano un fatturato di 34 miliardi e occupano 80mila dipendenti. A loro volta questi capofiliera operano con 15mila fornitori con un fatturato di 30 miliardi di euro. Il modello di servizio che abbiamo realizzato consente di facilitare l’accesso al credito delle pmi e di dare concretezza alla valorizzazione degli “intangibile” connessi all’appartenenza alla filiera.