Il turismo e la cultura sono i due ingredienti principali del nuovo piano che sosterrà la strategia di governo per il rilancio del turismo italiano nei prossimi sei anni. Giunto dopo una lunga attesa, il Piano strategico per il Turismo 2017-2022 si caratterizza per un approccio innovativo: per la prima volta in Italia, la strategia di governo è stata delineata assicurando una vasta collaborazione da parte di tutti gli attori che concorrono alla competitività del Paese.
Un patrimonio di idee e riflessioni che è stato raccolto attraverso tavoli di concertazione, che il governo ha deciso di rendere permanenti anche nella fase di attuazione. E una visione costruita su quattro direttrici: territorio e patrimonio; turista al centro; competitività e lavoro; integrazione e interoperabilità.
Per dare forma e concretezza a questa visione, si aggiungono tre principi trasversali (sostenibilità, innovazione, accessibilità), quattro grandi obiettivi (diversificazione dell’offerta nazionale; competitività del sistema turistico; marketing efficace e innovativo; governance efficiente), declinati in 52 linee di intervento. Attraverso questi numeri, il governo punta ad accrescere il contributo del turismo al benessere economico, sociale e sostenibile dei territori. “Il piano – spiega Francesco Palumbo, Direttore generale Turismo presso il Mibact – è la risposta alla volontà di riaffermare la leadership italiana nel settore turistico, puntando sull’eccellenza della nostra accoglienza e sull’apprezzamento dei nostri paesaggi, quali elementi di patrimonio culturale e ambientale in stretta relazione fra loro. Il nostro paese, infatti, è riconosciuto a livello internazionale come luogo di produzione di cultura e di manufatti di qualità, che rispecchiano profondamente la nostra storia e la nostra contemporaneità”.
Cultura, territorio e impresa costituiscono, dunque, i tre assi portanti su cui il governo ha voluto costruire il piano, basato su una visione di filiera integrata. “Le imprese – aggiunge Palumbo – avranno un ruolo fondamentale sia nel creare le condizioni necessarie al raggiungimento dei risultati, che come rappresentanti di un sistema valoriale e culturale che contraddistingue la nostra produzione e fa del ‘vivere all’italiana’ un fattore fortemente distintivo nel mondo”.
Tra le quattro direttrici di azione, il nesso tra cultura e turismo viene espresso in particolare da “territorio e patrimonio”, che valorizza la capacità della cultura quale leva economica per il richiamo esercitato sui flussi turistici. Si punta sui grandi attrattori nazionali ma, nell’ottica di arricchire e diversificare l’offerta turistica, sono previsti interventi finalizzati a riorientare i flussi verso i siti meno noti o i percorsi alternativi. Le proposte di azione risultano così diversificate: rispetto ai siti maturi, ad esempio, il piano interviene per la riqualificazione delle aree soggette a eccessiva fruizione; rispetto ai siti emergenti, invece, amplia l’offerta e la possibilità di realizzare esperienze turistiche nuove. “Oltre il valore culturale – spiega Renzo Iorio, presidente del Gruppo tecnico Cultura e Sviluppo – i grandi attrattori sono essi stessi motore di impresa nel creare nuovi posti di lavoro e prospettive nei territori. Occorre fare in modo che sempre più assolvano a questa funzione”.
Una particolare attenzione è, inoltre, riservata alle città “Capitali della Cultura” (sia europee che italiane), le quali offrono l’occasione per la promozione dei territori, delle loro attrazioni culturali e paesaggistiche e delle loro produzioni.
L’orientamento ai risultati, la definizione delle priorità e il monitoraggio degli obiettivi rendono il piano uno strumento di governo efficace per la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale del Paese. Ed è proprio questo patrimonio, che continua a esercitare una forte leva di attrazione per i turisti di tutto il mondo, a far guadagnare all’Italia, nella voce “esperienza culturale e turistica”, la prima posizione nel Country Brand Index (2014-2015).
Gli ultimi dati presentanti dal Mibact, che registrano un record di ingressi e incassi per i luoghi della cultura statali nel 2016, dimostrano quanto l’arte e la cultura siano punti di forza di un sistema in grado di competere a livello internazionale puntando su questi elementi.
Partendo da questa consapevolezza, il piano segna un nuovo orizzonte delle policy del governo spingendosi oltre la mera promozione del patrimonio artistico-culturale. I siti archeologici, le città d’arte, i borghi storici e tutte le bellezze disseminate nel nostro Paese, sono elementi di forza economica e di competitività.
Come tali entrano a far parte della strategia di sviluppo del governo in una visione di industria larga, in cui gli operatori del turismo e della cultura lavorano insieme per un fine condiviso. Non solo l’industria creativa e culturale, ma l’intero settore manifatturiero è chiamato a fare la sua parte, esprimendo pienamente il valore culturale delle produzioni italiane. “Sta a noi, come sistema di rappresentanza delle imprese – conclude Iorio – raccogliere questo appello per contribuire alla competitività del Paese, in un’ottica che favorisce la crescita e lo sviluppo, attraverso la valorizzazione della bellezza artistica-culturale e delle eccellenze imprenditoriali”.
Il turismo e la cultura sono i due ingredienti principali del nuovo piano che sosterrà la strategia di governo per il rilancio del turismo italiano nei prossimi sei anni. Giunto dopo una lunga attesa, il Piano strategico per il Turismo 2017-2022 si caratterizza per un approccio innovativo: per la prima volta in Italia, la strategia…