
Presidente De Furia, fra qualche settimana si terrà a Miami la Think Tech Italia Made in Italy Innovations Showcase. Che cosa rappresenta per i nostri imprenditori?
Think Tech Italia è l’iniziativa a supporto dell’ecosistema italiano dell’innovazione, dedicata all’internazionalizzazione delle eccellenze che operano nel settore della ricerca e del trasferimento tecnologico. L’evento – nato nel 2015 – prevede il coinvolgimento delle piccole e medie imprese e startup ad alto contenuto tecnologico, enti di ricerca e università, in particolare nei settori dell’healthtech, dell’aerospazio, della finanza, dell’education e delle città del futuro. L’iniziativa rientra tra quelle selezionate nei “Bandi per favorire i percorsi d’internazionalizzazione dell’ecosistema italiano dell’innovazione/Partecipazioni a fiere”.
Come si svolge la manifestazione?
Agevoleremo l’incontro e il dialogo con le forze trainanti del settore, quali i centri di ricerca, i venture capital, i private equity, le innovation companies di grandi e medie dimensioni e il tessuto della ricerca e sviluppo costituto da università, enti e laboratori, sia negli Stati Uniti che internazionali. Il pacchetto di partecipazione prevede quindi per le imprese incontri con operatori nazionali e internazionali, assistenza personalizzata; per i gruppi di ricerca visite università e laboratori privati.
È prevista anche la presentazione dei programmi di accelerazione presso Star Italia Accelerator e, per chi lo richiedesse la partecipazione, a “eMerge Americas”, che rappresenta la principale fiera del settore delle nuove tecnologie della costa orientale degli Stati Uniti d’America e dell’America Latina ed è diventata uno tra i più importanti eventi a livello mondiale per la promozione di partnership nel settore delle nuove tecnologie, riunendo tutti i principali operatori scientifici ed economici a livello globale.
Quali altri attività promuovete per rafforzare l’ecosistema dell’innovazione italiana presente in Florida?
Essere tra i primi paesi a partecipare allo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione in Florida è una testimonianza del nostro impegno nel promuovere la collaborazione internazionale e la crescita del settore tecnologico.
Negli anni la presenza di un ecosistema dell’innovazione Italiana a Miami (Miami Scientific Italian Community, Star Italia Accelerator) ha permesso di creare un ponte tra le eccellenze italiane nei settori dell’innovazione, del design e del trasferimento tecnologico e il fiorente panorama dell’innovazione della Florida. Non solo rafforziamo un legame bilaterale, ma abbiamo dimostrato anche l’importanza della cooperazione globale nell’affrontare le sfide e le opportunità dell’economia del XXI secolo. Il nostro ruolo è fondamentale per accelerare l’adozione di nuove tecnologie, incoraggiare gli investimenti transfrontalieri e garantire che l’innovazione sia utilizzata come risorsa strategica.
A maggio si terrà a Bruxelles la XIX Conferenza dei ricercatori italiani nel mondo, organizzata dalla Texas Scientific Italian Community. Quali sono i temi che negli ultimi anni hanno caratterizzato questo appuntamento?
La conferenza, dalla sua prima edizione, è divisa in due parti: nella prima, più politica, i presidenti delle associazioni dei ricercatori italiani all’estero propongono idee e portano al tavolo le loro esperienze; la seconda parte, invece, è dedicata ad una selezione delle migliori ricerche scientifiche per paese. I ricercatori italiani all’estero promuovono da sempre la collaborazione con enti e istituzioni straniere al fine di favorire le relazioni tra i ricercatori, rendere accessibili le tecnologie disponibili e supportare università e centri di ricerca italiani che si affacciano sui mercati esteri.
Si tratta di uno sforzo incredibile, considerato che all’ecosistema della ricerca italiana all’estero manca un progetto organico. Ricerca e innovazione non si improvvisano, serve un approccio basato sulla concretezza e il dialogo con le associazioni dei ricercatori italiani all’estero, che possono fornire un rilevante contributo. Abbiamo bisogno di una “visione”, una capacità di determinare una proiezione nel tempo, al 2050, con capitale umano qualificato, obiettivi chiari e mezzi per raggiungerli. Insomma, serve un grande patto su ricerca e innovazione.
Ritiene che il nuovo corso delle relazioni internazionali intrapreso da Trump potrà in qualche modo avere un impatto anche sulle attività legate all’innovazione che portate avanti in Florida?
Vede, io appartengo a quella categoria di persone che pensano che l’ottimismo faccia parte della categoria della volontà, mentre la fiducia di quella della ragione. Bene, l’invito che le faccio oggi è di guardare al nostro futuro con fiducia.