Confindustria ha fortemente sostenuto l’azione della Commissione europea per promuovere la crescita della competitività europea e uno sviluppo ampio e sostenibile basato su R&I. In occasione dell’Expo di Milano, ad esempio, abbiamo condiviso con il Commissario europeo per la Ricerca e l’Innovazione, Carlos Moedas, una visione comune sul valore strategico degli investimenti in R&I che riconosca il ruolo centrale delle imprese.
In questi anni, inoltre, come Sistema abbiamo assicurato un contributo costante alla definizione di nuovi orientamenti e di strumenti innovativi, operando sia direttamente sia insieme a Business Europe. La rivoluzionaria impostazione dei programmi comunitari di supporto alla R&I avviati nel 2014 ha risposto a chiare esigenze poste dal sistema delle imprese, in termini di obiettivi e modalità operative. Mi riferisco in particolare alle novità introdotte dalla programmazione 2014-2020 in merito alla semplificazione delle regole di partecipazione e delle procedure di accesso ai finanziamenti, nonché all’implementazione di strumenti finanziari innovativi che hanno reso il programma particolarmente appetibile per le imprese.
Altro punto qualificante di questa impostazione della Commissione è la possibilità di realizzare sinergie tra i diversi fondi e programmi dedicati all’innovazione, per far convergere tutte le iniziative verso il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020. L’attuazione delle sinergie, che Confindustria sta monitorando con attenzione, costituisce un tassello fondamentale nella definizione delle politiche di sostegno all’innovazione e fornisce l’occasione per costruire un quadro integrato ed efficace delle risorse disponibili a livello europeo, nazionale e regionale.
Anche sul fronte interno, siamo impegnati per assicurare un’azione efficace sui temi della R&I europei al fine di migliorare, in termini quantitativi e qualitativi, la partecipazione delle imprese e dei centri di ricerca italiani ai programmi continentali. Programmi visti non solo come una fonte di risorse ma come una concreta occasione per rafforzare la capacità di competere delle singole imprese diventando protagonisti nell’Europa della R&I.
Il 2016, tra l’altro, sarà un anno fondamentale, perché si sta avviando la fase di valutazione intermedia della programmazione in corso, per individuare eventuali interventi migliorativi e cominciare a gettare le basi dei futuri orientamenti a sostegno della R&I. E Confindustria sarà protagonista anche di questo processo, per dare continuità a una strategia di politica industriale che ponga al centro l’industria e il rilancio del settore manifatturiero.
Il 2016 è anche l’anno del Programma Nazionale della Ricerca. Molte misure del PNR, un documento con un buon impianto complessivo, nascono dalla riflessione e proposta del Gruppo Tecnico R&I di Confindustria.
Ci fa piacere, in particolare, che diventi strutturale l’intervento sui dottori di ricerca nell’industria, che si faccia esplicito riferimento alle pmi innovative italiane, riconoscendo che molta della nostra capacità di ricerca e innovazione non è letta dalle statistiche. Il PNR è inoltre onesto nel riconoscere che una parte della nostra forza è dispersa dall’incapacità a eseguire con tempi, diciamo ragionevoli, ciò che si decide e si programma, e che perciò molto vada fatto per la semplificazione e la messa in efficienza dei processi.
Il quadro finanziario del programma si affida molto all’Europa, dove sappiamo che la gara è aperta e assai incerta nei risultati. Ci sono però 500 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione che ben usati e in tempi certi potrebbero essere una buona spinta. Bene è stato fatto nel dare un ruolo stabile ai cluster tecnologici, anche se ha un sapore amaro constatare che mentre si programma il loro futuro non si è ancora stati capaci di sanare il loro passato e di metterli a regime nel presente.
Siamo fiduciosi che la fase di applicazione del Piano non seguirà i ritmi blandi fin qui seguiti e che la ricerca in collaborazione con l’industria possa diventare un’azione modello del nostro paese perché su questo ci giochiamo ben di più delle poste del Pnr.
Oggi è necessario comunque uno sforzo di visione, per integrare tra loro i diversi tasselli a comporre un quadro univoco di opportunità a supporto della R&I. E con misure sovranazionali come quelle proposte dal Commissario Carlos Moedas, strategia che punta su “Open innovation, open science and openess to the world”, ed è volta a rafforzare l’ecosistema europeo dell’innovazione, anche attraverso la costituzione di un Consiglio Europeo per l’Innovazione. Un forte messaggio di apertura dell’Europa al mondo che mi sembra davvero importante in un momento di incertezza come quello che stiamo vivendo.