
Quando tradizione e innovazione, i risultati dei tanti obiettivi centrati nel tempo e la tecnologia attuale riescono ad essere mantenuti sapientemente nello stesso solco, allora un’azienda storica come l’Antica Distilleria Petrone – tre milioni di euro di fatturato a fronte di 12 dipendenti – può ancora far sentire la propria presenza in un mercato molto competitivo ed esigente come quello del bere di qualità. Di base a Mondragone, in provincia di Caserta, la Pmi campana ha radici che prendono sostanza a partire dal 1858, anno in cui la prima delle cinque generazioni che si sono alternate alla sua guida ha messo in campo le idee e i sapori capaci di lasciare un segno importante nel settore dei distillati.

LO SHOW ROOM
“Produciamo liquori tipici campani come il limoncello, ma anche nazionali, continuando ad avere un legame veramente forte con il territorio – spiega Andrea Petrone (nella foto in alto), amministratore unico dell’Antica Distilleria Petrone –. Il motto imprenditoriale che ci caratterizza, cioè ‘La nostra terra in un bicchiere’, nel tempo ci ha imposto di adeguarci alle richieste della clientela puntando con decisione sull’innovazione, anche per poter confermare l’autorevolezza guadagnata sul mercato. Mio padre Domenico, infatti, ha sempre visto il nostro impegno commerciale come un volano per valorizzare ancora di più questa parte di Campania”.
E così, partendo dal quartier generale di Mondragone, i prodotti dell’azienda condotta dalla famiglia Petrone – come l’elisir d’erbe creato per la Casa Reale dei Borbone ed oggi ribattezzato AmaRè – hanno raggiunto molte zone del mondo oltre ad affermarsi in svariate regioni italiane. “Antica Distilleria Petrone ha visto aumentare rapidamente il proprio export fino a raggiungere quest’anno il 50% del fatturato – chiarisce Petrone –. Forte crescita che ci ha consentito di allargare molto il raggio d’azione e fare arrivare i distillati e i liquori che creiamo negli Stati Uniti, come pure in Russia, Sud Africa, Giappone, Australia, Olanda, Belgio, Germania e Francia. Il tutto attraverso il qualificato sostegno logistico che ci garantiscono importatori e distributori del posto”.
Modus operandi che invece, all’interno dei confini nazionali, segue ovviamente tutt’altre dinamiche. “Il mercato di riferimento in Italia è quello legato principalmente all’Horeca e in maniera minore alla grande distribuzione. Siamo molto presenti nel campo del travel, nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, luoghi in cui, tra l’altro, riusciamo a far assaggiare quanto produciamo alla clientela internazionale avendo come ritorno una notevole visibilità. Almeno per ora non siamo presenti negli Autogrill, ma non è detto che questo non possa essere un prossimo obiettivo”.

LA GUAPPA, UNA DELLE ULTIME RICETTE NATE DALL’ANTICA DISTILLERIA PETRONE
Oltre ai prodotti più classici e premiati, l’Antica Distilleria Petrone non ha mai smesso di pensare a cose innovative con cui arricchire un “menù” aziendale già piuttosto articolato. E così, negli ultimi anni, ha avuto finalmente il via libera sul mercato interno e internazionale un liquore che ha richiesto tanto lavoro e studi per essere assemblato. “Eh sì, la Guappa ci ha fatto penare non poco prima di venire al mondo – sottolinea l’amministratore unico della Pmi campana –. Nonostante i tanti macchinari 4.0 che abbiamo nei nostri stabilimenti e l’attenzione messa ogni giorno da chi se n’è occupato, ci sono voluti ben sei anni per poter imbottigliare questo particolare mix tra il latte di bufala delle nostre parti e l’alcol. Il problema più difficile a cui dare risposta è stato quello di riuscire a stabilizzare il liquore, impendendo che i due componenti principali andassero in sostanza per i fatti loro senza fondersi in una cosa sola. Ma alla fine, visti pure i giudizi positivi di chi continua ad assaporarlo, possiamo dire di essere stati bravi a tradurre in modo fedele l’idea che c’era a monte di questo, in un certo modo, ambizioso progetto”.
Guappa che non è stato il solo passo verso il nuovo portato a termine dall’impresa di Mondragone, sempre in movimento e alla scoperta di modi alternativi di fare imprenditoria nel settore dei distillati. “In effetti non ci siamo fermati a crogiolarci sui successi ottenuti e invece abbiamo cercato di capire se fosse possibile, per esempio, affinare liquori in fondo al mare. Un’altra scommessa vinta, perché una partita di bottiglie del nostro Elixir Falernum, tenuta per un anno alla profondità di 10 metri nelle acque in cui, qui a Mondragone, è conservata l’antica città romana di Sinuessa, ha confermato quanto ipotizzavamo sulla qualità della maturazione del prodotto alcolico in questo ambiente inusuale”, chiarisce Petrone.
Intanto l’Antica Distilleria Petrone, in collaborazione con le università di Palermo e Napoli, è impegnata nel progetto “Spirito”, centrato sul riciclo del limone utilizzato per produrre il limoncello e di cui si usa solo la buccia. “Da gennaio del prossimo anno questo agrume verrà riutilizzato: se ne otterrà così il succo, mentre dalla parte bianca del frutto saranno estratte pectine per l’utilizzo come stabilizzante nel processo di creazione dei nostri liquori”.