Accordo tra gli attori economici e sociali per sperimentare l’apertura anticipata di alcune filiere a salvaguardia dell’export e avvio di Tavoli provinciali per individuare i protocolli di sicurezza per settore a garanzia della massima tutela dei lavoratori: è questo il modello che la Regione Emilia Romagna ha proposto al governo nazionale per riaprire le imprese. L’ultimo incontro del Patto per il Lavoro – che dal 2015 riunisce con la Regione stessa i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università e Terzo settore dell’Emilia Romagna – per dare il disco verde all’operazione si è tenuto sabato, 18 aprile.
Tavolo convocato dal presidente Stefano Bonaccini: “Alla prima riunione, martedì 14 aprile ci eravamo dati sette giorni di tempo per definire un progetto che fosse dell’intero sistema socio-economico regionale e già sabato ci siamo trovati d’accordo. È un segnale positivo e di compattezza questo che arriva dall’Emilia-Romagna, in un momento di dura crisi. Una condivisione essenziale per pensare a una ripartenza nelle massime condizioni di sicurezza. Proporremo il nostro progetto al governo, dal momento che solo il governo ha la competenza sulle attività produttive e quindi su eventuali riaperture o meno”.
Come perimetro temporale la Regione si è data il 3 maggio, valido per tutto il Paese, ma “se ci fosse una decisione in questo senso – aggiunge Bonaccini – potrebbero esserci riaperture anche prima. Però, ribadisco: la salute prima di tutto. La nostra proposta condivisa indica le filiere che qui, nel caso, potranno operare sulla base di protocolli per la sicurezza di lavoratori e lavoratrici”. La sperimentazione di aperture anticipate riguarderebbe automotive e automazione (capaci di garantire protocolli avanzati e innovativi), ceramica, moda, nautica e offshore (che i protocolli li hanno già definiti), impiantistica alimentare, parte integrante della filiera agroalimentare come la meccanica agricola, con l’obiettivo di “salvaguardare quello straordinario patrimonio che è l’export dell’Emilia Romagna” insieme a edilizia e costruzioni, per i cantieri delle opere pubbliche e dei comparti operativi collegati e nelle aree del sisma.
Contestualmente si predisporrà l’avvio di Tavoli provinciali per l’individuazione dei protocolli di sicurezza da applicare in tutte le filiere e i settori, dalla manifattura alla logistica, dall’agricoltura alla mobilità, sempre nella massima sicurezza. “Abbiamo circa 500mila lavoratori in cassa integrazione – ricorda l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla –. Un dato senza precedenti nella storia della nostra Regione, ne va della tenuta sociale dei nostri territori. Il calo dei contagi sta funzionando, ma serve prudenza. Non vogliamo tutto aperto o tutto chiuso: va portata avanti una ripresa governata. Questa proposta noi siamo in grado di governarla: il tema della responsabilità del processo in questa fase di transizione è fondamentale”.
Le filiere proposte per i protocolli di sicurezza. Si va dalla manifattura – centrale nell’economia regionale, con un peso sul valore aggiunto prodotto del 28% e un valore dell’export di 64 miliardi di euro – alle costruzioni (oltre 65mila imprese con prevalenza della piccola dimensione), al complesso universo del turismo, commercio e pubblici esercizi, ai servizi alla persona (con imprese che vanno dalla micro-dimensione alle grandi cooperative di servizi). Nel dettaglio: manifatture e industria; edilizia e cantieri; trasporto merci e logistica; servizi pubblici locali; mobilità delle persone; cultura; commercio, pubblici esercizi, turismo, sport e wellness; agricoltura, industria agroalimentare e pesca; servizi alla persona, terzo settore e sociosanitario; servizi ambulatoriali privati; professionisti e attività di servizio.
I Tavoli provinciali. Questi i compiti principali previsti dall’accordo: diffusione delle linee guida e dei protocolli per la sicurezza dei luoghi di lavoro, garantendo omogeneità di comportamento a livello territoriale; promozione, dove necessario, di accordi tra parti sindacali e datoriali per garantire l’applicazione, in sede aziendale, delle linee guida; implementazione di tutte le misure possibili per semplificare l’adozione di misure per la sicurezza, così da garantire tempi rapidi e certi al processo di riapertura. Ai tavoli spetterà anche un ruolo attivo nell’approvvigionamento delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuali, oltre al monitoraggio e alla condivisione di accordi innovativi aziendali o di gruppo. Il tutto all’interno della regia del Tavolo regionale.
Imprese individuali, microimprese, turismo, ristorazione, strutture sportive. I firmatari del Patto hanno condiviso la necessità di assicurare quanto prima un impegno particolare per l’implementazione dei protocolli di sicurezza da adottare nelle imprese individuali e nelle microimprese impegnate nelle attività di supporto alle altre filiere.
Uno sforzo rilevante dev’essere dedicato ai servizi alberghieri e turistico-ricettivi, della ristorazione e dei pubblici esercizi, del wellness, delle strutture sportive, ricreative e culturali, che richiedono standard particolari non solo per i lavoratori ma anche per l’utenza. Per questi è necessario operare da subito per l’adozione di standard e soluzioni di livello nazionale ed europeo.