Assoimmobiliare ha vissuto diverse stagioni, dalla sua fondazione alla sua affermazione nel panorama economico nazionale. Ce ne parla?
L’intuizione iniziale fu quella di creare un’associazione che rappresentasse gli interessi dei gestori di grandi patrimoni immobiliari. Infatti la denominazione iniziale fu Assogesti. Fu una novità assoluta. Erano gli anni in cui l’attività Immobiliare veniva identificata solo con il settore delle costruzioni e l’aspetto della gestione faticava a trovare una sua riconoscibilità. Lavorammo, da un lato, perché il ruolo del gestore fosse chiaro agli stessi operatori stimolati a una maggiore consapevolezza e soprattutto professionalizzazione, dall’altro ci rivolgemmo alle istituzioni affinché riconoscessero questa industria che in altri paesi aveva già affermato la propria autonomia e la propria rilevanza in qualità di attivatore economico.
In questo cammino, che ho vissuto in prima linea, ho avuto l’onore di lavorare accanto a personalità che hanno segnato la storia del Real Estate come Daniel Buaron, Giovanni Camerani, Massimo Caputi, Cesare Ferrero, Nicola Migliore, Giovanni Nassi, Aldo Mazzocco, Carlo Alessandro Puri Negri, Gualtiero Tamburini, presenti al Tavolo costituente – Consiglieri d’onore. Dopo vent’anni posso affermare che abbiamo fatto un buon lavoro e oggi ci si rapporta con uno scenario che è cambiato e che vede la compresenza di nuovi e interessanti attori di valore. La coesione e la volontà di crescere all’insegna dell’innovazione porteranno l’associazione verso nuovi orizzonti.
Come è avvenuto il passaggio da Assogesti ad Assoimmobiliare?
L’associazione cresceva inglobando al proprio interno realtà che contribuivano a disegnare il volto dell’industria italiana. Volevamo essere lungimiranti e inclusivi. Il settore cresceva e andava incontro a dinamiche multidisciplinari più complesse. Prendevano vita nuove filiere. Oltre a coinvolgere i gestori e gli sviluppatori, collaborai personalmente ad un percorso strategico volto a comprendere nuovi strumenti di finanza immobiliare, le sgr, le siiq, le società di servizi e di consulenza, le imprese che si occupano di agency, gli studi legali e tributari, i rami immobiliari di banche e assicurazioni, fino ad arrivare a includere anche diverse altre associazioni di filiere complementari.
Proprio in riferimento a quest’ultimo punto mi piace ricordare che il coordinamento e la collaborazione tra le varie anime del settore, è sempre stato un obiettivo fermo di Assoimmobiliare su cui tanto si è lavorato. Abbiamo dimostrato di saper fare rete con tutte le componenti e siamo arrivati dritti al cuore delle istituzioni con questa configurazione vincente. La mia formazione professionale – esperienze nella Pubblica amministrazione, alcuni anni passati nel settore finanziario-assicurativo e immobiliare – probabilmente mi ha portato a vedere il sistema nel suo complesso. In questi vent’anni ho sempre puntato a promuovere e sostenere iniziative volte a far dialogare il pubblico con il privato per la creazione di percorsi condivisi e costruttivi, possibilmente concreti, in grado di generare azioni efficaci e progetti destinati a fare la differenza per tutti.
Oggi Assoimmobiliare è una realtà che ha la forza di rappresentare in modo unitario tutte le diverse anime del Real Estate nei confronti delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche. Abbiamo attraversato stagioni positive come periodi difficili, ma la volontà di dialogo, sia con i soci sia con le istituzioni, non è mai venuta meno.
Che bilancio si sente di tracciare dopo questi vent’anni?
Abbiamo lavorato a lungo in Assoimmobiliare per coltivare un’idea di unità che ci rendesse più forti sia sul mercato sia nei confronti dei decisori pubblici. Auspico che si continui a perseguire sempre l’obiettivo della coesione in primis e a promuovere i comportamenti etici e sostenibili degli operatori. In venti anni di attività e di decisioni prese in applicazione dello Statuto e delle prassi associative, siamo stati sempre al passo con i tempi; vanno ringraziati prima di tutto i soci e gli organi per quanto fatto, avendo raggiunto l’obiettivo massimo di far sì che Assoimmobiliare fosse la rappresentanza dell’immobiliare in Italia. Spero che l’associazione continui a crescere mantenendo sempre vivo un dialogo proattivo con operatori e istituzioni, mettendo a disposizione il suo know-how nell’interesse del Paese.
Coesione, professionalità e trasparenza. Saranno ancora questi i principi fondanti dell’immobiliare negli anni a venire?
Sì, tutto questo sosterrà in Italia e all’estero il mondo del Real Estate che continuerà a crescere ponendo al centro temi come sviluppo, ricerca e formazione, come abbiamo fatto in tutti questi anni collaborando con i principali atenei nazionali e istituti di ricerca. Insieme a insigni accademici e ricercatori abbiamo messo a punto strumenti di formazione e specializzazione professionale puntando a una maggiore qualificazione degli operatori affermati e delle nuove leve.
I principi di etica e sostenibilità come si applicano al settore immobiliare?
Parlando di comportamenti etici e sostenibili posso dire che anche grazie al lavoro svolto dall’associazione è cambiato il modo di operare da parte delle imprese del settore. Il fatto che vi sia stato un innalzamento del livello etico del settore sta cominciando a emergere e a essere percepito anche dall’esterno. Riguardo al concetto di sostenibilità, è cambiato il modo di concepire l’immobiliare nel suo complesso. Non vi è azione intrapresa, oggi, che non sia accompagnata, sin dalla sua progettualità, da un pensiero volto agli impatti ambientali e alle conseguenze in termini sociali che questa azione andrà a determinare.
Il pensiero economico nel nostro settore oggi è sostenuto dal valore del rispetto dell’ambiente e dell’interesse dei cittadini. Le aziende del nostro settore oggi operano anche per il miglioramento della qualità di vita della popolazione. Gli associati hanno sposato questi principi e ciò si comincia a vedere a occhio nudo.
Come vede il futuro dell’immobiliare?
Vedo sempre più attenzione nel far sì che le politiche industriali a sostegno dell’economia attraverso il settore Real Estate siano sempre più il frutto di un lavoro sinergico, impostato a monte dei processi normativi e decisionali. Bisogna sensibilizzare quanto più possibile la politica sulla necessità di una programmazione economica in grado di dotarsi di misure efficaci in tema di semplificazione, eliminando i disincentivi esistenti per l’immobiliare.
Occorre avere un dialogo serrato sui temi cruciali dello sviluppo economico dove l’immobiliare gioca un ruolo decisivo. Le ricadute positive, quando ci si muove in modo integrato, vanno a beneficio di un settore economico portante dell’economia nazionale, del mercato in genere, ma anche dei livelli occupazionali. Solo con questa prospettiva ha senso essere competitivi e parlare di rilancio dell’economia anche in relazione allo scenario internazionale. E in questa attività è stato ed è fondamentale il contributo di tutti gli associati per un lavoro d’insieme sempre più proattivo, efficiente ed efficace.
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