
La forza del gruppo è sicuramente il valore aggiunto che ha permesso a HTT (High Tech Tools) – che può contare su un gruppo di 50 dipendenti – di allargare progressivamente il proprio perimetro d’azione industriale nel settore degli utensili e delle geometrie da taglio, gioco di squadra obbligatorio quando si ha a che fare con competitor di capacità economiche nettamente superiori. Un dividersi proficuamente i compiti all’interno del quartier generale di Venticano, in provincia di Avellino, che papà Natalino Capone e i suoi figli Francesca e Angelo stanno continuando a portare avanti con l’obiettivo di accrescere ancora di più il bagaglio d’esperienze nel mondo degli utensili di alta precisione per la foratura, svasatura, alesatura e fresatura.
L’entrata in campo – era il 2015 – della seconda generazione familiare ha finito per accelerare il processo di apertura della Pmi campana verso i mercati internazionali, sviluppo reso tangibile anche attraverso scelte legate a ricerca e innovazione. “Con mio fratello, che si occupa di estero e fornitori, non siamo di certo entrati a gamba tesa cercando di forzare i tempi del passaggio generazionale – spiega Francesca Capone (nella foto in alto), figura centrale nel management della HTT –. E il nostro è stato un ingresso in azienda che non ha portato a cambiamenti di ruolo interni: abbiamo, insomma, prima voluto imparare il mestiere e solo successivamente proposto qualcosa, quando eravamo sicuri di poter dare una spinta ulteriore alle dinamiche commerciali”.

LAVORAZIONI REALIZZATE DALLA HIGH TECH TOOLS
Impegno industriale che, nel tempo, ha abbracciato vari settori seguendo quella rivoluzione dei materiali che ha portato in auge la fibra di carbonio. “Attivi da sempre nel campo dell’automotive, ad un certo punto abbiamo, quasi per inerzia iniziato a curare pure il mercato aeronautico, diventato poi intorno al Duemila il nostro core business. Da lì in avanti siamo diventati fornitori ufficiali del gruppo Leonardo per la costruzione di utensileria speciale per la foratura di materiali particolari, collaborazioni arricchitesi progressivamente visto che ora lavoriamo anche per altre grandi realtà aeronautiche come Boeing e Airbus. In Irpinia sono parecchie le aziende che operano in questo campo, ma solo noi facciamo utensili. Il problema atavico da queste parti è però l’impossibilità di creare una cultura imprenditoriale comune, lavorare cioè in sinergia per avere ritorni maggiori per tutti. Un aspetto che credo sarebbe importante da analizzare per poi riuscire a cambiare marcia assieme”, sottolinea Capone.
Parallelamente alla vendita dei pezzi prodotti, HTT si occupa pure della loro rigenerazione, facendo risparmiare non poco ai grandi player che si avvicinano all’impresa di Venticano. “Per esempio, abbiamo brevettato una punta, la Slick che, in un’unica passata è in grado di portare a termine un’azione in precedenza affidata a tre utensili. E quando questa va in usura siamo capaci di riportarla ad un utile di vita pari al momento in cui era stata originariamente costruita. Un’idea del nostro ufficio tecnico, nata studiando il problema sul campo. Noi, infatti, non abbiamo cataloghi, ma andiamo nella sede del cliente, facciamo prove tecniche e solo una volta compreso in quale modo ottimizzare il lavoro viene dato il via all’ordine. Siamo una sorta di ‘gioielleria dell’utensile’, un’impresa a cui viene richiesta la massima precisione. Piccoli, rispetto alle multinazionali che ci troviamo davanti sui mercati, ma ciò non ci impedisce di essere fortissimi in termini di ricerca tecnologica”, commenta con orgoglio Capone.
E per non farsi trovare impreparata alla crescita esponenziale dei costi di energia e materiali registrata negli ultimi anni, HTT, dopo essersi dotata per tempo di un impianto fotovoltaico, sta pensando a un’ulteriore aggiunta in grado di contribuire a far diminuire gli importi delle bollette. “Debbo dire che quelle elettriche non hanno impattato granché anche grazie a scelte oculate fatte in precedenza, ma per stare ancora più sereni pensiamo ci sia bisogno di munirci a breve di mini pale eoliche. Al proposito c’è un progetto regionale in cui vorremmo entrare e per il quale stiamo già facendo delle verifiche interne di fattibilità”.

CORSO POST DIPLOMA ORGANIZZATO DA HTT – FOTO DI GRUPPO
Le difficoltà, come in parecchie altre zone d’Italia, sono invece legate alla reperibilità di tecnici capaci di gestire macchinari tecnologicamente molto avanzati. “Da un certo punto di vista siamo stati fortunati potendo contare su tre ingegneri, compreso mio fratello Angelo, che riescono a mandare avanti il loro lavoro senza eccessivi problemi anche considerati i numeri relativi generati da un’azienda relativamente piccola. Discorso diverso, purtroppo, riguarda i quasi introvabili operari specializzati, assolutamente necessari per occuparsi delle macchine a controllo numerico di cui ci serviamo. Soprattutto perché in questo periodo storico sembrano poche le menti brillanti che vogliono rimanere a lavorare in Irpinia, come pure in altre parti del Sud”, conclude Francesca Capone.