
La ricetta per rilanciare l’economia del Paese non può fare a meno dello sport. È questo il messaggio lanciato nel corso del Forum del Comitato Leonardo che si è svolto il 26 maggio a Roma presso la sede del Coni.
L’appuntamento, che ogni anno riunisce rappresentanti delle istituzioni e della business community per fare il punto sulle prospettive di sviluppo per il made in Italy, ha scelto di accendere i riflettori su un settore strategico, messo a dura prova dalla pandemia e le relative restrizioni, ma che può contribuire alla ripresa grazie anche alle nuove risorse in arrivo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Organizzato in collaborazione con Ice Agenzia, Confindustria e Coni, il Forum è stata infatti l’occasione per presentare lo studio “Sport e impresa: una partnership vincente”, realizzato dall’Università Luiss Guido Carli, che ha messo nero su bianco un insieme di numeri per conoscere meglio il settore. Come ha spiegato Stefano Manzocchi, prorettore alla ricerca dell’ateneo romano, “con oltre 15mila imprese nel settore della gestione di impianti e attività sportive, un fatturato diretto di oltre 4 miliardi di euro e quasi 40 mila lavoratori impiegati”, lo sport è un “settore industriale strategico per l’economia nazionale”, nonché un “traino per la produzione e l’esportazione di articoli e attrezzature sportive che hanno registrato risultati di rilievo negli anni recenti”.
Prodotti che consentono di esprimere appieno tutte le caratteristiche del made in Italy, “grazie a un livello altissimo di qualità, design e tecnologia”, ha sottolineato la presidente del Comitato Leonardo Luisa Todini, per la quale l’obiettivo dello studio è anche quello di “indicare i binari su cui lavorare per usare e coordinare al meglio del risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Non solo, Todini ha insistito infatti anche sul valore complessivo del settore: “Lo sport e la sua industria valorizzano e migliorano le comunità e i territori – ha spiegato – creando un volano di benessere economico e sociale con un’attenzione particolare allo sviluppo delle tecnologie digitali e alla salvaguardia e sostenibilità dell’ambiente”.
Proprio il digitale ha offerto durante la pandemia un’occasione di modernizzazione. Come si legge in una nota diffusa dall’ente organizzatore, infatti, “lo sport è uno dei settori che ha saputo cogliere più prontamente le opportunità offerte dall’economia digitale e le accelerazioni impresse dalla crisi sanitaria, attraverso l’adozione di strumenti digitali per semplificare adempimenti legali e normativi, rendere più efficienti le attività organizzative, gestire l’accesso a strutture sportive, programmare gare e allenamenti e con la diffusione di nuovi format di eventi sportivi ibridi o phygital”.
All’evento hanno partecipato il presidente di Ice Agenzia Carlo Ferro, il presidente del Coni Giovanni Malagò e la vice presidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione Barbara Beltrame Giacomello (nella foto in alto). “Il 2021 è stato l’anno dello sport che riparte dopo la pandemia – ha sottolineato la rappresentante degli industriali –, un anno di rinascita che ha visto il successo delle atlete e degli atleti italiani nel mondo. Un settore, quello sportivo, che rappresenta un tassello fondamentale della ripresa civile, sociale ed economica”.
Da Beltrame Giacomello è arrivato pure un richiamo al tema della qualità che caratterizza prodotti e processi produttivi anche nel settore dello sport, qualità dunque come “chiave per svettare in un contesto sempre più competitivo” con l’obiettivo di difendere “i nostri beni dalla durissima concorrenza da parte dei competitor”.
Su mercati internazionali conta sempre di più il gioco di squadra e a questo proposito il presidente Ferro ha ricordato alcuni degli strumenti messi in campo da Ice Agenzia. “La campagna di Nation Branding Be.IT e la piattaforma MadeinItaly.gov.it – ha spiegato – sono strettamente collegate anche agli eventi sportivi che, con il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, sosteniamo: dal Gran Premio del MadeinItaly di F1 al Giro d’Italia, alla Lega Serie A, oggi trasmessa all’estero con i loghi Serie A e Be.IT.”.
A chiudere i lavori è stato il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Luigi Di Maio, che nel ricordare le nuove competenze assunte dal suo dicastero in materia di commercio estero, ha affermato che “un’attività promozionale mirata, coordinata e sistematica del Made in Italy è un fattore chiave per il posizionamento delle imprese sui mercati esteri: lo sport italiano, riunendo diverse filiere produttive, apporta un contributo fondamentale al raggiungimento di questo obiettivo”.
Nello studio condotto dalla Luiss, infine, è stato effettuata una simulazione dell’impatto economico che potrebbero avere le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. L’ipotesi è che si determini un aumento della domanda per il comparto sport di circa un miliardo di euro. “Le Olimpiadi invernali del 2026 – si legge in una nota – produrranno un incremento di risorse all’interno del comparto sport pari a 1.142 milioni di euro complessivi; i settori collegati direttamente e indirettamente al settore sportivo beneficeranno di maggiori risorse per 1.026 milioni di euro. In sintesi, un aumento di domanda di 1 miliardo di euro del comparto genera come effetto diretto, indiretto e indotto un impatto sull’intera economia pari a 2.901 milioni di euro equivalente a un fattore di attivazione moltiplicativo di circa 2,9”. A beneficiarne anche l’occupazione con “quasi 13mila nuove unità di lavoro, di cui oltre 9mila internamente al settore e quasi 4.000 nei principali settori economici collegati”.

DA SINISTRA GIOVANNI MALAGÒ, BARBARA BELTRAME, LUISA TODINI E CARLO FERRO