
A pieno titolo nella storia della profumeria italiana, riuscendo brillantemente a mettere in pratica idee e talenti di quattro generazioni, a partire dal 1986, la famiglia Vidal ha continuato a declinare il proprio modo d’essere attraverso Mavive – 31 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 50 dipendenti –, società per azioni capace di guidare i propri brand alla conquista di 92 paesi nel mondo. Successo che ha inizialmente poggiato sulle fortune dello storico marchio Pino Silvestre, per poi crescere ulteriormente sfruttando l’appeal di altri altrettanto noti, tra cui Police e Furla, aggiunti al portfolio aziendale nel corso degli anni.
Di base a Dese, in provincia di Venezia, Mavive ha da sempre mantenuto un legame tanto speciale quanto forte con l’iconica città della laguna. “Oltre al fatto di viverci ed amarla profondamente, Venezia ha significato molto nel processo di evoluzione dell’impresa di famiglia – sottolinea Marco Vidal (nella foto in alto), direttore generale della Pmi veneta –. Continuiamo infatti a mantenere diverse attività in questo unico contesto urbano, a partire dai quattro punti vendita monomarca, oltre alle due Spa situate all’interno di altrettanti hotel a cinque stelle. Inoltre, abbiamo partnership con la fondazione del teatro La Fenice e con i musei civici cittadini per sviluppare, all’interno di palazzo Mocenigo, la sezione dedicata alla storia della profumeria. Attività museali ed espositive che riguardano, in modo principale il ruolo avuto nel tempo da Venezia nel settore dei profumi”.
Parallelamente, anche i vertici di Mavive sono alle prese con le conseguenze della crescita dei costi di energia e materie prime, problemi non di poco conto quando si considerano pure altri aspetti del giornaliero di un’azienda di questo tipo. “Sono dinamiche che purtroppo siamo costretti a considerare almeno dall’ottobre scorso e riguardano soprattutto la componentistica e, nello specifico, l’energivora produzione del vetro che fa da contenitore per i nostri profumi – spiega Vidal –. Ed è sicuramente fonte di grande stress per tutti noi”.
Azienda veneziana che perlomeno ha evitato danni ulteriori nelle aree consegne e trasporti per aver fatto, nel recente passato, scelte ben precise. “Dal 2019 abbiamo portato tutta la produzione della componentistica in Europa – sottolinea Vidal –, coprendo in questo modo il 95% del nostro fabbisogno. Quindi siamo riusciti a non entrare nel discorso dei noli e dei trasporti intercontinentali a prezzi assurdi. Detto ciò, abbiamo comunque ritardi nella produzione e alcuni servizi risultano più sotto pressione. Però il core business di Mavive non è stato toccato granché”.
Il percorso industriale ha vissuto un crescendo anche negli ultimi anni, periodo, per parecchi altri imprenditori, reso invece di difficile lettura dagli effetti della pandemia da Covid-19. “Mi pare stia andando molto bene considerato che lo scorso anno abbiamo registrato un più 9% rispetto al pre-pandemia, +30% rispetto all’anno precedente – commenta il direttore generale della Mavive –. È servita tanta sensibilità e capacità di studiare il momento, aiutati in questo da un’organizzazione che funziona e ci ha permesso di dire la nostra in un settore altamente competitivo. Le idee, insomma, stanno facendo la differenza”.
Dati positivi che non fanno, però, abbassare la guardia ai Vidal, attenti a captare ogni segnale proveniente dalle più importanti piazze mondiali. “Siamo preoccupati ma in maniera molto attiva, atteggiamento assolutamente necessario per affrontare mercati schizofrenici. Servono, infatti, sforzi esagerati e grande dispendio di energie per fronteggiare situazioni del genere. Il 2021, nonostante il buon andamento commerciale di Mavive, non lo ricorderò certo con piacere, anche per una serie di regolamenti a mio avviso demenziali che non ci hanno di sicuro dato una mano a rilassarci almeno un attimo”.
Nel quartier generale di Dese si stanno poi pianificando le ultime mosse nell’ottica di rinnovare la sede aziendale. “Sempre qui in zona costruiremo un nuovo edificio, con all’interno 3.500 metri quadri di uffici, che avrà intorno un bioparco e un lago. Nel frattempo, abbiamo aperto un nuovo concept store a San Marco e stiamo definendo una licenza con un partner globale. L’obiettivo per i prossimi anni sarà quello di arrivare, nel 2026, a raddoppiare il fatturato che avevamo nel 2020”, conclude Vidal.

IL FLAGSHIP STORE SAN FANTIN A VENEZIA