
Rilevata all’inizio degli anni Duemila un’azienda del territorio che si occupava essenzialmente di rifornire i piccoli negozi, la famiglia Polli ha iniziato a mettere le basi per quello che è diventato ora il Salumificio di Genga – sei milioni di euro di fatturato nel 2021 e 20 dipendenti –, riconosciuta realtà commerciale dell’anconetano. Un’impresa che tre anni fa, sotto la supervisione di papà Fabrizio, si è arricchita delle idee innovative portate dai figli Matteo e Giacomo, a vario titolo coinvolti in un progetto che basa le proprie fortune sull’attenta gestione di tutte le fasi della produzione.
“In non molto tempo è cresciuta la qualità, l’azienda è riuscita anche a standardizzare i processi produttivi e, dopo essere arrivate le prime certificazioni, nel 2005 Salumificio di Genga (nella provincia di Ancona) è entrato in pianta stabile nel circuito della grande distribuzione – spiega Matteo Polli (nella foto in alto), che nella Pmi marchigiana si occupa in particolare del controllo di gestione –. E così abbiamo cominciato a distinguerci in un settore in cui costanti investimenti e scelte oculate sono in grado di fare la differenza nel confronto con la concorrenza”.

LO STABILIMENTO DEL SALUMIFICIO DI GENGA
E quando, quattro anni fa, l’ottimo comportamento del marchio sul mercato ha generato una sorta di overbooking delle richieste della clientela del salumificio, la decisione è stata quella di dotarsi di uno stabilimento di grandezza quadrupla rispetto al precedente. “Nuove tecnologie ci hanno permesso di associare il pregio delle materie prime ad una lavorazione che, necessariamente, deve essere di pari qualità. Nel nostro quartier generale abbiamo anche spazi dedicati alla ricerca, piccoli laboratori in grado di aiutarci a gestire al meglio le maggiori quantità di prodotti che ci troviamo a lavorare, il tutto mentre teniamo sempre bene a mente il valore delle nostre radici”, chiarisce Polli.
L’attenzione ai particolari e il controllo di qualsiasi aspetto del progetto aziendale, una decina di anni fa, hanno convinto il vertice del Salumificio di Genga a cambiare strada da un punto di vista commerciale. “Sì, fino al 2012 il 60% del nostro fatturato veniva dal fresco, mentre poi il non voler rischiare eccessivamente, sommato al poco valore aggiunto generato da quel tipo di prodotto, ci ha spinto a modificare radicalmente l’approccio e a puntare solo sui salumi – conferma Matteo Polli -. L’obiettivo era quello di diversificare nell’ottica di accrescere la marginalità, avendo pure la sicurezza dei pagamenti”.
Già presenti con i prodotti aziendali in Belgio, Francia, Olanda e nella metropoli londinese, il salumificio marchigiano ha fatto fatica ad inserirsi nel mercato canadese a causa degli effetti del Covid-19. “Nonostante qualche difficoltà stiamo proseguendo a partecipare a fiere di settore come quella di Milano, oltre al Cibus andato in scena da poco a Parma. Siamo piccoli, ma ci difendiamo bene mentre investiamo per dare ulteriore visibilità alla nostra Pmi. L’impennata dei costi di energia e materie prime ci ha toccato seppur in maniera marginale, situazione che abbiamo comunque monitorato accuratamente per metterci al riparo da eventuali, futuri problemi di liquidità”.
Molto legato al proprio territorio d’elezione, luoghi di notevole bellezza naturalistica e arricchiti da splendide architetture medioevali, il Salumificio di Genga si propone di non abbandonare la via che lo ha portato a fare un deciso quanto progressivo passo in avanti alla ricerca della perfetta sintesi tra tradizione e innovazione. “L’idea al centro del nostro progetto rimarrà legata all’innalzamento della qualità attraverso una ricerca continua. Per prima cosa vogliamo fare sì che il confezionamento sia sempre più in materiali sostenibili, cura dell’ecosistema che intendiamo proseguire sfruttando al massimo anche quei pannelli fotovoltaici che al momento rendono l’azienda sostenibile al 40%. Inoltre, continueremo a fare attenzione alle ultime novità tecnologiche con l’obiettivo di riuscire a soddisfare appieno i desideri della nostra clientela”, conclude Matteo Polli.

UNA FASE DI LAVORAZIONE