ITALIA AFRICA BUSINESS WEEK
Gli economisti di tutto il mondo accendono i riflettori sull’incremento di scambi commerciali tra Cina e Africa, destinati a crescere grazie al corridoio marittimo della “Belt and Road initiative” che, passando per il Kenya, prosegue verso il Mediterraneo via Suez.
“Ma quante imprese italiane ci sono in Africa subsahariana?”. È la domanda classica delle imprese italiane che iniziano a interessarsi al continente. Che in questo periodo è sotto i riflettori per le discussioni politiche italiane ed europee sui flussi migratori, non certo per il potenziale di business che il continente presenta.
Qualche buona notizia per l’interscambio Italia-Africa, però, c’è: secondo l’ultimo rapporto “Keep Calm & Made in Italy” di Sace, nel 2017 l’export nostrano verso la regione subsahariana è cresciuto del 5,5%, mentre nel Nord Africa è salito dell’1,2%.
Ma certo è poca cosa rispetto ai nostri competitor europei e cinesi, giapponesi, coreani, indiani, turchi e, infine, anche del Marocco che, facendo leva sull’appartenenza territoriale all’Africa, sta diventando un vero e proprio concorrente mondiale.
Etiopia, Costa d’Avorio, Ghana, Kenya, Nigeria e Sudafrica hanno un Pil che cresce tra il 6 e il 10% all’anno, l’urbanizzazione è un trend crescente, agricoltura, energia e costruzioni sono i settori su cui l’Africa sta puntando per superare il tradizionale approccio di vendita di materie prime e diversificare le proprie economie. il tutto per rispondere ai bisogni di una popolazione che aumenta a ritmi vertiginosi e che ha bisogni crescenti. Di formazione e industrializzazione, in primo luogo.
L’Africa imprenditoriale ha le idee chiare: alla prima edizione di “Italia Africa Business Week” svoltasi nel 2017, le imprese africane, venute per la due-giorni che ha promosso a Roma l’incontro con aziende italiane in un forum al tempo stesso di business e storytelling, non solo sapevano esattamente individuare il loro miglior partner italiano, ma sono state molto più numerose delle nostre.
“L’Africa è pronta. E l’Italia?”. Concludeva, quindi, così la scorsa edizione Cleophas Dioma, direttore del progetto al quale si deve l’intuizione e la realizzazione della manifestazione, che quest’anno torna a Roma il 17 e 18 ottobre allo Spazio Eventi Tirso focalizzandosi su agri- coltura, agro-business, tessile, moda, energie rinnovabili, biomedicina, turismo, infrastrutture, ict, fintech e altro ancora.
Le opportunità, infatti, sono davvero tante. in italia, ad esempio, se ne è parlato poco, ma il 21 marzo scorso in Ruanda è nato un nuovo grande attore economico. È stato infatti firmato a Kigali l’Accordo sulla Continental Free Trade Area Africana (AfCFTA), il più ampio accordo di libero scambio dalla creazione del Wto per numero di paesi, che mira a creare in Africa un mercato unico per beni e servizi. Secondo studi economici recenti, questo determinerebbe nel 2022 un aumento del 52% del commercio intrafricano, che, insieme ad appropriate politiche industriali, potrebbe far germogliare un settore industriale africano diversificato e occupazione, accelerando la trasformazione da economie basate sulla vendita delle commodities verso economie a forte valore aggiunto e focalizzate sul manifatturiero, che oggi rappresenta solo il 10% in media del Pil africano. una colossale opportunità per le Pmi italiane, in un continente che va in controtendenza rispetto agli orientamenti protezionistici emergenti nel resto del mondo. E per coglierla, dunque, perché non cominciare a conoscere i protagonisti partecipando all’“Italia Africa Business Week 2018”?