COMMERCIO INTERNAZIONALE
Nel periodo più recente gli accordi di libero scambio hanno assunto un ruolo ancora più determinante nella strategia di politica commerciale europea. Con il perdurante stallo dei negoziati multilaterali e il congelamento della Wto “Doha Development agenda”, la Ue ha opportunamente rimodulato il proprio approccio alla liberalizzazione commerciale attraverso negoziati bilaterali e/o regionali, assumendo un ruolo crescente nella politica commerciale internazionale. Diversi accordi cosiddetti di “ultima generazione” hanno segnato un importante cambio di passo rispetto alle numerose intese siglate nei decenni scorsi. All’entrata in vigore dell’accordo con la Corea del Sud nel 2011 è seguita la conclusione di quello con Singapore (2014), con il Vietnam (2015) e con il Giappone (2017) che, auspicabilmente, porterà all’entrata in vigore dell’accordo nel breve periodo. Di pari importanza, la recente entrata in vigore del “Comprehensive Economic and Trade agreement” (Ceta) con il Canada (settembre 2017) che assume una valenza strategica proprio nel momento in cui la politica commerciale necessitava di un nuovo slancio. altri negoziati, in primis quello con il mercosur, seppur non esenti da un percorso difficoltoso, stanno beneficiando di una rinnovata spinta politica che lascerebbe intravedere sviluppi significativi nel breve periodo. Con riferimento alla regione asiatica, proseguono i negoziati con Filippine, Malesia, Tailandia e Indonesia ad andamento piuttosto altalenante e con grande sforzo negoziale per superare le “sensibilità” emerse relativamente a diversi capitoli. L’attuale agenda dell’Ue include, tra l’altro, anche la “modernizzazione” di accordi già esistenti quali quello con il Messico – in merito al quale le parti hanno recentemente raggiunto un’intesa di massima – e con il Cile, al fine di ampliarne il campo di applicazione e rispondere alle esigenze emerse con i cambiamenti globali intercorsi dalla loro entrata in vigore nei primi anni 2000. I più recenti accordi della Ue puntano a un’integrazione economica tra le parti che va ben oltre il volet commerciale, includendo la liberalizzazione del mercato degli appalti pubblici e dei servizi, la tutela della proprietà intellettuale, l’armonizzazione doganale, la convergenza regolamentare, la rimozione degli ostacoli tecnici, capitoli specifici per il settore dell’energia e le Pmi, passando per un abbattimento tariffario che si attesta, mediamente, tra il 95% ed il 100% in entrambi i settori, agricolo ed industriale. Per questo, i negoziati condotti dalla Ue sono di gran lunga il benchmark mondiale.
DA “FAST EXPORT” A “DAZIO ZERO”
Per le imprese che operano nei mercati internazionali è oggi imprescindibile conoscere a fondo le opportunità derivanti da tali accordi e poter disporre di tutte le informazioni necessarie per organizzare la propria catena produttiva nella maniera più efficiente. Ed è proprio in quest’ottica che Confindustria ha avviato programmi specifici di formazione sulle tematiche del commercio internazionale con focus in materia doganale e di integrazione economico-commerciale tra l’Ue e i mercati terzi. Un roadshow formativo di 40 workshop presso le associazioni sulle tematiche doganali, svolto nel biennio 2016-2017 in collaborazione con l’agenzia delle Dogane e dei monopoli e con l’ice, ha messo a fuoco i principali fabbisogni formativi delle imprese in materia doganale e ha permesso di ideare alcuni strumenti per colmarli. Si è trattato del progetto “Fast Export”, finanziato dal ministero dello Sviluppo economico nel quadro del programma straordinario made in italy, focalizzato sulle facilitazioni e semplificazioni doganali accordate – dal nuovo codice doganale unionale – all’operatore economico autorizzato (Aeo). L’obiettivo è stato quello di incoraggiare le imprese, proprio attraverso l’ottenimento dell’autorizzazione dell’Aeo, all’utilizzo degli strumenti disponibili nel settore della legislazione doganale europea che rendono più agevole operare sui mercati esteri poiché consentono di semplificare e accelerare le procedure doganali e commerciali, conferendo in tal modo agli operatori economici un importante vantaggio competitivo. Il percorso formativo si è rivolto a oltre 600 imprese, di tutte le dimensioni e operanti nei diversi settori produttivi, e a circa 830 addetti di impresa. i primi risultati visibili sono stati più che incoraggianti: all’avvio del progetto, nel marzo 2016, gli operatori economici italiani Aeo erano poco più di mille, oggi sono oltre 1.400. L’incremento per il nostro Paese è stato – nei 18 mesi considerati da marzo 2016 a dicembre 2017 – del +28%, contro il +15% della media Ue. “Fast Export” ha altresì consentito di evidenziare la domanda di formazione da parte delle imprese che verte decisamente sui temi della classifica e dell’origine della merce, fondamenti del commercio internazionale e aspetti determinanti per cogliere le opportunità offerte dagli accordi commerciali conclusi dalla Ue con i paesi terzi. Il principale e più immediato vantaggio che deriva dall’operare nel quadro di tali regimi preferenziali è quello di non dover assolvere dazi sulla quasi totalità delle importazioni ed esportazioni da/per i mercati con cui sono in vigore le intese commerciali. Tuttavia, il grado di utilizzo di questi accordi da parte delle nostre imprese non è rispondente alla propensione all’export della gran parte di esse e al grado di internazionalizzazione raggiunto. Per colmare questo gap, Confindustria ha ideato il progetto “Dazio Zero”, sulla scia degli ottimi risultati ottenuti con “Fast Export”. Il nuovo progetto, da realizzarsi nel biennio 2018-2019, mira a erogare formazione tecnico-specialistica sui temi cardine del commercio internazionale, nonché sull’utilizzo dei regimi preferenziali previsti dagli accordi conclusi e in corso di negoziato da parte della Ue con paesi terzi. Per avvalersi delle opportunità derivanti dagli accordi commerciali, infatti, le imprese devono anzitutto apprendere una corretta metodologia per l’esatta classificazione delle merci e per l’applicazione delle regole di origine, così come disciplinate dagli accordi, da cui dipende il carattere preferenziale o meno delle merci esportate o importate. anche “Dazio Zero” godrà di un finanziamento dedicato da parte del ministero dello Sviluppo economico e sarà co-organizzato da Confindustria in collaborazione con l’agenzia delle Dogane e dei monopoli e con l’ice. Le giornate formative saranno ospitate dalle associazioni industriali e articolate in un roadshow su tutto il territorio che comprenderà 30 tappe.
ROADSHOW ACCORDI DI LIBERO SCAMBIO
A corollario di questo percorso formativo è stato recentemente avviato il progetto trasversale sugli accordi di libero scambio – anch’esso derivante dalla collaborazione tra Confindustria, agenzia delle Dogane e dei monopoli e ice – che mira a informare le imprese sui negoziati in corso da parte Ue e a raccogliere indicazioni sulle priorità negoziali italiane in termini di interessi offensivi e difensivi, strategici e regolamentari. La base scientifica è fornita da analisi di impatto degli accordi ex post, per quelli già in essere, ed ex ante per quelli in corso di negoziato. L’articolazione del progetto prevede la realizzazione di 15-20 tappe presso le associazioni di Confindustria, con focus su accordi e settori specifici in funzione degli interessi industriali del territorio. L’avvio è stato dato con l’appuntamento in Assolombarda il 3 maggio scorso.