
La sfida non era di quelle agevoli da vincere, ma, nel corso degli ultimi quarant’anni, EBWorld – 13,7 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 66 dipendenti – è lo stesso riuscita a completare con tangibile successo la transizione verso la società esperta nella digital transformation delle infrastrutture che accompagna giornalmente i propri clienti in questa nuova era tecnologica. Viaggio nel mondo del software che ha portato l’azienda con quartiere generale a Pesaro, in provincia di Pesaro-Urbino, a specializzarsi nella digitalizzazione della realtà attraverso la creazione di mappe in grado di aggregare dati provenienti da fonti diverse.
Un processo di evoluzione passato per il lavoro del team guidato dal 2010 da Francesco Mete (nella foto in alto), amministratore unico di EBWorld, capace di dare alla Pmi marchigiana quell’ulteriore cambio di passo necessario per imporsi in un settore in rapida crescita. “Ora siamo un’azienda che fa applicazioni informatiche su mappe per operatori di telecomunicazioni, utility, cioè chi gestisce reti sul territorio. Dopo aver digitalizzato le informazioni le mettiamo sulla mappa assieme alle infrastrutture e tutto il contesto che interagisce con queste ultime. Dati statici come possono essere quelli del catasto o le reti viarie, ma anche dinamici, relativi cioè all’utilizzo della rete, mobilità del traffico, meteo”, spiega Mete.

I PRODOTTI UTILIZZATI NELLA SOLUZIONE TELCO
Oltre a presidiare questo perimetro industriale, il lavoro di EBWorld è declinato pure in altri campi, tra cui la sicurezza e la gestione delle emergenze. “Con le nostre mappe si possono infatti orchestrare gli interventi in caso di incidenti, visto che ci si può rendere conto in presa diretta di cosa succede sulle strade. Inoltre, abbiamo applicazioni che sono utili in ambito Pubblica amministrazione: siamo noi, per esempio, a contribuire all’opera di gestione del government del demanio marittimo sempre attraverso le mappe”. Un modus operandi che Mete prova a spiegare con un’efficace trasposizione gastronomica. “È una sorta di lasagna, con livelli informativi messi uno sopra l’altro che consentono ai nostri clienti di vedere come i propri asset interagiscono con il territorio, consentendo loro di prendere decisioni accurate. Offre una illuminante visione d’insieme ed è anche molto veloce e facile da utilizzare”.
L’azienda pesarese, oltre che nei settori del cablaggio e dell’integrazione della fibra ottica con il 5G, è pure molto attiva nel campo della lotta contro le perdite idriche, tematica da tempo all’ordine del giorno oltre che finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Diamo, in sostanza, la possibilità di visualizzare sulla mappa dati provenienti dai sensori che fanno capire la pressione dell’acqua, offrono determinati parametri idraulici, in tempo reale o no, utilizzando magari algoritmi di intelligenza artificiale per cercare di rendere più sostenibile un Paese in cui, attualmente, il 40% delle acque viene perso durante il tragitto verso l’utente finale”, sottolinea l’amministratore unico Mete. Nel ruolo di software house, poi EBWorld realizza applicativi ed eroga servizi di personalizzazione come training, consulenza e tutto ciò che vi ruota intorno. “Quello che non facciamo, invece, è l’inserimento dati, passaggio di cui si occupa interamente il cliente”.
Molto interessante è sicuramente anche il potenziale che c’è dietro l’urban digital twin, processo legato al 3D e attraverso cui la città reale diventa un cubo tridimensionale digitale gemello di quella in cui viviamo. “Non è futuro, ma già presente, pur se al momento non ancora troppo richiesta – commenta Mete –. Ci permetterà di dare un giovamento alla sostenibilità della mobilità sfruttando una tecnologia che, tra le altre cose, consente facilmente di incrociare i dati di urbanizzazione con quelli di edifici e parcheggi per pianificare la collocazione delle colonnine di ricarica elettrica. Oppure riesce a far dislocare più proficuamente gli autobus in zone in cui c’è maggior richiesta e minor servizio, magari contribuendo pure a dare una mano alla diffusione del car sharing. Inoltre, non ci sarà più bisogno di inviare addetti a misurare la larghezza di una strada, ma basterà collegarsi ad una sorta di street view digitale per farlo in modo molto più rapido”.
Data così sostanza ad un presente che per EBWorld significa pure l’aver raggiunto un numero di dipendenti molto più ampio rispetto ai dieci del 2010, la Pmi di base a Pesaro è intenzionata a fare altri passi in avanti seguendo direttrici ben precise. “In primis vogliamo continuare a crescere valorizzando al massimo le persone, modello organizzativo in grado di liberare il potenziale, di rendere contestualmente più autonomi tutti quelli che lavorano al nostro fianco. In maniera parallela ci proponiamo, in un’ottica commerciale, di acquisire nuovi clienti in ambito utility, settore che conosciamo bene, mentre in altri campi sappiamo di avere ancora tanto da fare. Per arrivare preparati sui mercati che speriamo di raggiungere, insomma, ci servirà prima una seria e profonda fase di studio”, conclude Francesco Mete.