“Il nostro mantra è l’innovazione nell’ottica della sostenibilità. Siamo un’azienda con oltre un secolo di storia ormai alla terza generazione e i continui investimenti nelle novità tecnologiche e di prodotto tramite il laboratorio Ricerca e sviluppo ci consentono di essere sempre competitivi anche sui mercati esteri. Lo prova la partnership con la canadese Deebee’s, che ha scelto Dolfin per la produzione dei suoi snack salutistici alla frutta bio e senza zucchero distribuiti in tutto il nord America”. Un modus operandi che, dalle parole del suo presidente Santi Finocchiaro (nella foto), hanno permesso nel tempo alla Dolfin – 40 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 250 dipendenti – di ritagliarsi un ruolo da leader italiano nel settore dei dolciumi prima di spiccare il volo anche verso traguardi internazionali, sfruttando appieno il grandissimo successo riscosso a partire dagli anni ‘90 dai Polaretti, ghiaccioli con succo di frutta da gelare in casa.
Oltre al principale cavallo di battaglia dell’azienda di base a Riposto, in provincia di Catania, nei suoi stabilimenti vengono prodotti pure altri generi dolciari e in particolare quelli che annualmente vanno a rendere ancora più piacevoli le feste della Pasqua e del Natale. “Per noi sono sempre momenti importanti visto che impegniamo la struttura aziendale in due campagne imponenti, in linea con festività molto sentite soprattutto in Italia, dove la parte legata al cioccolato del nostro fatturato, uova pasquali in primis, si conferma intorno al 50% – spiega Manuel Lucchetti (nella foto), direttore commerciale della Dolfin, impresa presente sul mercato dal 1914 –. Il nostro consumatore tipo, poi, è la classica famiglia media italiana, nucleo alla ricerca di qualità e convenienza, mentre siamo estremamente attenti anche al mondo della Gdo, altro settore in cui Dolfin si muove con ottimi risultati”.
Tornando per un attimo su quanto la Pmi siciliana è riuscita a tirare fuori, pure in termini di visibilità oltreconfine, dai Polaretti, va detto che l’idea è stata partorita da uno dei protagonisti della storia Dolfin. “È stato il nonno dell’attuale presidente Santi Finocchiaro il primo a ipotizzare questo tipo di procedimento che avrebbe consentito di bypassare completamente la catena del freddo – sottolinea Lucchetti –. Un’intuizione geniale che ci ha consentito di arrivare e farci apprezzare dappertutto, compreso quel Giappone in cui c’è margine d’errore zero: lì, se per caso un container arriva con all’interno una pur minima traccia di muffa dovuta all’umidità, sono capaci di rimandare indietro tutto il carico. Da parte nostra continuiamo a fare l’impossibile per rispettare i loro standard, riuscendo in questa impresa anche per l’impegno, spesso al limite del maniacale, che viene messo ogni giorno sul tema della ricerca della massima qualità”.
Un impegno su larga scala che, tra l’altro, è riuscito a far arrivare i prodotti Dolfin, in quel caso il sorbetto Senso Freddo ai limoni di Sicilia, pure nello spazio. Nel 2013, infatti, nel corso della missione Volare, il primo astronauta italiano Luca Parmitano e i suoi compagni di viaggio gustarono il sorbetto al termine di una cena in orbita.
Un approccio industriale attento comunque alla tradizione che, paradossalmente, in certi frangenti ha contribuito a limitare le quantità prodotte. “Ci è capitato anche questo percorrendo la strada della qualità. Magari un nostro affidabile e storico fornitore aveva finito le scorte di un frutto e, non volendo rischiare rivolgendosi ad altri, abbiamo deciso di interrompere la produzione legata a quello specifico raccolto. Si sarebbero ovviamente potuti fare più pezzi o far crescere ulteriormente il fatturato, ma non è questa l’idea guida qui alla Dolfin”.
Questa rigorosa linea industriale di comportamento, unita alla costante vetrina commerciale garantita anche all’estero all’impresa di Riposto dai Polaretti, ha finito per attirare l’attenzione della Deebee’s, innovativa azienda canadese, interessata ad introdurre merende alla frutta bio e sostenibile sui mercati nord americani. “Sono snack alla frutta totalmente organici che hanno prodotto una crescita esponenziale delle vendite soprattutto negli Stati Uniti. A differenza dei Polaretti non hanno zucchero nella propria composizione, incontrando da subito i gusti dei bambini d’oltreoceano – chiarisce Lucchetti -. E Deebee’s, che ha moltissimi punti vendita nel continente americano, ha così potuto constatare il rapido successo ottenuto da queste merendine bio”.
Un’azienda, quella che vede al timone dall’anno della fondazione – partendo dalla produzione di caramelle artigianali – la famiglia Finocchiaro, impegnata a dare un’impronta sempre più green alla propria presenza sul mercato. Già istallato un impianto fotovoltaico di un mega, nel solco dell’efficientamento energetico, si è raggiunta un’autoproduzione pari all’80% e nel packaging si va, obiettivo da centrare entro il 2024, verso l’uso esclusivo di materiali riciclati al posto della plastica. Il tutto nell’attesa che venga prorogata, e magari possa diventare un intervento strutturale, l’agevolazione previdenziale Decontribuzione Sud studiata per salvaguardare l’occupazione nelle zone più svantaggiate del Paese.