
“Il periodo, come si può facilmente capire guardandosi attorno, non è dei migliori, ma posso assicurare che queste problematiche non ci fermeranno di sicuro. Perché credo che il momento migliore per cambiare marcia, per fare scelte coraggiose sia proprio quando il mercato rallenta”. Parola di Renato Rolle (nella foto in alto), sales manager di Facem – 52 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 160 dipendenti –, azienda con base a Forno Canavese, in provincia di Torino, che dal 1938 si occupa di stampaggio a caldo e semi caldo d’acciaio e della progettazione di nuove soluzioni per il settore metalmeccanico e motoristico. Una specializzazione industriale raffinatasi nel tempo, con punto di partenza nella produzione di macchinari per alimenti come tritacarne e macina caffè, ancora presenti nel listino di Facem pur se in un ruolo ora minore rispetto allo stampaggio del metallo.
“Si tratta principalmente di prodotti di nicchia, di tritacarne, insaccatrici, macchine per il sottovuoto legati al mondo della caccia e che per il 60% ci sono richiesti da clientela estera. Con il marchio Trespade, infatti, arriviamo in 65 paesi del mondo: quelli in cui c’è stata storicamente una forte emigrazione italiana, come Stati Uniti e Australia, ma anche in altri, come per esempio Sudafrica, Canada e Norvegia, in cui il cacciatore è abituato a lavorare in proprio la carne”.
Il cambio di marcia per Facem si concretizza negli anni Sessanta, quando anche l’Italia vive uno dei momenti più floridi della propria storia e le occasioni per crescere vanno solo intercettate nella maniera più intelligente. “In quel periodo abbiamo cavalcato l’onda della crescita del Paese e siamo diventati i principali fornitori di Piaggio e in particolare della Vespa, “conto terzi” che ci ha successivamente accompagnato e caratterizzato fino ad ora senza soluzione di continuità – chiarisce Renato, parte attiva della quarta generazione della famiglia Rolle –. Una scelta di campo che ha progressivamente portato a far lievitare all’80% del fatturato il lavoro in favore di altre aziende”.

LAVORAZIONE DELL’ACCIAIO
Avendo un basso valore aggiunto, considerato che i costi per spostarlo sono oggi ancora più ingenti rispetto al recente passato, l’acciaio non ti fa andare troppo lontano in termini di crescita aziendale. Questo, però, non significa che Facem non abbia voglia di spendersi in questo settore. “L’idea è quella di continuare a mettere in campo grossi investimenti nell’acciaio per riuscire a raggiungere entro la fine di quest’anno il 50% di export – sottolinea il sales manager della Pmi piemontese –. Obiettivi primari sono anche fare fiere e aprire sedi di rappresentanza oltreconfine, questo mentre intendiamo consolidare il nostro principale mercato estero, che è la Germania, provando a crescere pure in Francia, Svezia, l’Inghilterra e Spagna”.
Uno sviluppo complessivo che ha toccato punte molto alte nel periodo post pandemia, fase in cui Facem si è trovata a gestire una quantità di lavoro invidiabile. “Sì, debbo dire che nel post Covid-19 abbiamo visto crescere i volumi in modo sostanziale. Da gli ultimi mesi del 2020 in avanti è stato sicuramente un periodo parecchio gratificante per Facem, non solo per nostra bravura quanto per le difficoltà con cui hanno dovuto confrontarsi i concorrenti. Il fenomeno del reshoring, il riportare le produzioni in Europa, è infatti un qualcosa di cui abbiamo beneficiato molto”.
Un trend positivo che, però, ha iniziato a mostrare le prime crepe già nei mesi finali del 2021. “Dall’ultimo trimestre dello scorso anno ad oggi, invece, con lo schizzare all’insù delle materie prime e dell’energia, come tutte le imprese energivore abbiamo cominciato ad accusare il colpo – spiega Rolle –. E se, per il futuro prossimo, fosse confermato il raddoppio del costo dell’energia che ci stanno prospettando, beh il tutto diventerebbe definitivamente insostenibile”.
Serie di pugni da ko che i vertici di Facem stanno costantemente provando a schivare, consci, comunque, che, andando avanti così le cose, questa difesa ad oltranza non porterà purtroppo a nulla. “I risultati dell’impennata dei prezzi sono devastanti per aziende come la nostra. Ci troviamo costantemente a subire ed in più, per qualche mese, l’export è sceso ai minimi. Al tempo il problema è stato far capire all’americano medio, che adesso magari subisce anche lui gli effetti dell’inflazione ed è più coscio dei problemi conseguenti, il perché gli chiedevamo un aumento del 30, 40%. E questo ha significato perdita di clientela che è andata a comprare altrove. Se prima potevamo contare su un ricco portafoglio di commesse, oggi vediamo che gli ordini piazzati per i prossimi mesi sono assai più radi”.
Nonostante questo quadro poco confortante, all’interno della sede di Forno Canavese non c’è assolutamente voglia di tirare i remi in barca e limitarsi a subire gli eventi. “Ottimisti no, ma neanche catastrofisti – conclude Renato Rolle –. Se no non avremmo comprato da poco un secondo sito produttivo sempre a Valperga, che è a dieci minuti dal quartier generale di Facem. La strategia aziendale rimarrà quella di provare sempre a diversificare, avendo noi interessi in vari tipi di industry tra cui l’automotive, l’agricolo e la ricambistica. Vogliamo anche espandere la nostra presenza in Europa, cercando di coprire in maniera sempre più completa Francia, Svezia, Spagna, Inghilterra, Belgio e Austria”.

ESEMPIO DI PRODOTTI REALIZZATI DA FACEM