Il sistema industriale è da tempo impegnato nella transizione verso un modello di produzione più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Alle complessità di questo passaggio si sono aggiunte le criticità determinate dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. Alcune imprese stanno valutando di spostare la produzione e un’indagine condotta dal Centro Studi Confindustria e il gruppo Re4It fa il punto della situazione. Se ne parla nell’ultimo numero della Rivista di Politica Economica
Specializzata nello stampaggio a caldo dell’acciaio, la Pmi di Forno Canavese si è affermata nel tempo come fornitore di fiducia per imprese appartenenti a diversi settori. A questa versatilità, visibile anche nelle attrezzature per cucina a marchio Trespade, si unisce l’obiettivo da sempre perseguito di espandersi sui mercati esteri, come spiega il sales manager Renato Rolle. I rincari di energia e materie prime, benché sostanziosi, non hanno cambiato i programmi e l’azienda ha aperto un secondo stabilimento
La guerra in Ucraina ha aggiunto instabilità a un quadro già complicato dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime e l’Italia potrebbe risentirne con un rallentamento dell’attuazione del Pnrr. Più in generale la globalizzazione già da diverso tempo segna il passo a favore di un ripensamento complessivo degli scambi globali. Se ne occupa l’ultimo numero della Rivista di Politica Economica e ne parliamo con il direttore Stefano Manzocchi
All’origine della decisione di spostare la produzione dalla Cina all’Italia c’è il fatto di poter lavorare vicini al reparto ricerca, la vicinanza ai mercati di sbocco e il poter contare su fornitori di qualità. Oggi, con i rincari del trasporto via mare, si aggiunge anche il risparmio sui costi. Con l’Ad Matteo Fino ripercorriamo le scelte strategiche dell’azienda di Origgio, specializzata in sistemi di chiusure e sicurezza
Riportare in Italia alcune fasi produttive è un pensiero che accarezza diverse imprese, ciascuna con differenti obiettivi. Lo pensa Massimiliano Zamò, vice presidente di Confindustria Udine, che al tema del reshoring ha dedicato un webinar promosso in collaborazione con Confindustria Alto Adriatico e l’Università di Udine. A livello generale, però, occorre decidere in fretta perché “se le filiere possono essere distrutte in poco tempo, ci possono volere anni per renderle di nuovo operative”
È l’interrogativo che si pongono studiosi e non solo. Ad oggi l’integrazione nelle catene globali del valore non sembra aver penalizzato le imprese italiane, che anzi hanno potuto attutire il colpo grazie alla presenza sui mercati internazionali. Il reshoring resta per ora solo un’opzione. Una riflessione tratta dall’ultimo numero della Rivista di Politica Economica “Traiettorie europee, sfide per l’Italia”
Nonostante le differenze nei metodi, i due candidati alle elezioni presidenziali del 3 novembre Donald Trump e Joe Biden sui rapporti con Pechino hanno posizioni molto più vicine di quanto non si creda. E il “decoupling” resta un obiettivo comune
Il delegato di Finanza per la Crescita di Piccola Industria è convinto che, pur essendo più fragili, le imprese del suo Mezzogiorno siano anche più resilienti. “Serve un grande progetto strategico nazionale, in cui le Regioni giochino il loro ruolo e usino subito i fondi Ue. La Calabria può diventare terra di reshoring”