
La casa è uno dei luoghi chiave per raccontare il prodotto Ditec, marchio ben noto nel mondo per i sistemi di automazione per cancelli, porte da garage, porte industriali e porte automatiche. Casa è anche, però, perfetta metafora per un altro tipo di racconto, quello del piano di rilancio dell’azienda di Origgio, in provincia di Varese. L’esperienza del marchio è, infatti, un perfetto esempio di reshoring, un fenomeno economico di cui tanto si parla ma che resta ancora marginale nella messa in pratica. Ma andiamo con ordine, per capire l’evoluzione dell’impresa.
La Ditec – dal 2009 parte del gruppo svedese ASSA ABLOY, nome di assoluto riferimento mondiale dei sistemi di chiusure e sicurezza, e presente anche a Mogliano Veneto, nel trevigiano, dove si progettano le automazioni per cancelli – nasce nel lontano 1974. La crescita progressiva ma costante, dapprima in Italia, poi nel mondo, ne fa una vera e propria multinazionale “tascabile” di matrice italiana.
A seguito dell’ingresso nel gruppo internazionale, è inevitabile una fase di ottimizzazione dell’assetto logistico-produttivo, con la decisione di delocalizzare alcune linee. Nel 2020, a fronte di uno scenario macro-economico fortemente mutato, ASSA ABLOY prende la decisione di spostare la produzione dalla Cina e dalla Repubblica Ceca e di investire in uno stabilimento produttivo in Italia per rilanciare vendite e occupazione. Di tornare a casa, quindi, a Origgio operando una scelta chiara, valoriale ed economica.

MATTEO FINO
“Ditec è tornata alle sue radici italiane, generando una trentina di posti di lavoro e fornendo ai clienti una rinnovata fiducia nel nostro marchio e nel valore percepito dei nostri prodotti”, spiega Matteo Fino, amministratore delegato dell’azienda, che aggiunge: “Il marchio made in Italy ha dato una notevole spinta alle nostre vendite, grazie alla reputazione globale dell’Italia in fatto di prodotti di altissima qualità e design innovativo; a questo si aggiunge il fatto che il nostro Paese è il centro di eccellenza a livello mondiale dell’industria dei cancelli automatici. L’orgoglio di reinvestire nel sistema Italia è la sintesi di un progetto aziendale concepito in epoca pre-Covid e concretizzatosi a febbraio con precisi obiettivi economici”.
Ma quali sono i motivi pratici dietro alla scelta? A spiegarli è proprio Fino. “Innanzitutto, per un’azienda che qui ha mantenuto la propria ricerca è fondamentale riportare la produzione in Italia: avere la produzione vicino a dove si progettano i prodotti ha evidentemente un valore altissimo”. Ma non è l’unico punto di forza. “C’è poi un vantaggio in termini di distanza dai mercati principali per poter reagire con maggiore tempestività e flessibilità alle richieste”.
I vantaggi peraltro non sono legati solo alla singola azienda, bensì all’intero settore. “C’è tutto un tema che non è evidente per il consumatore finale: quello dell’indotto. L’Italia, soprattutto il Nord-Est e l’Emilia, è una eccellenza assoluta al mondo per quanto riguarda i cancelli automatici. Tornare a casa, significa anche essere più vicini alla catena di fornitori di qualità, ottimizzando un bacino di competenze di altissimo livello e prestigio riconosciuto”. E, seppure la scelta di riportare a casa la produzione sia nata in epoca pre-pandemica, ora sul piatto si aggiungono altri fattori. “Oggi il problema dei costi di trasporto via mare, ci avrebbe comunque portato a cercare urgentemente delle alternative che invece, fortunatamente, avevamo già analizzato e trovato. Certo, il lockdown ci ha fatto ritardare di qualche settimana la messa in atto di un progetto, che, però, era già avviato”.
Ma il virus, per Ditec e le aziende del settore, ha portato anche altre conseguenze. “Dopo il primo lockdown ci siamo resi conto che, mentre i mercati mettevano in evidenza una certa cautela negli investimenti, il settore residenziale assisteva ad una evidente espansione a partire dal luglio dello scorso anno: alla base di questo trend – spiega Fino – riteniamo che ci sia il fatto che il consumatore abbia riscoperto il valore della casa e, mentre spendeva meno in altro, abbia deciso di investire sul proprio comfort e, soprattutto, in sicurezza”.
E aggiunge: “Per Ditec la crescita, unita al ritorno in Italia, significa poter investire ancora di più in innovazione di prodotto. Il nuovo stabilimento di Origgio ha iniziato a produrre a pieno regime all’inizio del 2021, giusto in tempo per cogliere la crescente domanda del mercato. Questo anche grazie al Dna del Gruppo, da sempre caratterizzato da una alta capacità di innovare. L’appuntamento per presentare le novità e, finalmente, incontrare i nostri clienti sarà la fiera Sicurezza 2021 a Milano a novembre”.