
Ambizioso quanto serve, il team composto da medici, esperti di biorobotica e ingegneri biomedici che ha dato vita alla startup Relief sta per mettere sul mercato un dispositivo capace di migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da gravi incontinenze urinarie da stress. Relief – che nel 2020 ha messo assieme un fatturato di 118mila euro attraverso il lavoro di tre dipendenti e due collaboratori – ha il suo quartier generale a Pisa e dal 2019 si sta interessando a una problematica per cui finora è stato estremamente difficile trovare contromisure.

IL PROTOTIPO DI RELIEF
“Tutto parte otto anni fa quando l’allora studente in ingegneria biomedica Tommaso Mazzocchi e l’urologo, oltre che suo amico di famiglia, Novello Pinzi hanno iniziato a pensare ad una possibile soluzione al problema dell’incontinenza – spiega l’ingegnere biomedico e cofondatrice di Relief, Gioia Lucarini (in foto) –. Tommaso ha poi brevettato in sette paesi europei lo sfintere artificiale magnetico e successivamente, qui alla Scuola superiore Sant’Anna, ha illustrato anche a noi l’oggetto della sua ricerca. Era il 2016 e da quel momento in avanti, trovati i necessari finanziamenti, siamo partiti con la realizzazione dei primi prototipi, impiantati in seguito su sei pazienti nelle strutture del Campus Biomedico di Roma”.
Per diventare leader mondiali nel settore, come si augura il team di Relief, servono però altri passi in avanti sulla strada dell’innovazione. Competenze che comunque non mancano di certo a chi sta lavorando giornalmente per tramutare un’idea nella soluzione per una patologia per molti altamente invalidante.
“Nel frattempo, abbiamo vinto alcuni premi, ultimo dei quali l’Italian Master Startup Award 2021, (il riconoscimento PNICube che dal 2007 premia le imprese hi-tech nate dalla ricerca accademica che stanno ottenendo le migliori performance sui mercati, ndr), riconoscimenti che ci hanno anche fatto cambiare approccio al nostro lavoro. Passando di fatto da ricercatori ad imprenditori sotto la spinta degli ottimi risultati scientifici che arrivavano, nell’aprile scorso abbiamo registrato l’entrata nell’asset aziendale di Santex, impresa italiana leader nei prodotti contro l’incontinenza, in grado di garantire l’aumento di capitale di due milioni di euro che ci sta consentendo di ottimizzare il prodotto”, sottolinea Lucarini.
Tra poco, poi sta per prendere il via un secondo studio pilota su venti pazienti, che dovrebbe vedere definitivamente la luce dopo l’ottenimento del placet del Comitato etico e del ministero della Salute. “La speranza è quella di riuscire a fare in tempo a partire il prossimo primo gennaio. Se lo studio dovesse andare bene, a seguire ci sarà tutta la fase regolatoria per arrivare infine alla mappatura CE. L’arrivo sul mercato del dispositivo magnetico endouretrale capace di controllare la minzione dei pazienti è previsto in una finestra temporale compresa tra settembre 2024 a dicembre 2026. Vogliamo sognare in grande, ma non abbiamo alcuna intenzione di puntare a guadagnare subito e fare una exit veloce: vorremo perlomeno vederlo sbarcare sul mercato prima di lasciare ad altri il testimone”, mette in chiaro la cofondatrice di Relief.
Al momento il 92% del mercato delle incontinenze severe è al femminile e un altro obiettivo messo nella lista da Relief riguardava proprio questo aspetto. “Abbiamo voluto cercare una soluzione che potesse andare bene sia per le donne che per gli uomini. Il nostro sfintere artificiale è infatti unisex, assai poco invasivo, facilmente impiantabile in ambulatorio con una procedura che prevede una leggera sedazione locale. Se si pensa quanto possa essere destabilizzante a livello psicologico e psicosociale questo problema, la soluzione offerta dai nostri brevetti potrà andare a colmare il vuoto che ha lasciato fino adesso molte persone, medici compresi, senza risposte”.
Lo step successivo per Relief dovrebbe poi essere quello di provare a traghettare le conoscenze tecnologiche acquisite anche in altri campi della medicina, per potersi così occupare di ulteriori patologie. “Non posso ancora dire in quali settori verranno applicate nel prossimo futuro, ma l’interesse di Relief a trovare nuovi spazi d’azione è indubbio”, conclude l’ingegnere Lucarini.