ProPHOS Chemicals è un’azienda chimica di Cremona che produce polveri per estintori ed è leader nel settore sia in Italia che nei paesi europei e nel Middle-East.
L’attenzione alla sostenibilità ambientale ha spinto l’azienda ad investire nella ricerca per sviluppare prodotti e servizi innovativi fino ad ottenere importanti investimenti anche in ambito europeo.
Già “Pmi Innovativa” (ovvero iscritta nell’apposito registro imprese delle Camere di commercio, ndr) è stata recentemente selezionata per un finanziamento di quasi due milioni di euro nell’ambito dello Sme Instrument di Horizon 2020 per il progetto PHOSave.
Abbiamo intervistato il Ceo di ProPHOS William Grandi, che ha iniziato a far parte dell’azienda negli anni Novanta come responsabile commerciale Italia, dal 2010 è nella compagine societaria e attualmente continua a occuparsi degli aspetti commerciali e dello sviluppo di nuovi progetti che hanno portato ad una trasformazione profonda della realtà.
Prophos vanta un brevetto e il finanziamento del programma Horizon 2020. Quanto è difficile essere una Pmi innovativa in Italia?
È una grande sfida, sia mentale sia imprenditoriale, ma è fondamentale nei confronti del paese Italia. Credo che la difficoltà più grande si sviluppi all’interno dell’impresa, il messaggio di cambiamento non è sempre accettato con positività, specialmente se le abitudini sono consolidate da anni.
Non bisogna vedere le difficoltà a essere una Pmi innovativa, anzi la vedo una grande opportunità di crescita e di sviluppo per la propria impresa, grazie all’introduzione di nuove metodologie di lavoro, competenze umane, ricerca, sviluppo di know-how, che ci consentono di essere competitivi in un mercato globale e ci permettono di essere un passo avanti rispetto al mercato.
Le leve fiscali e finanziarie messe in campo aiutano questa fase di cambiamento delle Pmi. ProPHOS Chemicals è anche iscritta al registro delle Pmi Innovative.
In cosa consiste il vostro progetto PHOSave e perchè è innovativo?
Il Progetto PHOSave nasce da un brevetto di ProPHOS Chemicals per il recupero del fosfato monammonico e del solfato ammonico, materie prime fondamentali per la produzione delle polveri antincendio di cui ProPHOS è il primo produttore Italiano.
Le polveri antincendio contenute nell’estintore devono essere sostituite in Italia ogni 36 mesi (norma Uni) e il prodotto di risulta viene catalogato come rifiuto non pericoloso.
Il progetto consiste nel recupero del rifiuto “polvere antincendio” tramite un impianto, unico in Europa, che permette l’asportazione dell’olio siliconico, additivo aggiunto durante il processo di produzione delle polveri antincendio con lo scopo di renderle idrorepellenti, e il riutilizzo delle stesse come materia prima per la produzione dei fertilizzanti. In questo modo si potrà recuperare il 95% del materiale e evitare di doverlo smaltire in Germania.
L’ innovazione è nello sviluppo del processo produttivo e nella ricerca avvenuta all’interno del reparto R&D di ProPHOS Chemicals. È dunque tutta farina del nostro sacco.
Chi vi ha sostenuto nella partecipazione al bando di Horizon 2020? Quanto è stato determinante?
Per lo sviluppo del bando devo ringraziare in primo luogo i miei collaboratori, che hanno creato e creduto nel progetto e nella vittoria finale dell’Horizon 2020, secondo partner è stato il sistema confindustriale partendo dalla mia Territoriale di Cremona, da Confindustria Lombardia “EEN (Enterprise Europe Network)” fino a Confindustria Bruxelles, che sono stati di supporto nella fase di studio delle regole di Horizon 2020 e nella fase di controllo durante la stesura del progetto.
Era il terzo tentativo che facevamo. Sapevamo che il progetto era valido, per questo stavolta abbiamo lavorato di più sulla forma e sulla presentazione e ce l’abbiamo fatta.
Quali progetti avete per il futuro?
A settembre abbiamo inaugurato il nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo introducendo nuovi ricercatori e nuova tecnologia. Grazie al progetto PHOSave svilupperemo nuovi fertilizzanti attraverso l’utilizzo di biostimolanti e microorganismi. Sicuramente la sfida più avvincente sarà quella di migliorare l’internazionalizzazione della ProPHOS.