di Alessandro Spada, Vicepresidente Vicario Assolombarda
Milano ha compiuto il salto di qualità per essere definita “città globale”. Se fino a pochi anni fa, nel 2009, il Financial Times definiva la città “Europe’s Cinderella”, ora il suo ruolo nel con- fronto mondiale viene riconosciuto da più parti. Basti pensare che Peter Taylor, tra i massimi esperti di geografia economica, pone il capoluogo lombardo al 12° posto nella ristretta élite delle “alpha city”, le città con il più elevato grado di integrazione economica mondiale. Un posizionamento dovuto agli imprenditori e alle imprese che, sullo slancio del successo di Expo, hanno investito capitali ed energie nella crescita del Pil milanese, che avanza a un ritmo doppio rispetto a quello italiano.
Milano ha così consolidato il ruolo di traino del Paese e di punto di forza nell’ecosistema imprenditoriale italiano come evidenzia l’indagine dell’“Osservatorio Milano”, realizzata da Assolombarda in partnership con il Comune di Milano e in collaborazione con i principali centri studi ed esperti del territorio, giunta nel 2018 alla sua seconda edizione.
Il capoluogo lombardo emerge come un’area metropolitana dalla struttura economica robusta e altamente diversificata, che mostra i maggiori primati nelle attività economiche e gode di un’elevata reputazione su scala internazionale. Sono due i modelli di sviluppo evidenziati nell’Osservatorio: da un lato Milano insegue una direttrice tecnico-scientifica che parte dall’attrazione dei talenti, attraversa il sistema universitario e di ricerca, sfocia nel trasferimento tecnolo- gico e nell’innovazione, percorrendo comparti economici più storici come la manifattura, oggi in evoluzione verso il 4.0, ma anche filiere più recenti come quella delle scienze della vita.
Dall’altro, dimostra una crescente attrattività sul fronte turistico, insieme a una radicata identità di città d’arte, cultura e design. Inoltre, Milano detiene un altro primato con più di 4.200 multinazionali estere localizzate qui, un terzo delle circa 13mila totali con sede in Italia. Non a caso il Financial Times questa volta include Milano tra le top 10 “Global city of the future” europee, proprio in virtù del suo potenziale economico e della strategia di attrazione degli in- vestimenti esteri. Ma per essere realmente competitiva, una città deve dimostrarsi inclusiva e sostenibile da un punto di vista sociale. Da un lato, alla crescente attrattività verso talenti e studenti internazionali si contrappone il rischio di una mancata valorizzazione del nostro capitale giovanile, come traspare dai dati di disoccupazione, di abbandono scolastico e di incidenza del fenomeno Neet.
Per quanto riguarda il lavoro dobbiamo insistere per una maggiore interazione tra università e imprese per investire maggiormente sui giovani, che sono i nostri ambasciatori nel mondo e gli imprenditori di domani, e sulle donne, ricercando maggior partecipazione femminile. Occorre, infine, saper coniugare sviluppo e sostenibilità; Milano, infatti, appare alla ricerca di un equilibrio tra nuovi e ambiziosi progetti e spazi verdi. E al pari di quanto accade nelle più avanzate realtà urbane deve essere sempre più pensata come smart city.