
È partito pochi giorni fa dalla città di Brescia il nuovo ciclo degli Innovation Days, che si conferma come uno degli appuntamenti più importanti e strategici per supportare la crescita e l’innovazione delle imprese italiane.
Organizzato da Confindustria e Il Sole 24 Ore, con la collaborazione di Sistemi Formativi Confindustria, Confindustria Innovation Hub e il supporto di 4.Manager, l’evento rappresenta un’opportunità unica per le aziende italiane che desiderano affrontare le sfide del futuro con strumenti concreti e strategie vincenti, per competere con successo nel panorama globale.
Nell’edizione di quest’anno il roadshow farà tappa in sette città italiane, offrendo aggiornamenti e spazi di confronto su temi cruciali per l’evoluzione imprenditoriale: dall’IA per ottimizzare produzione e governance all’efficientamento energetico per contrastare il caro energia, fino ai finanziamenti per digitalizzazione, transizione green e internazionalizzazione.
Presidente Cuzzilla, perché gli Innovation days sono una vetrina importante per la comunità di imprenditori e manager e qual è per voi il valore aggiunto?
Gli Innovation Days hanno sempre raccontato i percorsi di cambiamento dell’industria italiana, valorizzando le eccellenze e le realtà che, prima o meglio di altre, hanno intrapreso la strada dell’innovazione. È una vetrina del meglio dell’economia del nostro Paese.
Con il rinnovo del contratto dei dirigenti, che riconosce a 4.Manager un ruolo strategico nella diffusione della cultura d’impresa e manageriale, rafforziamo il nostro impegno a sostenere gli Innovation Days 2025, un’iniziativa che seguiamo da tempo, per offrire strumenti concreti a imprenditori e manager. È un’occasione preziosa per fare rete e attivare un networking di qualità, grazie a una sinergia consolidata che può davvero guidare il cambiamento.
Secondo i dati Istat elaborati dall’Osservatorio 4.Manager, il 55% delle imprese che non hanno ancora adottato tecnologie di IA cita la mancanza di competenze interne come principale ostacolo. È per questo che le competenze manageriali sono oggi più che mai il vero valore aggiunto: un motore dell’eccellenza italiana, capace di accrescere la competitività e generare best practice replicabili nel Sistema Paese.
Quali sono le priorità per le Pmi dal suo punto di vista?
I dati dell’Osservatorio 4.Manager ci dicono che solo il 2,8% delle Pmi italiane presenta un livello molto alto di innovazione digitale, a fronte di una media Ue del 4,4%. È un segnale che ci impone di accelerare.
Serve fare sistema, unendo le forze tra imprese, manager e istituzioni per promuovere concretamente l’innovazione. Le tecnologie – dalla robotica all’IA – sono sempre più pervasive e servono leadership manageriali in grado di governare questa transizione.
La trasformazione digitale guidata dall’IA è una sfida complessa, ma anche un’enorme opportunità. La vera chiave sarà mantenere l’intelligenza umana al centro del processo.
In che modo i manager possono offrire supporto alle Pmi?
L’innovazione e l’IA rappresentano una rivoluzione copernicana, che richiede ai manager di aggiornare competenze, visione e concezione del valore. È positivo notare che le imprese che utilizzano l’IA sono cresciute, passando dal 5% del 2023 all’8,2% del 2024. Tuttavia, per consolidare questo trend serve puntare sulla managerializzazione delle Pmi.
Le competenze manageriali sono fondamentali per accompagnare le imprese nella gestione delle transizioni e nel raggiungimento di un rilancio competitivo del Paese. Serve un cambio di mentalità: dobbiamo abbandonare vecchie certezze per adottare nuove soluzioni organizzative, capaci di abbracciare l’innovazione senza rinunciare all’identità.
In questo processo, è fondamentale valorizzare le competenze femminili, attingendo alle loro qualità distintive – come il pensiero laterale, la capacità di problem solving e una visione sistemica – che rappresentano un contributo strategico per affrontare con successo le trasformazioni in atto.
Da anni si sottolinea l’importanza della managerializzazione. C’è maggiore sensibilità oggi da parte delle imprese su questo aspetto? Qual è la sua opinione come presidente di 4.Manager?
Sì, imprenditori e manager hanno capito di essere due facce della stessa medaglia, un’alleanza che si è già dimostrata vincente. Per questo motivo 4.Manager punta su un ecosistema dell’innovazione che integri promozione delle competenze manageriali e diffusione della cultura d’impresa. Attraverso progetti con i Digital Innovation Hub di Confindustria, imprese e manager hanno già collaborato su temi cruciali come digitalizzazione, sostenibilità e finanza Esg.
Imprese e manager lavorano insieme su traiettorie di sviluppo concrete. Ma c’è un fronte sul quale vogliamo insistere: le Pmi non devono essere lasciate da sole, soprattutto nei momenti più delicati, come il passaggio generazionale, decisivo per garantire la continuità d’impresa e procedere verso nuove fasi di crescita.
Solo dove la passione dell’imprenditore incontra la strategia del manager, dove la visione si integra con il metodo, nasce l’alleanza perfetta per governare l’innovazione e favorire lo sviluppo.
Non si tratta di iniziative isolate, ma di un disegno organico, in piena sinergia con Confindustria e Federmanager, per rafforzare la competitività del sistema produttivo italiano, senza lasciare nessuno indietro.