“Come altre aziende, Microsoft compresa, anche noi abbiamo mosso i primi passi in un garage. Nel 2005, mia sorella ed io avevamo messo su due imprese in un ambito commerciale molto diverso tra loro, ma poi la grande crisi che tre anni dopo ha colpito l’economia mondiale ci ha costretti a rivedere i piani e farle confluire in Astim”, esordisce Maurizio Minghelli, socio fondatore ed amministratore delegato della Pmi romagnola –. Scelta di virare verso il mercato delle emergenze, per capirci a supporto di Guardia Costiera e mezzi navali dei Vigili del fuoco impegnati nella difesa dell’ambiente marino, che ha subito pagato ottimi dividendi, permettendoci in seguito di crescere molto anche nel settore della pirateria marittima”.
Di base a Ravenna, la Astim – 3 milioni di euro di fatturato nel 2020 a fronte di 20 dipendenti – si è progressivamente conquistata un campo d’azione assai variegato, intercettando, attraverso la realizzazione di prodotti, sistemi, servizi e soluzioni integrate ad alta tecnologia, l’interesse non solo di cittadini e comunità, ma anche di governi e forze armate. Servizi di protezione e sicurezza in cielo, terra, mare oltre che cyberspazio in grado di essere attivati al bisogno. “Ormai l’80-90% del nostro fatturato viene da difesa e aerospazio. Capacità sviluppate in vari settori che ci hanno permesso di farci notare pure dalla nostra Marina Militare, diventando leader nel mercato del combattimento anfibio – sottolinea Minghelli –. Non lavoriamo per conto terzi, ma facciamo tutte quelle cose che non rientrano, per vari motivi, nel campo d’azione di Leonardo. Non siamo, insomma, loro competitor”.
Impegno costante nel migliorare il proprio posizionamento nel mondo della sicurezza e non solo che, per Astim, è sempre passato anche per consistenti investimenti. “A partire dal 2011 ho deciso di prendere tra il 10 e il 12% del fatturato e iniziare ad investire nel ramo della ricerca e sviluppo. Curare pure questo aspetto della crescita aziendale ci ha consentito di raggiungere, negli ultimi tempi, risultati importanti, anche se quello che speravamo di raccogliere nel biennio precedente è arrivato invece nel 2020, dodici mesi in cui siamo riusciti a triplicare il fatturato fino a toccare i tre milioni di euro. Giro d’affari che, nel prossimo decennio dovremmo riuscire a stabilizzare intorno agli otto milioni”, spiega l’ad dell’azienda ravennate.
Il progetto di incremento delle potenzialità commerciali prevede, tra le altre cose, pure l’aumento della forza lavoro. “Penso che nel giro di cinque, sei anni non saranno meno di 50 i dipendenti della Astim. Nel frattempo, si può dire che neanche il Covid-19 ci ha rallentato granché: il suo impatto sul lavoro aziendale è stato sostanzialmente irrilevante visto che, essendo tra le imprese strategiche, siamo stati tra i primi a ricevere l’autorizzazione a tenere aperto lo stabilimento per mantenere attiva l’operatività di alcuni sistemi”.
Ma non è tutto rose e fiori neppure nel giornaliero della Pmi romagnola, colpita, come molte altre realtà italiane, dal problema dell’approvvigionamento dei materiali. “Il rischio, al momento, è quello di avere nel 2022 un portafoglio ordini di notevole ampiezza e non riuscire però a tradurlo in fatturato per la mancanza delle materie prime. In più soffriamo anche per gli embarghi decisi dalla Ue verso paesi del Medio Oriente in cui operiamo abitualmente”.
Anche la sintonia con il territorio e le sue istituzioni è per Astim un aspetto importante, considerato il non certo comune spazio commerciale in cui si muove l’azienda ravennate. “Facciamo un mestiere che non può prescindere dalle tante autorizzazioni necessarie. Dobbiamo quindi continuamente aggiornare i nostri interlocutori istituzionali, mentre loro devono aver presenti le nostre esigenze per poterci supportare – chiarisce Minghelli –. Pure il rapporto con le scuole è fondamentale: investiamo infatti molto sui giovani con l’obiettivo di riuscire a trovare i migliori talenti”.