
La diciannovesima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, sfida di alto livello tra i più innovativi progetti d’impresa high-tech italiani, ha infine portato sotto i riflettori i vincitori dell’annata 2021. A meritare il primo posto assoluto tra le sedici superfinaliste scelte dalla giuria composta da esponenti del mondo dell’impresa, della ricerca universitaria e del venture capital, è stata la startup lombarda Sinergy Flow, in grado di proporre un’idea tecnologica di accumulo energetico a basso costo. Progetto capace di agire concretamente nel solco della transizione energetica, sfruttando una batteria innovativa a celle di flusso, sostenibile, ad alta efficienza e prodotta con materiali abbondanti e poco costosi (in alto il momento della premiazione).
“Abbiamo di fronte sfide fondamentali, anche oltre la pandemia – ha sottolineato Alessandro Grandi, presidente di PNICube –. Come il cambiamento climatico, la competitività, il rinnovamento delle strutture industriali ed economiche del Paese. I progetti presentati al PNI dimostrano, una volta di più, di poter fornire un contributo determinante a queste sfide, con soluzioni altamente innovative e concrete”.
Oltre alla Sinergy Flow – a segno nella categoria Miglioramento della sostenibilità ambientale –, hanno vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione 2021 anche la startup Adaptronics (Emilia Romagna), che, nella categoria Produzione industriale innovativa, ha presentato un progetto per rivoluzionare in senso sostenibile la logistica nel trasporto merci, mentre, in quella Tecnologie dell’informazione e dei nuovi media ha avuto la meglio Algor (Piemonte e Valle d’Aosta), in grado di utilizzare l’intelligenza artificiale per rendere l’istruzione realmente inclusiva.
Il PNI è andato poi, nella categoria Miglioramento della salute delle persone, ad un’altra espressione delle regioni Piemonte e Valle d’Aosta come Fidelio Medical, capace di presentare nelle giornate dell’appuntamento romano la prima soluzione diagnostica digitale per lo screening e il monitoraggio della carenza di ferro. A queste quattro startup vincitrici dei premi settoriali sono stati assegnati altrettanti assegni da 25mila euro.
Nel corso della giornata conclusiva del PNI, business plan competition promossa dall’associazione PNICube e ospitata quest’anno dall’università romana “Tor Vergata” con il sostegno della Regione Lazio, di Lazio Innova, Unindustria, con la main partnership del Gruppo Iren e la main sponsorship di Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Innovation Center e Gilead Sciences, le proposte delle sedici finaliste sono state analizzate e valutate tenendo conto di criteri basati sul valore del contenuto tecnologico o di conoscenza, sulla loro realizzabilità tecnica e potenzialità di sviluppo, ma anche mettendo sul piatto della bilancia l’adeguatezza delle competenze del team oltre che l’attrattività per il mercato delle idee portate di fronte alla giuria della diciannovesima edizione del PNI.
Nato nel 2003 per diffondere la cultura imprenditoriale nel sistema della ricerca e sostenere la nascita di imprese ad alto contenuto di innovazione, il Premio Nazionale per l’Innovazione ha avuto il piacere di selezionare e successivamente accompagnare verso le sfide proposte dal mercato 899 startup, al ritmo di circa 50 l’anno. Impegno che ha permesso di mettere in rete i network locali – enti pubblici, investitori, imprese dei territori e le 51 università aderenti al circuito – e accorciare le distanze tra ricerca e mercato.
Sarà possibile rivedere la finale del PNI 2021, a cui hanno partecipato esponenti del mondo dell’impresa e delle istituzioni come i ministri Maria Cristina Messa (Università e Ricerca), Enrico Giovannini (Infrastrutture e della Mobilità sostenibili) e Alon Simhayoff, vice ambasciatore d’Israele, sul canale Youtube dell’ateneo “Tor Vergata”.