La seconda edizione è sempre quella più difficile, quella dove l’adrenalina della novità questa volta si ricarica con un format rivisitato, che mantiene inalterata la qualità dei contenuti e punta a raggiungere un pubblico più ampio, grazie alla possibilità non solo di seguire gli eventi da remoto, ma anche di visitare gli stand interattivi degli espositori riprodotti in 3D, creando un vero e proprio Expo digitale.
Così è stato per la due giorni di Connext, il 2 e 3 dicembre, che ha registrato al MiCo di Milano circa 6.300 partecipanti, oltre 610 brand presenti sul marketplace, di cui 118 internazionali, 2mila B2B, 200 startup coinvolte nel bando, di cui 20 premiate per progetti originali ad alto valore aggiunto, e 97 eventi in calendario.
Ad aprire la manifestazione è stato Alberto Marenghi, vice presidente Confindustria con delega all’organizzazione, lo sviluppo e il marketing. A lui il compito di riprendere il filo dopo l’edizione del 2020, annullata a pochi giorni dall’avvio a causa dello scoppio della pandemia da Covid-19, e di stimolare la comunità degli imprenditori a scommettere sulla ripartenza. “Quando tutto sembra andare male, ricorda che gli aerei decollano controvento, non con il vento a favore – ha affermato richiamando una celebre frase di Henry Ford –. Da Connext partono nuovi percorsi di crescita, in un mondo diverso. Le tecnologie 4.0, il digitale, la contaminazione, così come partenariati e reti sono basi imprescindibili del nuovo modo di competere sui mercati”.
Il tema della collaborazione ha contraddistinto anche il saluto di Maurizio Marchesini, vice presidente Confindustria con delega alle Filiere e alle medie imprese, intervenuto subito dopo Marenghi nella presentazione condotta dal giornalista e conduttore radiofonico di Radio 24 Sebastiano Barisoni. “Alla base di Connext – ha spiegato – c’è la collaborazione, le partnership pubblico/privato, le contaminazioni tra startup, Pmi e grandi imprese, e l’innovazione, che percorre trasversalmente questo spazio espositivo”. Da Marchesini anche l’accento posto sul rafforzamento delle filiere, divenuto prioritario proprio a seguito della pandemia. “Questa ci ha insegnato che occorre accorciarle – ha spiegato – e che occorre gestire in maniera collaborativa le produzioni strategiche nazionali nello scenario europeo. Vale per tutti i settori produttivi”.
Attorno ai 4 driver Fabbrica Intelligente, Città del futuro, Pianeta sostenibile e Persone scienze della vita e progresso, si sono dunque articolate le due giornate, contraddistinte da un clima di palpabile allegria per il ritrovare colleghi, partner e collaboratori nuovamente in presenza dopo le restrizioni per la pandemia.
All’iniziativa, aperta anche ad aziende non iscritte al Sistema, hanno partecipato università, centri di ricerca, la rete dei Digital Innovation Hub e dei Competence Center, partner istituzionali come ICE Agenzia, nonché 40 associazioni dell’universo Confindustria, mentre la presenza internazionale è stata resa possibile grazie al lavoro di realtà associative quali BusinessMed, E4Impact, Confindustria Assafrica e Mediterraneo e le Rappresentanze estere Confindustria Est Europa e Confindustria Russia.
Connext è stata anche l’occasione per il debutto di Giovanni Baroni, in qualità di presidente di Piccola Industria Confindustria. Eletto il 30 novembre scorso, il nuovo leader dei piccoli ha aperto il 3 dicembre la premiazione del Contest Percorso Startup, iniziativa promossa da Confindustria, in collaborazione con RetImpresa e Luiss e con la partnership tecnica di Luiss EnLabs e Digital Magics, finalizzata a selezionare 20 realtà capaci di presentare idee innovative e sostenibili in settori strategici del mercato.
“Sono felice di poter lanciare da questo palco – ha affermato – nella mia prima uscita pubblica nel ruolo di presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria, un messaggio di saluto e incoraggiamento alle startup, che incarnano appieno i valori dell’innovazione e del coraggio tipico di chi fa impresa. Realtà alle quali la Piccola Industria è per mission istituzionale da sempre vicina con tanti progetti e iniziative”. “Le startup – ha aggiunto – rappresentano una priorità nella nostra visione per accompagnare e sostenere l’innovazione del sistema produttivo nazionale nell’affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale. Sono acceleratori di innovazione e di competenze, un fattore di positiva contaminazione per il sistema italiano delle Pmi che può offrire loro solide strutture organizzative, risorse, reti logistiche e commerciali e mezzi per competere ed entrare nel mercato, in una logica win-win”.
Baroni è intervenuto anche all’evento “L’Open Innovation e il Corporate Venture Capital in Italia”, organizzato da Assolombarda e nel quale sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio realizzato dall’associazione insieme con InnoVup, con la partnership scientifica di Infocamere e del Politecnico di Milano, nonché il supporto di Confindustria, Piccola Industria e AnciLab per la segnalazione dei casi di successo.
“L’Open Innovation – ha affermato – è una grande occasione per le nostre imprese, ma anche per le startup e per tutti i soggetti esterni con i quali creare un circolo virtuoso. Già nel 2013 Piccola Industria aveva lanciato il progetto AdottUp e, anche se negli anni il contesto al di fuori è cambiato tanto, il concetto di base è lo stesso ed è la contaminazione di idee. Da imprenditori sappiamo che questi percorsi ci permettono di diventare più forti e resilienti e di superare momenti complessi come la pandemia. Chi, ad esempio, ha affrontato quest’ultima in modo migliore? Chi aveva fatto un percorso non soltanto tecnologico ma anche culturale ed è stato quindi in grado di usare gli strumenti che la tecnologia propone. Ecco l’Osservatorio serve a fare una fotografia e a creare una community su questi temi”.