La storia della Corte Parma Alimentare srl è una storia di chi sa cominciare e ricominciare da zero. Il settore è quello della grande distribuzione. Il comparto, molto specifico, quello dell’affettamento e confezionamento di salumi, formaggi e prodotti alimentari sostitutivi del pasto. Nata nel 2001, dopo alterne fortune viene ceduta nel 2006 ad un noto Gruppo del lattiero-caseario-macellazione. Un anno dopo entra in squadra Egidio Amoretti, 15 anni di esperienza variegata per territori, settori e competenze. L’azienda riparte, all’interno del Gruppo, con ottimi risultati. Ma nel 2011 cambia la governance, ed è di nuovo discesa. Il Gruppo vuole venderla, Amoretti decide di acquistarla, in società con la famiglia Brivio, nonostante nel frattempo avesse perso il 60% del fatturato. “Prima dipendente, poi manager, poi questa scelta dopo i 40 – ironizza –. Sono arrivato a essere imprenditore abbastanza tardi”.
Si ingrana una nuova marcia. Ai salumi formaggi si affiancano i prodotti composti, piadine e focacce farcite. A partire dal 2013 si scommette sull’estero. “Per quasi 10 anni ho fatto il direttore commerciale su pae-si esteri, avevo un’esperienza pregressa”. Esperienza pregressa che comincia come operaio, intorno ai 25 anni, in una fabbrica francese. Da zero. Il risultato è che quest’anno l’estero rappresenterà più del 60% del fatturato, con ampi margini di miglioramento. “L’obiettivo nei prossimi 3 anni – spiega Amoretti – è portare il peso del fatturato estero all’80%”. Il target è solo l’Europa. Per una questione di qualità. “La mia idea non è andare all’estero come se fosse tutt’un altro mercato. Abbiamo l’ambizione di trattare il cliente straniero come se fossimo un’azienda locale”. È così persino nell’esigentissima Francia, dove l’anno prossimo il fatturato sarà superiore a quello realizzato in Italia. Una scelta che comporta successo ma, prima, rischio. Investimenti di tempo, denaro, risorse umane, studio e preparazione. “Il tempo medio per andare a sviluppare un mercato va dai 2 ai 3 anni. È un investimento pesante, soprattutto per una piccola o media azienda”. Ai nuovi mercati vengono dedicati anche prodotti specifici. “Abbiamo lanciato una gamma importante con investimenti mirati, dedicati solo alla Francia”. Lo stesso vale per le risorse. Una delle caratteristiche delle persone selezionate è essere curiosi del mondo, competenti ma anche in grado di cogliere interessi, tendenze, gusti di un particolare ambiente umano e geografico. “Non vale solo per chi si occupa di commerciale – spiega Amoretti – ma anche per gli addetti a qualità, logistica, sviluppo prodotti. Sono tutti coinvolti. Per questo, accanto a quelli sulla produzione, sull’amministrazione, sull’organizzazione aziendale, i corsi di lingua, specialistica, sono fondamentali: mettono i nostri collaboratori in grado di cogliere gli aspetti che ci interessano quando, periodicamente, fanno brevi soggiorni all’estero, vedono i punti vendita, assorbono ambiente, cultura e trend di mercato”. Nuovi trend che si vedono al ristorante anni prima che al supermercato, e che è prezioso cogliere sul nascere, per un’azienda che si rinnova continuamente. “Non aspetto che il prodotto diventi vecchio. Ogni 2 anni sostituiamo almeno il 20% dei prodotti. In Francia, tra 2013 e 2014, abbiamo creato una nuova gamma che ha tolto i 2/3 dei precedenti, ma abbiamo raddoppiato il fatturato”. E per ogni nuovo prodotto cambiano le modalità di produzione, le caratteristiche, le norme igienico-sanitarie: occorre ri-formare tutti.
È così che in una manciata di anni i debiti contratti per rilevare l’azienda sono stati riassorbiti. Allora il rilancio, un’altra partenza da zero: l’acquisto dello stabilimento, ora in lavorazione e destinato ad accogliere, in due unità diverse, le due principali linee produttive. “Nel 2011 mi hanno detto che ero matto a comprare un’azienda quando gli altri le chiudevano, investendo personalmente. Ora mi danno ancora più del matto perché siamo riusciti a saturare lo stabilimento e ne abbiamo comprato uno nuovo. Vogliamo dedicare uno spazio apposito a formaggi e composti, stiamo facendo investimenti a 7 cifre per consentire a questo ramo di crescere autonomamente. Dovremmo essere pronti tra seconda metà 2016 e inizio 2017”.
Il risultato è che l’anno scorso l’occupazione è aumentata del 40%, e quest’anno crescerà comunque a due cifre. A settembre l’azienda dovrebbe contare, in tutto, 100 occupati, ma con i nuovi impianti la capacità produttiva diventerà doppia, in grado di dare lavoro a 150 addetti. Opportunità aperte, soprattutto, a giovani. L’età media è 30 anni. Il tasso di ricambio praticamente nullo: tanti sono arrivati, ma, a parte due trasferiti all’estero, non se ne è andato nessuno. “Le persone con cui ho iniziato anni fa sono tutte qui, possiamo fare investimenti a lungo termine per farli crescere. Ho responsabili di turno, filippini, arrivati a 19 anni come apprendisti e oggi sono responsabili per 25-30 persone ognuno. Un altro ancora è sordomuto, gli abbiamo messo una serie di strumenti a disposizione, abbiamo imparato a comunicare e adesso è responsabile di reparto. Un ragazzo incredibile, se ne avessi 100 così conquisterei il mondo”.
Rinnovamento continuo e formazione sono nel dna dell’impresa e nella storia in prima persona di chi le ha dato l’identità che ha oggi. “Vengo da una famiglia di imprenditori, in estate si andava a lavorare in fabbrica, era normale farsi un mese di lavoro e uno di vacanza. Ho una preparazione specialistica, di 5 anni, alla Bocconi, e quando, dopo gli studi, mio padre mi ha mandato in una grande azienda, in Francia, mi ha detto “ora ricomincia a studiare, ma su quello che lavori”. Quindi tanto studio e tanta esperienza sul campo, dove si produce. Per questo la collaborazione con Fondimpresa (il Fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil Cisl e Uil), che consente di volgere la formazione verso le esigenze più specifiche di ogni azienda, è stata conseguenza naturale, e se gli investimenti di Corte Parma in attività formative superano i finanziamenti disponibili, è preziosa la flessibilità di strumenti, che consente anche di avvalersi di “una realtà di formazione come Cisita, affidabile e molto vicina al mondo industriale”.
Ed è, sostiene Amoretti, l’imprenditore stesso il primo che deve crescere con la formazione. “Il mondo oggi è molto sfaccettato, chi fa impresa, oggi, non può conoscere solo la produzione, deve avere competenze dappertutto. Io ho la mania di leggere, fare seminari web, non ho tempo di staccarmi per 2 settimane e fare un corso approfondito ma anche la mezza giornata o un paio d’ore di confronto con persone preparate sono tutte occasioni di crescita importante. La creazione di nuovi posti di lavoro si può fare solo così”.