
Il 24 e 25 maggio si è tenuto a Bruxelles un Consiglio europeo straordinario per discutere di pandemia Covid-19, cambiamento climatico e soprattutto di politica estera, con i suoi molteplici e complessi campi aperti e l’inaspettato e improvviso convitato bielorusso. Nonostante le aspettative della vigilia e ore di dibattito intenso e acceso, la montagna ha partorito un topolino su tutti i punti in discussione. In particolare il Consiglio, sottolineando l’importanza sia della campagna vaccinale per garantire le riaperture che della vigilanza sulle varianti, ha confermato l’impegno a rafforzare il coordinamento tra gli Stati membri prima dell’estate.
I leader hanno accolto con favore l’accordo raggiunto sul certificato Covid digitale dell’Ue, chiedendone la rapida attuazione entro fino giugno, e dato mandato alla Commissione per una proposta di revisione entro metà giugno della raccomandazione del Consiglio sui viaggi non essenziali nell’Ue.
Cambiamento climatico
I 27 avrebbero dovuto dare delle linee guida alla Commissione su come ripartire lo sforzo climatico tra gli Stati membri, in particolare quante emissioni dovrebbe tagliare ciascun Paese e quante per settore.
L’accordo generale sugli obiettivi verso la neutralità climatica entro il 2050, in particolare il target di una riduzione di almeno il 55% entro il 2030, era già stato raggiunto a dicembre. Alla vigilia del Consiglio la bozza di conclusioni si è sempre più assottigliata per le divergenze tra i 27, in particolare per l’attivismo polacco e dei paesi Visegrad contro la deriva ideologica dell’approccio proposto.
Saltato il paragrafo sul cosiddetto effort sharing, il testo finale chiede alla Commissione di presentare un pacchetto legislativo, insieme ad una accurata valutazione di impatto ambientale, economico e sociale a livello degli Stati membri, rinviando la discussione dopo l’adozione di Fit for 55.
Il Consiglio ha espresso anche soddisfazione per il rinnovato impegno degli Stati Uniti per l’accordo di Parigi e sottolineato la disponibilità a lavorare con i membri del G20 per aumentare le ambizioni in vista della riunione della COP26 a Glasgow.
Dossier Bielorussia
Il dirottamento dell’aereo Ryanair per il sequestro di un dissidente bielorusso ad opera del regime di Lukashenko, molto legato a Mosca, ha costretto i 27 leader dell’Ue a rivedere sostanzialmente l’agenda dei lavori, dedicando al punto gran parte della discussione del primo giorno.
I leader hanno richiesto il rilascio del giornalista e della sua compagna, chiesto al Consiglio di adottare misure per vietare il sorvolo dello spazio aereo dell’Ue da parte delle compagnie aeree bielorusse e impedire ai voli operati da tali compagnie aeree di accedere agli aeroporti dell’Ue, e invitato l’Alto Rappresentante a presentare proposte per adottare quanto prima sanzioni nei confronti di persone ed entità.
Ma, chiaramente, il tema Bielorussia è legato a doppio filo a quello dei rapporti dell’Unione con la Russia di Vladimir Putin.
Su questo fronte i capi di Stato e di Governo dell’Ue avevano già programmato una discussione strategica sulla Russia per la cena del primo giorno.
Nonostante un dibattito sulle relazioni con Mosca, anche alla luce del fatto che il 70% degli investimenti diretti in Russia è europeo e che i leader riconoscono la necessità di un approccio meno difensivo, le conclusioni sono poco contundenti.
I leader hanno confermato i cinque principi che guidano la politica dell’Ue sulla Russia dal 2016:
- piena applicazione degli accordi di Minsk sull’Ucraina;
- relazioni più strette con i vicini della Russia;
- rafforzamento delle difese dell’Ue alle minacce russe;
- dialogo selettivo con la Russia su alcune questioni di interesse comune come il terrorismo;
- sostegno per i contatti diretti tra cittadini.
Il Consiglio ha inoltre incaricato l’Alto rappresentante e la Commissione di presentare un rapporto sulle relazioni Ue-Russia in vista del prossimo Consiglio europeo di giugno, che sarà molto condizionato però dagli esiti del confronto tra Biden e Putin a Ginevra il prossimo 16 giugno.
Post Brexit
Fra i punti discussi anche i nuovi rapporti con il Regno Unito. Come è noto, il 1° maggio è entrato in vigore l’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione Ue-Regno Unito. I leader hanno invitato la Commissione a proseguire gli sforzi per garantire la piena attuazione degli accordi, anche nei settori dei diritti dei cittadini dell’Ue, della pesca e per quanto riguarda il cosiddetto level playing field.
Migrazione
Dopo il vertice bilaterale tra il presidente francese Emmanuel Macron e il Primo ministro italiano Mario Draghi dedicato ai temi della cooperazione per affrontare le sfide nei fronti caldi del Mediterraneo, l’Italia ha ottenuto che la questione migratoria sia ridiscussa al Consiglio europeo di giugno, anche se non ci sono margini per un accordo globale europeo sulla ridefinizione delle regole del regolamento di Dublino e quindi sulla ricollocazione dei migranti dopo l’arrivo nel Paese di primo ingresso (normalmente, Italia e Grecia).