A fronte del clima di incertezza e difficoltà in cui versa l’economia europea e delle enormi sfide legate alla transizione digitale e verde, la cooperazione dell’Italia con altri paesi a forte vocazione manifatturiera riveste un’importanza nevralgica. Ed è quanto è stato ribadito in occasione del quinto Forum economico franco-italiano che si è concluso oggi a Roma tra le rappresentanze di Confindustria e del Mouvement des Entreprises de France.
Preceduto da una cena di apertura ufficiale presso l’Ambasciata di Francia in Italia, alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin e del ministro con delega al Commercio estero e Attrattività Olivier Becht, il Forum ha rappresentato l’occasione per ribadire l’impegno a rafforzare ulteriormente la collaborazione tra il mondo industriale italiano e francese, nel solco dei principi e degli obiettivi sanciti dal Trattato del Quirinale e del dialogo tra Italia e Francia.
Tra Roma e Parigi, le diverse edizioni del Forum economico che si sono susseguite a partire dal 2018 hanno costituito importanti momenti per definire le priorità dell’industria franco-italiana, nello scenario globale e a fronte delle grandi crisi economiche generate dalla pandemia prima e dalla guerra russo/ucraina dopo.
“Le relazioni tra Italia e Francia sono fondamentali – ha sottolineato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi (nella foto in alto con Geoffroy Roux de Bézieux) – e Confindustria e Medef possono ulteriormente rafforzarle continuando a collaborare, come hanno sempre fatto. I nostri due paesi insieme possono assumere un ruolo decisivo in Europa sia per costruire un tessuto industriale ancora più solido sia per rafforzare la coesione. Solo un’Europa unita che abbia nell’industria il suo asset primario può garantire un futuro alle prossime generazioni”.
Nel corso dei lavori, caratterizzati da momenti di confronto ad alto livello tra imprenditori e interlocutori istituzionali di entrambi i paesi – tra cui il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il ministro per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Antonio Tajani –, sono state dibattute le questioni energetiche e le azioni necessarie per sostanziare una politica industriale europea ambiziosa ed efficace, che favorisca la trasformazione green, sostenga la competitività dell’industria e garantisca la nostra autonomia e indipendenza strategica nei settori chiave.
Al termine dei lavori del Forum, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il presidente di Medef Geoffroy Roux de Bézieux hanno firmato una Dichiarazione congiunta che sarà trasmessa ai rappresentati dei due governi e alle istituzioni Ue. Nella Dichiarazione Confindustria e Medef sottolineano, innanzitutto, che l’industria deve rimanere al centro dell’agenda politica e che è necessario evitare scelte politiche ideologiche e irrealistiche, che rischino di alimentare un processo di deindustrializzazione in Europa.
Medef e Confindustria condividono, inoltre, la necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Ue e di riconoscere che si tratta di un percorso che richiederà molto tempo e investimenti ingenti. In questa logica, la riforma del design del mercato elettrico avviata a livello europeo dovrà perseguire obiettivi ambiziosi e mettere in atto strumenti efficaci, soprattutto nel lungo periodo, che contribuiscano a rafforzare la competitività dell’Europa nei confronti del resto del mondo.
Le imprese francesi e italiane sono, poi, fortemente preoccupate dalla proposta “Euro 7”, che stabilisce limiti estremamente severi per tutti i tipi di veicoli, con tempi di adeguamento insostenibili e limiti aggiuntivi anche per le emissioni di freni e pneumatici. L’industria automobilistica europea ha, invece, assoluto bisogno di un quadro normativo che preveda coerenza e una tempistica adeguata a promuovere e sostenere gli investimenti necessari.
In generale, la complessità regolamentare e amministrativa continua a crescere nell’Unione europea, determinando condizioni per gli investimenti meno favorevoli rispetto ai nostri concorrenti globali e aumentando significativamente i costi per le aziende.
Invece che operare a sostegno della transizione verde, gli interventi legislativi dell’Ue sembrano remare esattamente nella direzione opposta, con scelte politiche che spesso non appaiono supportate da evidenze scientifiche e valutazioni di fattibilità tecnica e sostenibilità economica. Ne è un esempio la recente proposta sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che rischia di danneggiare numerosi settori strategici del sistema industriale italiano e francese. Occorre, dunque, un’azione più ampia e urgente, per creare un respiro normativo per le imprese europee e ripristinare il nostro vantaggio competitivo.
Un ultimo riferimento importante nella Dichiarazione congiunta riguarda la necessità di un quadro di governance economica credibile e rispettato, atto a promuovere la sostenibilità del debito pubblico e una crescita economica inclusiva; un quadro che deve tenere conto e garantire risorse sufficienti e adeguate per promuovere gli investimenti pubblici e privati e attuare le transizioni verdi e digitali.
Dopo il bilaterale Confindustria e Medef si incontreranno nuovamente, insieme con la Confindustria tedesca BDI, a Berlino alla fine di settembre.