

GIANPIERO SUCCI
L’investitore estero che voglia intraprendere un’attività economica in Etiopia deve come prima cosa costituire un “veicolo” per l’esercizio della propria attività. In base all’ordinamento etiope l’investimento può essere condotto in forma individuale oppure in forma collettiva tramite un ente societario[1], un’impresa pubblica, ovvero una società cooperativa. L’investitore può altresì operare in Etiopia attraverso l’istituzione in loco di una succursale di società estera. Una volta costituita, l’entità deve essere registrata; la domanda di registrazione è presentata all’autorità competente (la Commissione Etiope per gli Investimenti o, nel caso di acquisizione di una partecipazione in una società preesistente, il ministero del Commercio e dell’Industria) corredata dalla documentazione comprovante la sussistenza dei requisiti di legge. La legge etiope, ad esempio, richiede che l’investitore estero destini un ammontare minimo di capitale ad ogni progetto di investimento dallo stesso intrapreso, di importo variabile a seconda che sia avviato individualmente o in collaborazione con un investitore locale[2] e del settore di riferimento.[3]
Con la registrazione, il veicolo acquista personalità giuridica; lo svolgimento di un’attività economica è però subordinato al preventivo rilascio di un permesso d’investimento.[4] Il permesso ha una validità annuale e può essere rinnovato qualora l’attività economica non sia iniziata entro l’anno dal relativo ottenimento, sempreché questa sia intrapresa entro due anni dalla medesima data. È infine necessario possedere una licenza commerciale, che può essere richiesta una volta ottenuta la registrazione ed il permesso d’investimento.
Per poter operare, il veicolo dell’investimento deve possedere un conto corrente presso una banca locale, la cui apertura può essere richiesta alla banca presentando copia del permesso di investimento e, qualora il veicolo sia una società, i documenti costitutivi della stessa. È prevista anche la possibilità di aprire un conto corrente in valuta estera; il regolamento della Banca Nazionale d’Etiopia prevede tuttavia che i pagamenti all’interno del territorio nazionale siano eseguiti in valuta locale, salve le ipotesi di intermediazione di una banca o di altro venditore abilitato, o di autorizzazione della Banca Nazionale d’Etiopia a operare in valuta estera.
Alle considerazioni di carattere procedurale precedentemente esposte si affianca, quale aspetto di cui tener conto nella scelta dell’investimento, il settore di attività che ne forma oggetto. La legge etiope riserva infatti alcune attività economiche, come i servizi bancari e assicurativi, il microcredito, ed il commercio all’ingrosso di petrolio o di prodotti locali, agli investitori nazionali. Alcune di queste attività, come l’importazione ed esportazione di elettricità e il trasporto aereo, sono state di recente rese accessibili anche agli investitori stranieri che agiscano di concerto, a seconda dei casi, con il governo etiope o con un investitore locale.[5] Le attività diverse da quelle tassativamente individuate dalla legge sono invece liberamente accessibili.
I proventi dell’investimento possono essere rimpatriati dall’investitore straniero sia mediante trasferimenti monetari[6] sia – nell’ipotesi in cui il veicolo sia costituito in forma societaria – tramite distribuzione dei dividendi ai soci.
Allo stesso modo, i dipendenti stranieri che siano impiegati in Etiopia per l’esecuzione dell’investimento e la cui residenza stabile sia all’estero possono effettuare rimesse convertendo il proprio salario in valuta estera al tasso di cambio applicabile alla data del trasferimento.
Caratteristiche e rischi connessi all’investimento
L’investitore deve ovviamente anche valutare le peculiarità e i rischi connessi ad ogni investimento. Sotto il primo profilo, rileva anzitutto la forte presenza dello Stato nell’economia, caratterizzata dalla gestione pubblica di molti settori nonostante le recenti misure di liberalizzazione adottate dal legislatore.
Sul fronte economico, sussiste una limitata disponibilità di valuta estera dell’Etiopia, rendendo più difficoltoso il relativo ottenimento. La scarsità di valuta estera ha portato la Banca Nazionale d’Etiopia ad emanare una direttiva volta a individuare gli utilizzi prioritari della stessa, tra cui, a titolo esemplificativo, l’importazione di beni essenziali come il carburante o i prodotti agricoli e farmaceutici.
La medesima direttiva prevede inoltre che la valuta estera, a parità di ordine prioritario, venga fornita ai clienti sulla base del principio “first come first served”; l’allocazione dipenderà pertanto dalle riserve esistenti.
Possibili soluzioni
La mitigazione dei profili di rischio sottostanti l’investimento in Etiopia passa attraverso una scelta ponderata del progetto da perseguire e la sussistenza di adeguate coperture assicurative. Scegliendo di investire in un settore ritenuto strategico dal legislatore etiope, si possono instaurare forme di collaborazione virtuosa con il governo, beneficiando delle agevolazioni ad esse connesse.
Si richiama al riguardo il recente intervento legislativo volto a promuovere public private partnership per la fornitura di servizi di interesse pubblico attraverso la regolamentazione delle procedure competitive e la previsione di forme di sostegno pubblico all’aggiudicatario del servizio (quali, ad esempio, corrispettivi integrativi delle tariffe/costi pagati dagli utenti; il trasferimento dei diritti d’uso del suolo o di determinati beni, il rilascio di garanzie e/o di comfort letters).
Un’altra soluzione strategica è data dalla possibilità di investire nei cosiddetti “parchi industriali”,[7] beneficiando delle correlate agevolazioni fiscali[8] e di misure speciali a protezione dell’investimento.[9] Sussistendone i presupposti, l’investitore può inoltre richiedere una garanzia finanziaria alla Sace a copertura dei finanziamenti ricevuti per l’implementazione del proprio progetto.
(Per la foto di copertina ©sunshineseeds/123RF.COM)
NOTE
[1] Ai sensi dell’art. 174 del Codice del Commercio etiope le seguenti entità giuridiche sono considerate organizzazioni imprenditoriali: le limited liability partnership, le joint venture, le società in nome collettivo, le società in accomandita semplice, le società per azioni, e le società a responsabilità limitata (anche unipersonali)
[2] L’art. 9 dell’Investment Proclamation No. 1180/2020 prevede quale soglia minima di capitale per singolo progetto: 200mila dollari statunitensi in caso di investimento intrapreso esclusivamente dall’investitore estero; 150mila dollari statunitensi qualora l’investimento sia intrapreso congiuntamente ad un investitore locale.
[3] Sono infatti previste soglie inferiori (pari a 100mila dollari statunitensi se intrapresi individualmente e 50mila dollari statunitensi se intrapresi congiuntamente a investitori locali) per gli investimenti in opere architettoniche o ingegneristiche o in servizi di consulenza, collaudi e/o analisi tecniche ad esse connessi, o in opere editoriali.
[4] Investment Proclamation No. 1180/2020, art. 10. Ciò vale anche quando l’attività sia intrapresa dall’ investitore estero in collaborazione con un partner locale
[5] Regulation No. 474/2020, artt. 3, 5. L’investitore estero può pertanto svolgere tali servizi istituendo forme di partenariato pubblico-privato con l’esecutivo o una joint venture con un partner di nazionalità etiope.
[6] Si pensi, ad esempio, al trasferimento dei ricavi delle vendite o derivanti dalla dismissione della propria partecipazione.
[7] Ai sensi della Proclamation No. 866/2015, i parchi industriali sono definiti come “un’area con confini definiti, designata dall’organo competente per sviluppare funzioni complete, integrate, multiple o selezionate delle industrie, attraverso la fornitura di infrastrutture e servizi come le strade, l’energia elettrica e l’acqua, lo sportello unico e un sistema di incentivi speciali, al fine di ottenere lo sviluppo pianificato e sistematico delle industrie, la mitigazione dell’impatto ambientale e sull’uomo e lo sviluppo di centri urbani, e che ricomprende le zone economiche speciali, i parchi tecnologici, le zone di trasformazione per l’esportazione, le zone di trasformazione agroalimentare, le zone di libero scambio e simili, individuate dalla Consiglio etiope per gli Investimenti”.
[8] “Industrial Parks in Ethiopia – Incentives Package”, Ethiopian Investment Commission. Sono in particolare previste esenzioni fiscali sul reddito e sulle esportazioni e la possibilità di riportare a nuovo le perdite per un periodo pari alla metà della periodo di esenzione fiscale.
[9] Ibid. Sono ad esempio accordate garanzie contro il rischio di espropriazione e di nazionalizzazione, e sussidi, con indennizzi pari al prevalente valore di mercato dell’investimento immobiliare in caso di espropriazione o nazionalizzazione per motivi di interesse pubblico.