
Figlia prima della decisione lungimirante di un padre pronto a dare corso al cambio generazionale nei tempi giusti e poi dell’approccio gestionale portato avanti dai suoi figli, la O.M.S. (Officine Meccaniche Segni) – 10 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 70 dipendenti – può adesso contare sull’esperienza industriale necessaria per mantenersi competitiva nel settore della meccanica di precisione. Non avendo prodotti propri, l’impresa è di fatto terzista e collabora esclusivamente con grandi multinazionali.
“Nei nostri stabilimenti sono presenti due divisioni, quella elettromeccanica che produce per ABB, mentre nell’altra, l’aeronautica, siamo fornitori di Avio e Ariane Group, grossi player per i quali ci occupiamo delle parti critiche di volo dei razzi vettori – spiega il direttore generale di O.M.S., Marco Peruzzi (nella foto in alto) –. Per ABB realizziamo e poi esportiamo componenti meccanici un po’ in tutto il mondo, in paesi come Stati Uniti, Cina, India e in Europa. Il dipartimento aeronautico invece, altrettanto innovativo e ad elevato contenuto tecnologico, ci consente di restare sempre attenti per cogliere le nuove sfide che vengono da questo sofisticato mercato”.
Quarant’anni di vita commerciale in cui O.M.S., tipica azienda italiana manifatturiera, ha progressivamente sviluppato un know how capace di renderla ancora più solida e verticalizzata oltre che desiderosa di investire sul territorio non solo attraverso gli asset tecnologici di cui dispone. Il voler dare indietro il più possibile alla zona di Segni, in provincia di Roma, da sempre casa per la Pmi laziale, passa anche per una visione del lavoro improntata sulla cura degli aspetti ambientali. “Sì, ci teniamo veramente molto. Siamo certificati per l’ambiente, la responsabilità sociale, la sicurezza sul lavoro e in corso d’opera è pure il raggiungimento della certificazione energetica, aspetto centrale per O.M.S. considerato che qui a Segni disponiamo da tre anni di un modernissimo impianto fotovoltaico da 200 kw capace di produrre il 70% delle necessità aziendali complessive – sottolinea il direttore generale dell’azienda laziale –. Inoltre, abbiamo fatto in modo che la flotta delle Officine Meccaniche Segni sia composta da tutti veicoli elettrici. L’obiettivo principale, e per noi improcrastinabile, è poi quello di abbattere del 50% entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica dovute alla catena di fornitura”.
Arrivando ad investire anche il 30% del fatturato in nuove tecnologie in grado di far aumentare la sua presenza sul mercato globale, O.M.S. si è messa nella posizione di poter anticipare le richieste di una clientela così esigente. “Tra le tante sfide in cui ci siamo tuffati ultimamente c’è pure quella dell’additive manufacturing, processo industriale nel quale, partendo da un letto di polvere, si arriva ad ottenere forme geometriche più o meno complesse in materiali come il titanio o le superleghe, non dovendo, per esempio, ricorrere più alle saldature – commenta Peruzzi –. Lavorazioni d’eccellenza che possiamo portare a termine sfruttando le alte competenze dei nostri tecnici specializzati, fiore all’occhiello aziendale”.

INTERNO DELLO STABILIMENTO DI OMS
Sempre sul pezzo e mai con le serrande tirate giù anche durante il periodo più pesante generato dalla pandemia da Covid-19, l’impresa di Segni sta facendo ora in conti soprattutto con la mancanza di alcuni materiali indispensabili nei processi produttivi. “Allo shortage di materie prime come per esempio l’alluminio, abbiamo risposto con una campagna acquisti che definirei imponente, anche a costo di mettere in bilancio spese ben sopra le previsioni. Ma non si poteva fare diversamente a nostro avviso: rischiare di rimanere senza non poteva essere un’opzione. Tornando all’alluminio, alla O.M.S. ne compriamo abitualmente moltissimo e l’aumento di prezzo di oltre il 70% in valore nominale, da 3,5 euro al chilo a quasi 8 euro, è stato di certo un forte colpo da dover metabolizzare. Incrementi che, solo in parte siamo riusciti a riversare sul committente, non volendo correre il rischio di restare fuori dal mercato”.
In attesa di capire che strada imboccherà industrialmente l’Italia quando gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno a regime, la O.M.S. spera comunque di continuare a cavalcare il crescendo commerciale che ha caratterizzato il 2022. “Non sappiamo ancora se il Pnrr verrà rivisitato a causa della guerra in Ucraina, ma, al di là della flessione prevista per il prossimo anno, contiamo di in ogni caso di mantenere i livelli attuali potendo fare affidamento sulle importanti commesse che ci stanno arrivando soprattutto dal settore aeronautico”, conclude Marco Peruzzi.