Nella volata lunga lanciata dodici anni fa dopo un cambio di rotta imprenditoriale e da pionieri della realizzazione di impianti fotovoltaici in Grid Parity, Comal – 31 milioni di euro di fatturato nel 2020 a fronte di 110 dipendenti – ha raggiunto i primi obiettivi fissati all’origine di questa avventura aziendale e si appresta ora a rilanciare il proprio impegno in vista di traguardi sempre più ambiziosi.
Nel quartier generale di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, si continua infatti a pensare in grande nell’ottica di rendere possibile, nel giro di tre anni, un ulteriore, consistente aumento di fatturato.
“Beh sì, già quest’anno contiamo di arrivare a 40-42 milioni di euro, per poi provare a raggiungere i 70 alla fine del prossimo triennio – conferma l’amministratore delegato di Comal, Alfredo Balletti –. Questi, almeno, sono i propositi societari, che vanno di pari passo al nostro impegno nel fotovoltaico. Siamo stati i primi in Italia a costruire impianti che davano un ritorno economico all’imprenditore al di là degli incentivi statali. Perché eravamo in grado di mettere a punto grandi impianti da fonte solare che stavano in piedi con la sola vendita di energia”.
E così nel 2016 i vertici dell’azienda laziale hanno preso un ulteriore rischio calcolato, scommettendo sullo sviluppo di un settore che non era ancora decollato appieno. “Abbiamo deciso di puntare forte e attualmente credo che non ci sia nessuno in Italia, comprese aziende estere, capace di avere 200 megawatt di grandi impianti in costruzione. E i nostri numeri sono comunque destinati a crescere nel futuro prossimo”, sottolinea Balletti.
Tutti segnali soddisfacenti che nel dicembre dello scorso anno hanno portato alla quotazione in Borsa di Comal, scelta che di conseguenza ha generato cambiamenti sostanziali nelle dinamiche aziendali. “Ci ha permesso di poterci strutturare sia da un punto di vista organizzativo che settoriale e questo ha fatto sì che oggi il mondo finanziario guardi a noi in maniera diversa – chiarisce Balletti –. Siamo passati, insomma, da una gestione quasi artigianale ad un profilo più compiutamente industriale. Una decisione che ha significato veramente molto per noi”.
Processo innovativo visibile anche all’interno dei cantieri, dove c’è già adesso la possibilità di entrare in contatto con qualcosa di non comune. Concetti lavorativi legati alla sostenibilità, alla tutela dell’ambiente, a cui l’impresa del viterbese è molto attenta. “Per noi è importante questo aspetto, non solo in termini gestionali. Tra l’altro in questo periodo stiamo partecipando ad un progetto sul Green Power, dove siamo team leader all’interno di un gruppo che si occupa del montaggio degli impianti. In più tutti gli utensili elettrici vengono caricati all’interno dei cantieri sfruttando l’energia prodotta dai nostri generatori fotovoltaici e abbiamo già introdotto alcuni mezzi elettrici in grado di ricaricarsi con l’energia solare, oltre a trattare il legno in maniera sostenibile”.
Comal ha poi un forte radicamento sul territorio, considerata anche la politica aziendale scelta per valorizzare il rapporto con i propri dipendenti. “Da sempre prendiamo con noi solo persone del posto e questo ci permette di stabilire un rapporto ancora più di vicinanza con chi vive nella zona di Montalto di Castro. Ovviamente quando andiamo in Sicilia o in Puglia, dove capita pure di avere cinquecento persone a lavorare nel cantiere, abbiano necessariamente bisogno di integrare i nostri dipendenti con tecnici locali”. (in alto l’impianto fotovoltaico realizzato ad Agira, in provincia di Enna)
Commesse che alla Comal non arrivano solo dall’Italia, ma anche da nazioni molto lontane. Un interesse che ha indotto la Pmi laziale a cominciare ad esplorare attivamente altre zone del mondo. “Da poco abbiamo aperto una società a Dubai e stiamo cercando ulteriori contatti in Oman, Arabia Saudita e in tutti i paesi limitrofi. Questo perché anche lì l’attenzione al fotovoltaico è cresciuta moltissimo”, spiega l’amministratore delegato di Comal.