Entra finalmente nel vivo l’anno da Capitale della Cultura d’Impresa per le quattro città venete – Padova, Treviso, Venezia e Rovigo – che si sono aggiudicate il titolo candidando un progetto unitario che punta a valorizzare la straordinaria ricchezza imprenditoriale e culturale di questo territorio.
Il progetto è stato presentato il 15 febbraio a Treviso da Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro, e Vincenzo Marinese, presidenza di Confindustria Venezia-Rovigo, alla guida delle due associazioni promotrici, alla presenza di Maria Cristina Piovesana, vice presidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, e di Daniele Marini, docente dell’ateneo padovano e responsabile scientifico del progetto, con in collegamento Antonio Alunni, presidente del Gruppo tecnico cultura di Confindustria.
Sotto il claim “TerritorImprenditivi” nel corso dell’anno si svolgeranno oltre 70 eventi, fra convegni, festival, mostre e spettacoli. Un palinsesto ricco e reso possibile dalla partecipazione di numerosi attori pubblici e privati, a partire dalla Regione Veneto, le Camere di Commercio, enti locali, università, fondazioni, scuole, associazioni e organizzazioni sindacali. Ad aprire ufficialmente la manifestazione sarà l’evento speciale “TerritorImprenditivi”, che si terrà a Venezia in primavera (la data sarà comunicata sul sito www.capitaleculturadimpresa2022.it), mentre fra gli appuntamenti di maggiore richiamo Padova ospiterà il Forum nazionale di Piccola Industria in autunno.
Il programma è stato organizzato tenendo conto delle specificità del territorio, che vanta una lunga tradizione imprenditoriale e oggi rappresenta una delle aree economicamente più avanzate del Paese. Per avere un’idea, si parla di un Pil aggregato di circa 86 miliardi di euro, oltre 30 miliardi di export, 325mila imprese attive pari al 5,1% del totale nazionale e un tasso di disoccupazione del 5,9% mentre il dato nazionale è del 9,2%. Alla ricchezza manifatturiera si aggiunge anche una solida presenza dell’economia sociale, rappresentata da 31mila organizzazioni del Terzo settore, così come un patrimonio artistico-culturale riconosciuto, che può contare su ben 44 musei e archivi di impresa.
Per restituire questa varietà il programma si snoda lungo quattro ambiti produttivi – cantieristica navale, calzature e sistema moda, vino e agrifood, vallicoltura – ai quali si aggiunge un quinto ambito trasversale, quello dei distretti industriali, che permeano e connotano il territorio rendendolo riconoscibile anche al di fuori dei confini nazionali.
Come spiega, infatti, Daniele Marini siamo in presenza di “una cultura d’impresa che affonda le radici nell’economia delle ville venete, arriva agli attuali distretti industriali e alle innovazioni legate al digitale. L’ottica non è ‘passatista’, ma considera le ‘radici’ per guardare alle prospettive”.
“Il riconoscimento di Capitale della Cultura d’Impresa a questa area vasta nel cuore del Veneto è un motivo di grande orgoglio – afferma Leopoldo Destro – e un’occasione unica per raccontare, ai giovani in particolare, la cultura d’impresa che per noi è innovazione, creatività e responsabilità. Vuol dire partecipare alla vita sociale e guardare al di là del profitto al benessere delle persone e allo sviluppo sostenibile dei territori”.
L’attenzione ai giovani si coglie anche nelle parole di Vincenzo Marinese, che spiega: “Nel corso di quest’anno racconteremo tante esperienze aziendali, parleremo del lavoro, ci rivolgeremo ai giovani e ascolteremo la loro voce. Noi siamo il ponte tra l’oggi e il domani, pertanto abbiamo una grande responsabilità: consegnare il futuro alle nuove generazioni”.
Per Maria Cristina Piovesana “la Capitale della Cultura d’Impresa è un tempo in cui poter tornare indietro, celebrando i grandi nomi fondanti della tradizione imprenditoriale e, allo stesso tempo, guardare avanti, pensando all’industria moderna e al suo rapporto con la società civile”. Il Veneto orientale, protagonista di questa edizione, si presta particolarmente per fare da esempio perché, come spiega ancora Piovesana, “è un’area capace di mettere a sistema saperi e know how in modo creativo e innovativo, valorizzando i settori tradizionali nel rispetto dei nuovi paradigmi orientati alla sostenibilità ambientale”.
Dopo Genova e Alba, si tratta della terza edizione della manifestazione che, sottolinea Alunni, “è una lente di ingrandimento che ci porta vicinissimo ai nostri territori che vivono di industria e di cultura con l’obiettivo di raccontare le piccole e grandi scintille frutto di ingegno, sapienza, tradizioni e innovazione che accendono i motori della vita economica e culturale”.
Il calendario delle attività è disponibile a questo link.
L’elenco dei musei aderenti è tratto dalla ricerca “Le competenze manageriali per l’Industrial Cultural Heritage & Brand Identity”, Fondirigenti, 2020.