SBS Steel Belt Systems è una società di ingegneria e costruzione, specializzata nella progettazione e produzione di impianti a nastro d’acciaio per processi industriali continui. Con 53 impiegati e vendite intorno ai 15 milioni di euro, opera con due stabilimenti, uno in provincia di Varese e l’altro in provincia di Messina. Abbiamo approfondito la sua attività con il presidente Giovanni Calamarà (nella foto in alto).
Presidente, quando nasce e di cosa si occupa l’azienda?
La SBS è stata fondata nel 1984, sviluppa e costruisce direttamente macchinari industriali per processi in continua con nastro d’acciaio per differenti applicazioni industriali lavorando per importanti società come Saipem, Techint, Petrobel & Eni, Saudi Aramco, Lukoil e altre.
Quali sono i principali settori in cui operate?
Possiamo annoverare più di 500 installazioni di macchinari nel mondo e sviluppiamo e vendiamo macchinari sempre più affidabili, ergonomici e innovativi, alcuni dei quali coperti da brevetti, nei settori di business, quali oil & gas, chimica e gomma, alimentare, vernici in polvere e fertilizzanti organici.
In quali paesi di Africa e Medio Oriente siete presenti e cosa vi ha spinto a operare in queste aree?
Siamo presenti in tutti i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa dove c’è estrazione di petrolio e quindi raffinerie che usano i macchinari della SBS in particolare per la pastigliazione dello zolfo derivato dalla raffinazione del petrolio. Qualche esempio: Arabia Saudita, Egitto, Kuwait e così via.
Quali sono i vostri principali partner nella regione?
La SBS è un fornitore accreditato e certificato Aramco, società dell’oil & gas dell’Arabia Saudita, oltre a altre importanti aziende statali nell’estrazione e raffinazione del petrolio in Egitto. Ovviamente collaboriamo con grandi aziende italiane presenti nei paesi del Medio Oriente e Nord Africa, come Eni e Saipem.
In che modo un’azienda di ingegneria come SBS può sostenere lo sviluppo industriale sostenibile di questi paesi?
SBS sviluppa, costruisce e vende macchinari per la produzione di zolfo e bentonite dal 1995 in tutto il mondo con 23 impianti completi attivati.
Recentemente abbiamo messo a punto una miscela speciale di zolfo, bentonite e materiale organico da scarti di agricoltura, nello specifico polvere essiccata di bucce di arance, per produrre nuovi fertilizzanti organico-minerali per ri-fertilizzare in modo sostenibile i suoli in fase di desertificazione. La parte organica dei fertilizzanti organico-minerali derivante da scarti di agricoltura (nell’intervallo 5%-10%) permette di classificare il nostro fertilizzante come “prodotto della green & circular economy”, in quanto la parte organica è riciclata dallo scarto agricolo, e come “prodotto organico/bio”, in quanto non c’è nessuna trasformazione chimica, ma solo una combinazione fisica di tre diversi elementi per formare il fertilizzante organico.
Questi fertilizzanti sono a base di zolfo e una volta che la componente organica è addizionata essa fornisce i nutrienti organici per lo sviluppo sostenibile delle piante, mentre lo zolfo abbassa il pH dei terreni alcalini in via di desertificazione. SBS, con la sua esperienza nel settore macchinari, è in grado di sviluppare e costruire intere line di produzione “chiavi in mano” per i fertilizzanti organico-minerali.
Quali sono le vostre prospettive nei mercati dell’Africa e del Medio Oriente?
Le nostre prospettive di crescita del business nel Nord Africa e Medio Oriente sono molto buone in quanto i fertilizzanti organici sviluppati con la componente organica combattono e invertono il processo di desertificazione dei terreni agricoli, che è un importante problema proprio nei paesi definiti.
I cambiamenti climatici, uniti all’uso indiscriminato e pesante dei fertilizzanti chimici per lungo tempo, ha generato seri problemi in agricoltura, tra i quali il più grave è l’alcalinizzazione dei suoli. I terreni in via di desertificazione presentano un pH crescente oltre 7, rendendo il terreno sempre meno fertile e generando migrazioni.
Il fertilizzante organico di SBS agisce sul terreno invertendo la desertificazione (riducendo il pH) e reimmettendo la componente organica persa dal terreno. I vantaggi di tale fertilizzante sono la diminuzione del pH dei suoli alcalini, il miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche dei suoli, l’aumento drastico della componente organica nel suolo, la stimolazione nella germinazione dei semi e il miglioramento della qualità del prodotto finale.
Quali suggerimenti dareste a un’azienda al fine di operare con successo nei mercati di Africa e Medio Oriente?
Sono mercati che si stanno sviluppando molto velocemente, implementando quei macro-trend che sono già in essere in Europa e quindi chiudendo il gap di sviluppo. Uno dei macro trend è proprio la maggiore attenzione alla green economy e all’economia circolare, che i governi del Nord Africa e del Medio Oriente supportano anche con finanziamenti locali e facilitazioni.
La SBS si è inserita in questo macro-trend di area con i suoi fertilizzanti organici grazie al supporto di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, per la costruzione di contatti e relazioni prima istituzionali e poi di business per realizzare joint venture in differenti paesi dell’area.
(Prossima uscita il 29 settembre)
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