Il periodo della pandemia è stato un Big Bang, imprevedibile, che ha alterato la nostra quotidianità e cambiato la storia modificandola in modo radicale, perché la crisi dovuta al Covid-19 non è una parabola, cioè un’emergenza che poi atterra sullo stesso terreno, ma una spirale di trasformazione. La guerra in Europa ingigantisce ulteriormente queste tendenze e dunque non dobbiamo illuderci di tornare alla precedente normalità: ci sposteremo inevitabilmente verso una dimensione nuova, fatta di maggiori disparità tecnologiche e patrimoniali, ma anche caratterizzata da nuove modalità di business.
Il percorso che abbiamo fatto durante questi mesi si è posto l’obiettivo di esaminare il contesto complessivo per capire la “nuova normalità” e gli elementi chiave per la resilienza, la ripartenza e la crescita. Siamo partiti da alcuni punti fermi perché il cambiamento genera resistenze, anche all’interno delle organizzazioni, che affrontiamo rafforzando i “fondamentali” dell’impresa.
Abbiamo poi visto che l’impresa deve essere pronta a gestire la rivoluzione dello scenario competitivo, le modifiche anche radicali al modello di business, le innovazioni dei processi produttivi e di offerta, il differente contesto normativo con i nuovi doveri e responsabilità degli organi di gestione e controllo, il dialogo con le banche.
Ogni azienda, ogni imprenditore costruirà il proprio scenario e lo riscriverà ogni settimana, consapevole che solo un’azione sinergica e armonica, che affronti tutte le molteplici sfaccettature del problema, potrà dare il risultato migliore.
Il contesto attuale costringe a rivedere le priorità delle imprese, ma proprio per questo motivo la revisione del piano aziendale può rappresentare un valido punto di partenza per sviluppare un progetto imprenditoriale che tenga conto di fattibilità e ricadute economiche nella fase di risposta all’emergenza e in quella di ripartenza.
Solo grazie alla pianificazione si potrà valutare cosa innovare, dove investire, cosa e dove tagliare, chiedere e ottenere quello che serve mostrando la pianificazione effettuata e facendo percepire ai propri interlocutori consapevolezza e controllo della situazione. Un atteggiamento riassumibile nella seguente frase: so come sto, dove voglio andare e come farlo.
Il nuovo contesto enfatizza, ancor di più, il fatto che l’attività dell’imprenditore è, per definizione, caratterizzata da incertezza a causa della presenza di rischi esterni e interni alla struttura aziendale: solo con adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili è possibile ricondurre l’incertezza all’interno di un perimetro di rischi accettabili.
Di conseguenza i nuovi assetti e le nuove strumentazioni vanno visti non tanto nel loro aspetto di adempimento burocratico, quanto in quello di “facilitatori” di una nuova cultura: quella dell’autodiagnosi dello stato di salute in termini di valutazione continua dell’equilibrio economico e finanziario. Nessun imprenditore, piccolo o grande che sia, può più esimersi da valutazioni periodiche dell’andamento aziendale e dalla stima delle prospettive economico-finanziarie. Devono essere elaborati piani strategici, industriali e finanziari, i budget vanno rivisti dopo la prima parte dell’anno e tanta attenzione deve essere data ai rendiconti finanziari, ai flussi di cassa e così via.
Le imprese possono ottenere notevoli vantaggi nell’investire risorse in un adeguato ed efficiente sistema di controllo interno, in quanto ciò apporta valore aggiunto in termini di benefici specifici sul piano sia esterno sia interno, prima ancora di costituire un presupposto di esonero di responsabilità.
Per non “subire gli adempimenti” e farli “diventare opportunità”, l’impresa deve evitare di spezzare l’unitarietà della gestione ricorrendo singoli interventi slegati tra di loro e “aggiunti” alla struttura, ma deve ricondurli ad un “sistema” integrato, coordinato e interiorizzato.
La pubblicazione di questi contributi si è proposta, a tal fine, di condividere e offrire riflessioni per nuove metodologie e strumentazioni per ottenere il necessario allineamento tra strategia e azione.
Il percorso strutturato del documento consente, inoltre, di predisporre in azienda iniziative di formazione per la crescita delle competenze strategiche post emergenza, in materia di pianificazione, revisione del business model, risk management, controllo di gestione e budget, compliance, controllo degli indici di allerta e della continuità aziendale.
Se queste innovazioni nei modelli di business, negli assetti organizzativi e amministrativi, nelle strumentazioni di pianificazione e controllo, rappresentano un ambito di lavoro importante per le imprese, costituiscono anche un grande spunto di riflessione per i professionisti, le banche, i fornitori di software gestionali e servizi di formazione. In particolare, la professione di dottore commercialista è in forte evoluzione, con il passaggio “dagli adempimenti alla consulenza”, con lo sviluppo di nuove competenze specialistiche e metodologie e strumenti di supporto per offrire servizi a valore aggiunto per le aziende.
Il documento è funzionale allo sviluppo di un modello di collaborazione che consenta un’effettiva interazione tra imprenditore, organo amministrativo e di controllo e professionista, per la predisposizione e attuazione di interventi coordinati e integrati che consentano all’impresa di avere il pieno controllo della gestione e della salute aziendale e di individuare e adottare le misure idonee per superare eventuali crisi, consolidarsi e sviluppare il proprio business.
(Contributo 16/16.)
Articoli precedenti:
Capire la crisi, cambiare il paradigma: appunti per ripartire (pubblicato il 16 settembre 2022)
L’impresa ha un’anima: il cambiamento nei modelli organizzativi (pubblicato il 30 settembre 2022)
Il “next new normal”: collaborare per crescere e ripensare il modello di business (pubblicato il 14 ottobre 2022)
Come allineare strategia e azione: lo strumento della Balanced Scorecard (pubblicato il 28 ottobre 2022)
Il piano industriale: cos’è, a cosa serve, chi lo elabora (pubblicato l’11 novembre 2022)
Il piano industriale: fasi e contenuti (pubblicato il 25 novembre 2022)
Il piano industriale: un esempio di struttura (pubblicato il 9 dicembre 2022)
Il controllo di gestione: strumenti per un monitoraggio efficace (pubblicato il 23 dicembre 2022)
La valutazione dell’impresa (pubblicato il 13 gennaio)
I nuovi doveri degli organi di gestione e controllo (pubblicato il 27 gennaio)
Cogliere gli indizi di crisi per tutelare la continuità aziendale (pubblicato il 10 febbraio)
Risk management e strategia, un connubio virtuoso (pubblicato il 24 febbraio)
Assetti organizzativi e Compliance: come integrare i modelli (pubblicato il 10 marzo)
Dall’organizzazione aziendale alla performance: consigli per le Pmi (pubblicato il 24 marzo)
Innovare la gestione d’impresa (pubblicato il 7 aprile)
Nota sull’autore
Andrea dalla Chiara è partner dello Studio dalla Chiara 1884, che conduce come rappresentante della quarta generazione, ed esercita e coordina l’attività di consulenza societaria, tributaria, legale e di controllo di gestione. Si è laureato nel 1989 in economia e commercio all’Università di Torino ed è iscritto dal 1990 all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Ha seguito numerosi corsi di approfondimento e master di specializzazione nelle seguenti materie: diritto tributario, societario, finanza e controllo, contenzioso tributario.
Fa parte del gruppo di studio dell’Ordine dei dottori commercialisti di Torino per i Piani industriali. È consulente del Tribunale e della Procura della Repubblica di Torino, nonché revisore contabile.