

DAVIDE PIOL
“La crisi innescata dalla guerra in Ucraina rischia di costare al Veneto oltre un miliardo e mezzo di euro. Siamo la regione del Nordest più esposta sui mercati russo e ucraino. Nel 2020, infatti, l’export complessivo della regione ammontava a oltre 1,2 miliardi di euro verso Mosca e 304 milioni di euro verso Kiev”. Non usa mezzi termini il presidente del Comitato regionale Piccola Industria di Confindustria Veneto Davide Piol per esprimere la preoccupazione degli imprenditori della regione, che di certo non si aspettavano un conflitto militare alle porte dell’Europa e confidavano di potersi lasciare alle spalle il difficile biennio della pandemia. Oggi, invece, devono affrontare un “combinato disposto” tra aumento dei costi delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento e rincaro della bolletta, il tutto complicato enormemente da scenari di guerra molto foschi.
L’incontro preparatorio in vista delle Assise di Piccola Industria del prossimo giugno – che con Vicenza rappresenta la sesta tappa della roadmap di ascolto e ospita oltre al Veneto anche gli associati di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia – assume dunque in questo territorio un valore particolare per via delle forti intersezioni con le aree interessate dal conflitto.
Come spiega ancora Piol, “molte aziende venete hanno unità produttive nei due paesi oppure importano prodotti agricoli, semilavorati del petrolio, macchinari, prodotti tessili”. È per questo motivo, dunque, che “il sentiment degli imprenditori sta virando sul negativo, ci sono forti tensioni sui mercati e l’effetto rimbalzo post pandemia si sta affievolendo velocemente”.
E se il Veneto si ferma – Piol parla di un rischio di “lockdown produttivo”, fortunatamente ancora limitato a pochi casi – non è una buona notizia per l’intero Paese. La regione, infatti, può essere considerata a buon diritto una delle locomotive d’Italia: qui sono presenti 430mila aziende, circa l’8% del totale delle imprese italiane, e vi operano un milione 800mila addetti. Nel 2019 il Veneto ha contributo realizzando il 9,2% della ricchezza nazionale, al terzo posto dopo Lombardia e Lazio. Nello stesso anno il Pil pro-capite si è attestato a quota 33.651 euro, superiore del 13,5% a quello nazionale, e la perdita di oltre 2.000 euro dovuta nel 2020 alla pandemia è stata recuperata nel 2021.
Dal punto di vista della struttura industriale, “il manifatturiero è una dorsale importante sia in termini di forza lavoro che di produzione di ricchezza e scambi internazionali di merci”, si legge in una nota di Confindustria Veneto. A livello settoriale i comparti più consistenti sono quelli legati ai metalli, la moda, l’arredamento e i macchinari. Non va tuttavia trascurato il turismo, che grazie a un’offerta variegata tra montagna, mare, laghi e città d’arte, si è sviluppato fortemente e oggi conta circa 70 milioni di presenze all’anno.
Per quanto riguarda le esportazioni, oggi rappresentano il 40% del Pil regionale, raggiungendo i 70 miliardi di euro. Meccanica strumentale, comparto chimico-farmaceutico e moda sono i principali settori interessati, nonostante la difficile congiuntura vissuta ad esempio dal terzo a causa delle restrizioni per la pandemia. In generale, a livello di scambi internazionali, il Veneto si colloca al terzo posto dopo Lombardia ed Emila Romagna, confermando una vocazione all’export che lo vede protagonista sin dai tempi della Serenissima.
Positiva, infine, è anche la situazione del mercato del lavoro. “Nonostante la flessione del 2020 – si legge in una nota – il tasso di occupazione mantiene un valore poco lontano dai dati pre-crisi economica: nel 2008 era 66,4%, mentre nel 2020 65,9%. Inoltre, il tasso di disoccupazione è pari al 5,8%, tra i più bassi d’Italia e inferiore alla media europea del 7,1%”.
Il Veneto è una regione operosa, abituata a rimboccarsi le maniche e che non si piange addosso. “Il passaggio che dobbiamo fare è quello di intercettare le opportunità che questa situazione di crisi ci offre per accelerare ad esempio sulla transizione energetica e digitale – commenta ancora Piol, invitando a partecipare all’appuntamento –. Le pre-Assise sono un’ottima occasione per condividere idee e pratiche finalizzate a individuare vie virtuose di sviluppo e cambiamento”.