È Torino, il 12 aprile, ad ospitare la quarta tappa della roadmap di ascolto dei territori in vista delle Assise di Piccola Industria. Nell’occasione, le Pmi della zona nord-occidentale d’Italia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta si confronteranno sui problemi che sta portando con sé questo periodo storico: dalla crescita esponenziale dei prezzi dell’energia ai talvolta pesanti riflessi commerciali della guerra in Ucraina, passando per l’aumento dei costi dei trasporti.
Una situazione da monitorare attentamente, come sottolinea la presidente della Piccola Industria piemontese Gabriella Marchioni Bocca. “Oggi ci troviamo davanti a un bivio della storia, della nostra stessa storia di imprenditori, e quindi delle nostre imprese. Vedere i prezzi dell’energia aumentare senza controllo è infatti una sfida al cuore stesso della nostra capacità di competere. Capacità di competere che in Italia è già messa a dura prova per colpa della burocrazia, della giustizia troppo lenta, della digitalizzazione che arranca e di un pessimismo “culturale” a volte soverchiante. Se a tutto questo aggiungiamo i rischi del conflitto Ucraina/Russia, il cielo diventa sempre ‘più grigio’”.
Per la presidente delle Pmi piemontesi “la tempesta perfetta è là, più vicina che mai, poche centinaia di chilometri oltre il confine geografico del nostro Paese, ma ampiamente dentro quel confine culturale nel quale respiriamo ogni giorno, che è la nostra Europa. Un continente che nel momento più buio, due anni fa, ha fortemente sostenuto il nostro Paese con i fondi del piano Next Generation Europe e che appare oggi già una storia consumata perché sarà divorato dagli aumenti di gas, materie prime, chip e conduttori”.
“Mi chiedo chi ci aiuterà a questo punto – chiosa –. Certamente la nostra abitudine di imprenditori ad affrontare i cambiamenti come opportunità. Ben vengano le Assise di Piccola Industria perché ci daranno la possibilità di confrontarci e trovare le proposte più adeguate alle nostre piccole medie imprese”, conclude Marchioni Bocca.
LA FOTOGRAFIA DEL SISTEMA PRODUTTIVO
Il territorio piemontese si caratterizza, nel contesto nazionale, per una specializzazione lievemente più marcata nei comparti manifatturieri, che generano intorno ad un quarto del valore aggiunto totale prodotto nell’area (ovvero circa 120 miliardi nel 2020). Il composito insieme dei servizi, comprendente sia i vendibili che quelli pubblici, rappresenta invece quasi il 70% del valore aggiunto, mentre il residuo del valore aggiunto prodotto è attribuibile ad agricoltura, estrattivo e costruzioni. Quindi considerando il rapporto tra valore aggiunto e fatturato, si può stimare che quest’ultimo, sempre riferito ai settori manifatturieri del Piemonte, nel 2020 abbia toccato i 100-110 miliardi.
I dati Istat provenienti dal censimento permanente delle attività produttive, che non tengono conto di agricoltura e Pubblica amministrazione (enti locali e centrali, giustizia ed esercito) mentre includono sanità e istruzione, fanno capire come nel 2019 gli addetti delle imprese manifatturiere localizzate nell’area piemontese fossero circa 395.500, ovvero il 29% degli occupati totali.
I servizi, invece, assorbivano il 62% dell’occupazione totale (circa 860.400 persone), con il 7% degli occupati ad operare nel comparto edilizio (oltre 100mila persone). Infine, gli occupati totali delle imprese piemontesi, sempre tenendo conto dei settori economici considerati, erano 1.380.800.
Analizzando e disaggregando poi i dati settoriali ultimi disponibili – quelli del 2019 –, fatto 100 il totale degli addetti delle imprese manifatturiere localizzate in Piemonte, i settori di maggiore importanza erano la fabbricazione di autoveicoli con il 21,5% (pari a 85.200 addetti); la meccatronica (che include meccanica strumentale ed elettronica) con il 19,8% (78.200 addetti); i prodotti in metallo con una quota di occupati pari al 13,6% (53.700 addetti); l’alimentare, 8,6% (34mila addetti); il settore gomma e plastica, 6,2% (24.700 addetti); il tessile, 4,5% (17.800 addetti); e infine le manifatture varie, che includono il settore orafo, quello dei giocattoli, articoli sportivi, articoli per scrittura e altro, con una quota del 3,3% pari a 13mila addetti.