Le parole di Roberto Francoli, presidente del Comitatlo per la Piccola Industria dell’Associazione Industriali di Novara, sintetizzano e danno voce al sentire comune della ventina di imprenditori novaresi che si sono recati a Bruxelles per conoscere personalmente un’altra Europa: non quella delle bellezze storiche, artistiche e naturalistiche, ma quella delle istituzioni, degli uffici e delle commissioni in cui spesso si decidono i destini di cittadini, imprese, nazioni.
Guidati dallo staff della delegazione di Confindustria presso l’Unione europea, che ha organizato la due giorni, gli imprenditori novaresi, fra cui molti giovani, hanno potuto toccare con mano l’organizzazione delle attività legislative, di studio e di deliberazione che si svolgono nel più famoso anfiteatro moderno del vecchio continente. Attraverso incontri con giornalisti e operatori di Confindustria e delle direzioni generali “Enterprise” e “Competition” della Commissione europea, gli imprenditori novaresi hanno acquisito informazioni utili su temi di grande importanza come il “piano Juncker”, le iniziative sulla concorrenza, le azioni dell’Ue per la competitività delle imprese, la tutela dei consumatori e del “Made in”, le politiche a sostegno delle Pmi, il nuovo “Small Business Act” e le opportunità di finanziamento per l’internazionalizzazione.
«Ci sono anche state illustrate – prosegue Francoli – le modalità di funzionamento dei programmi di finanziamento a gestione diretta e le regole di partecipazione al programma “Horizon 2020”. Durante l’incontro con alcuni esponenti politici, Massimiliano Salini, Mercedes Bresso e Alberto Cirio, si è discusso delle prospettive in Europa per il Nord-Ovest italiano e abbiamo molto apprezzato lo spirito di collaborazione che, a prescindere dalle appartenenze partitiche, caratterizza il loro impegno».
La delegazione novarese ha poi visitato la sede del Parlamento europeo, definita “emozionante” per il valore, politico e istituzionale, che riveste, e il “Parlamentarium”, dove tutti sono rimasti stupefatti dall’interattività dei dispositivi multimediali a disposizione del pubblico.
”A parte quella relativa al problema, praticamente irrisolvibile, del “doppio parlamento” di Bruxelles e Strasburgo, e dei relativi costi che impone alla Ue – conclude Francoli – non abbiamo condiviso tra noi valutazioni negative da questa esperienza. Si respirava un’atmosfera molto costruttiva, piena di un’energia e una vitalità che non vengono tramesse dalle cronache quotidiane. Ci hanno positivamente colpito anche l’eta media, relativamente bassa, la motivazione e la preparazione degli operatori: tutti segnali che fanno ben sperare per il futuro“.