
Partita inizialmente come azienda a conduzione familiare che si occupava di imballaggi per ortofrutta, Agrumaria Reggina – 100 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 130 dipendenti –, per tutelarsi rispetto alle sofferenze finanziarie che all’epoca affliggevano i propri interlocutori commerciali, decise di entrare in prima persona nella fornitura di soluzioni customizzate per i settori del food & beverage e del flavour & fragrance. Produzioni agrumate di alto profilo offerte sul mercato che includono concentrati di succo, oli essenziali e derivati, aromi ed estratti, oltre a compounds per succhi. Un cambio di rotta che ha permesso alla Pmi con quartier generale a Reggio Calabria di ritagliarsi progressivamente un ampio spazio nel campo delle bevande a base di frutta, non prima però di avere affinato l’impegno industriale attraverso tutta una serie di necessari step senza i quali non avrebbe mai potuto ottenere gli attuali risultati.
“Sì, perché ci sono voluti investimenti mirati e un lavoro certosino per comprendere le diverse richieste del mercato, lanciando definitivamente l’impresa, di cui rappresentiamo la terza generazione, in ambiti per noi fino a quel momento inesplorati come quelli della nutrition & beauty – chiarisce Paolo Chirico (nella foto in alto), presidente del consiglio di amministrazione di Agrumaria Reggina –. In sostanza ci si è aperto davanti un nuovo e interessantissimo mondo, quello legato alla preparazione della frutta, di soluzioni aromatiche per vari committenti e di una gamma di succhi destinati al mondo delle bevande. Le richieste provenienti da un mercato a dir poco esigente sono da subito state numericamente significative e ci hanno fatto capire di aver imboccato la strada giusta”.
Riscontri positivi che hanno spinto Agrumaria Reggina ad aprire un primo ufficio di rappresentanza in Algeria al quale hanno fatto seguito altri a Dubai, in India e negli Stati Uniti, mettendosi poi in gioco pure nel campo degli oli essenziali e nella creazione di aromi sempre più raffinati. “Il passo successivo è stato quello di dotarci, qualche anno fa, di un centro per la ricerca e sviluppo a Lomazzo, in provincia di Como, sede in cui attualmente lavorano una decina di persone, mentre in Egitto, nel paese quarto produttore mondiale di arance, abbiamo un altro grande stabilimento all’avanguardia e 150 dipendenti impiegati al suo interno. Quest’ultimo investimento ci ha consentito, anche grazie al supporto strategico di Simest, di consolidare la nostra posizione di leadership in Europa e nel Mediterraneo nella trasformazione degli agrumi, rafforzando al contempo il nostro ruolo come partner di riferimento per i produttori di bevande, aromi e fragranze”.

LA MATERIA PRIMA LOCALE CHE VIENE LAVORATA DALL’AZIENDA REGGINA
Da Calabria e Sicilia, sfruttando il favorevole microclima delle due regioni, vengono invece, oltre alle arance, anche mandarini, clementini e limoni, frutta tipica che l’azienda reggina impiega per soddisfare le ulteriori richieste provenienti da parecchie parti del mondo. “Al momento la nostra percentuale export, infatti, si attesta sul 75-80% del fatturato e dopo gli Stati Uniti, che sono la principale destinazione per i prodotti di Agrumaria Reggina, serviamo tutta l’Europa, il Medio Oriente, l’Africa dell’Est e l’India, paese in cui siamo molto attivi”.
Azienda Benefit a partire dallo scorso anno, nel 2027 la Pmi calabrese punta ad avere i requisiti per diventare una B Corp, certificazione a cui Agrumaria Reggina tiene ovviamente molto sulla strada di un’evoluzione sostenibile ancora più marcata. “Progetti importanti che sono centrali nel nostro modo di interpretare l’impegno imprenditoriale, il tutto con l’obiettivo di soddisfare le necessità qualitative di marchi leader a livello internazionale, garantendo pure nel lungo periodo una filiera sostenibile e consistente – spiega Chirico, che però si dichiara parecchio preoccupato per altre dinamiche in atto –. Mentre ci attrezziamo per essere una realtà sempre più al passo con i tempi, siamo infatti in forte apprensione per quanto sta accadendo nel mondo a causa dei dazi imposti dal presidente Usa Trump. Questo perché i nostri migliori clienti sono proprio negli Stati Uniti e, continuando così le cose, non avranno più motivo di venire a comprare in Italia. Di conseguenza stiamo prendendo in grande considerazione l’idea di sbarcare a breve su altri mercati”.
Espansione verso altri contesti internazionali che è poi uno degli obiettivi di breve e media scadenza di Agrumaria Reggina, intenzionata in particolare a diventare sempre più punto di riferimento per l’area del Mediterraneo. “Le leggi di mercato dicono che crescendo o si acquisisce o si viene acquisiti: quindi stiamo studiando le prossime mosse, visto che non si può stare nel mezzo perché c’è il rischio, anzi la quasi certezza, di venir sostanzialmente tagliati fuori. In più vorremmo sviluppare ulteriormente il know how aziendale, come pure dedicarci a ridurre il più possibile le emissioni di anidride carbonica nelle nostre strutture produttive”, conclude il presidente del consiglio di amministrazione di Agrumaria Reggina Paolo Chirico.

SUCCO D’ARANCIA – TEST DI LABORATORIO