Cercare di recuperare tempo e fatturato persi a causa della pandemia generata dal Covid-19 è l’obiettivo di tutte le nostre aziende. Dal nord al sud d’Italia la principale linea guida per i prossimi mesi resterà questa e perciò anche la Idnamic di Pietrelcina in provincia di Benevento – 2,5 milioni di euro di fatturato nel 2019 a fronte di 22 dipendenti – ha deciso di non chiudere i battenti nel mese di agosto. Scelta che il Ceo Claudio Monteforte si è trovato a dover proporre alla propria squadra di lavoro, nonostante sia un convinto assertore dell’importanza di “staccare la spina” in certi momenti dell’anno.
“Ricaricare le batterie serve a tutti, me compreso ovviamente, e in genere in agosto siamo sempre stati fermi per due settimane, come pure durante le feste di Natale. Stavolta, però, dopo aver perso oltre un mese e mezzo di produzione, penso proprio non ci fosse alternativa a continuare a lavorare. Tra le altre cose, abbiamo una commessa in Grecia rimasta molto indietro con i tempi e così la scelta di rimanere aperti è venuta di conseguenza”, spiega Monteforte.
Una decisione che ha trovato tutti d’accordo, con i dipendenti coscienti che, nella fase storica difficile e senza precedenti che sta attraversando il mondo del lavoro, non si potesse fare altrimenti. “Sì, tutto è stato assolutamente fatto di concerto con loro. Perché l’obiettivo comune rimane quello di riportare ossigeno all’azienda e per riuscirci hanno subito convenuto che serviva qualche ulteriore sacrificio. Nel frattempo abbiamo loro anticipato la cassa integrazione per evitare di farli soffrire eccessivamente sul piano economico”, chiarisce il Ceo di Idnamic.
Un’azienda che nell’ultimo ventennio si è strutturata per assistere le società internazionali che si occupano di impianti per l’energia eolica, gruppi a cui Idnamic offre la propria opera nel momento precedente all’istallazione delle pale che sempre più spesso vediamo svettare anche sulle colline di casa nostra. “Ci preoccupiamo di far sapere al cliente se il punto che ha scelto per il posizionamento della pala eolica è idoneo per la messa in opera della struttura. Misurando e poi analizzando i dati del vento gli spieghiamo anche qual è il tipo di macchina più adatta a quella zona, indicando la più performante, insomma, nel contesto specifico in cui ci troviamo ad operare”.
Tecnologie, come quelle usate per le torri anemometriche – che nel passato misuravano 10, 20 metri in altezza e che invece ora arrivano addirittura a 140 –, in grado di aiutare a misurare con precisione l’intensità del vento attraverso sensori di velocità, direzione, il tutto mentre delle folate vengono tracciate su un data logger anche pressione e temperatura.
Questa azienda del beneventano porta il suo impegno anche oltre confine, potendo fornire ai committenti un know how di primissimo livello. La crescita costante ha spinto Monteforte a pensare ancora più in grande in ottica futura. “Da qui a poco assumerò altre tre persone, ho già fatto i colloqui. La volontà è quella di formare una quarta squadra per poter lavorare in modo più efficiente ed efficace. Ma sempre tenendo nel dovuto rispetto questo terribile Covid-19: dobbiamo continuare ad essere prudenti, insomma”.
Questo perché il ricordo di quanto vissuto solo pochi mesi fa non è sicuramente stato dimenticato da nessuno alla Idnamic. “Marzo e aprile li abbiamo dovuti passare forzatamente a casa: il massimo che potevamo fare era rispondere al telefono. Anche perché i nostri lavori sono sparsi per l’Europa, in particolare in Spagna e Francia, tra le nazioni più colpite dal Covid-19 e così avevamo forti impedimenti per prestare la nostra opera soprattutto oltre confine – conferma Monteforte -. Alcuni clienti esteri poi, come so essere successo anche ad altre aziende italiane, ci hanno fatto una sorta di ricatto, esigendo la nostra presenza sotto la minaccia di rivolgersi ad altri”.
E a quel punto, in assenza di collegamenti aerei, con gli alberghi e i ristoranti chiusi, è entrata in campo l’inventiva italiana per cercare di risolvere il problema. “A maggio ho convocato una riunione e chiesto ai miei collaboratori se la sentissero e, dopo aver affittato ville o case isolate su portali web, siamo partiti su ruota con i nostri mezzi. Come si può facilmente immaginare non c’era altra soluzione per rispettare i tempi imposti dai committenti. Così siamo andati in Spagna, Francia e Polonia, trasformandoci pure in cuochi quando la situazione lo ha richiesto”, ricorda quei momenti con un sorriso il titolare della Idnamic.