Trent’anni di studio, progettazione e realizzazione di prodotti per rendere le operazioni di soccorso più sicure e rapide per operatori e pazienti, l’orgoglio di essere leader in un settore di nicchia, la lungimiranza di aver puntato sulle esportazioni e aver consolidato una posizione forte in Iran ben prima della fine delle sanzioni, l’attenzione alla ricerca e all’innovazione e un forte rapporto col territorio, di tutto questo ci ha parlato il presidente della Stem Ezio Menna.
La sua azienda produce sistemi per l’emergenza a 360°, da supporti barella per ambulanze e gradini rientranti per veicoli professionali, a barche da lavoro per il soccorso e l’antincendio. Da voi dipende parte dell’efficienza, della rapidità e sicurezza nelle operazioni: ne sentite la responsabilità e come condiziona il vostro lavoro?
Quando ho iniziato questa attività la mia prima sfida è stata quella di riuscire a fornire prodotti destinati all’utilizzo professionale nel campo dell’emergenza, settore in cui gli aspetti psicologici ed emotivi hanno un peso enorme e in cui l’affidabilità e la manualità dei prodotti utilizzati sono requisiti basilari. Un supporto barella che si rompe significa un’ambulanza fuori uso e tante vite salvate in meno, ancor peggio se il guasto riguarda un battello di soccorso dove possono essere a repentaglio anche gli equipaggi.
Nella fase di progettazione quest’aspetto gioca un ruolo centrale, come la capacità di adeguarsi a standard precisi. La Stem, da oltre un decennio, è membro e delegato per l’Italia del Comitato Europeo di Normazione, ovvero l’organismo che definisce le normative europee sui veicoli di soccorso: ciò comporta che siamo i primi ad attenerci a direttive che richiedono requisiti di resistenza e affidabilità particolari a difesa degli utenti finali. I nostri prodotti, prima di essere immessi nel mercato, devono rispondere a specifiche severe e superare rigorosi crash test.
Che trend di crescita ha il vostro settore? Come avete vissuto gli anni della crisi?
Nonostante il settore abbia mantenuto valori dei consumi stabili, se non in riduzione, negli ultimi anni Stem ha registrato un trend di crescita medio del 7% annuo con punte del 12%. La nostra performance è in controtendenza rispetto alle dinamiche del comparto, che è stato fortemente colpito dalla compressione della domanda interna e ha subito un calo significativo. Noi siamo riusciti a rimanere competitivi e a ottenere risultati positivi rimettendo in discussione la nostra organizzazione e sviluppando nuovi progetti. Questa fase di trasformazione è durata qualche anno e ha costituito un’imperdibile occasione per migliorare il nostro assetto fornendoci gli strumenti per fare il salto in termini di crescita dimensionale e sviluppo. Abbiamo reso la crisi un’opportunità anticipando una riorganizzazione che sarebbe comunque stata necessaria nel tempo.
Che fetta di mercato è rappresentata dal mercato interno e quanto invece pesano le esportazioni?
Esportiamo il 90% della produzione e siamo fornitori di quasi tutti i costruttori di ambulanze europei. Abbiamo compensato la riduzione della domanda interna dovuta alla crisi aprendoci a nuovi mercati come la Turchia, l’Iran, gli Emirati Arabi, la Russia e l’Asia. Voglio spendere due parole in più sull’Iran, paese che oggi, dopo la fine dell’embargo internazionale, è tornato player centrale nella business community mondiale. Noi già anni prima della fine delle sanzioni, che non riguardavano direttamente i nostri prodotti, eravamo presenti e attivi, seppur penalizzati dalla forte contrazione del mercato delle ambulanze costruite su veicoli europei. Oggi siamo in pole position e i nostri prodotti sono stati scelti per le ambulanze che il Ministero della Sanità sta acquistando per il mercato iraniano.
Quali sono le leve e i punti di forza che vi permettono di vincere la concorrenza?
Operiamo in una nicchia di mercato piuttosto chiusa, fornendo una vasta gamma di prodotti e rispondendo alle richieste dei costruttori di ambulanze che lavorano con una pianificazione a breve o brevissimo termine. La nostra forza sta nella capacità di rispondere in tempi brevi, producendo grandi quantità di merce di varia tipologia. Questo è possibile grazie a una capacità organizzativa che è una garanzia per i nostri clienti e ci permette di essere leader. Utilizziamo il modello di produzione basato sul metodo Kanban, che consente di evitare al massimo i ritardi legati a problemi di approvvigionamento, rendendo fluida la produzione.
Quanto spazio date alla ricerca e all’innovazione?
Veniamo considerati tra i leader del settore soprattutto perché siamo stati precursori di nuove tecnologie e nuovi prodotti. Investiamo il 15% del turn over in R&S. Questo la dice lunga su quanto per noi sia importante: costituisce l’attività principale per trovare nuove soluzioni che riducano i costi e migliorino le performance dell’attività di soccorso.
Abbiamo al nostro interno una divisione che sviluppa “progetti speciali”, ovvero applicazioni particolari mai realizzate prima che vanno ben oltre la customizzazione, rispondiamo alle esigenze dei clienti creando nuovi prodotti. Questo spesso porta anche a nuovi brevetti, che nascono in parte per nostra inventiva, in parte per risolvere problemi generali o necessità specifiche dei clienti.
La sezione che si occupa di nautica, per esempio, ha sviluppato il progetto di una idroambulanza per il trasporto di feriti da costa a costa, particolarmente utile per ridurre i tempi di soccorso in territori impervi. Un prodotto molto richiesto in Medio Oriente, in particolare Turchia e Iran, unico nel suo genere, il primo ad essere realizzato.
Noi progettiamo tutto e realizziamo lo scafo, la cabina, l’allestimento, la strumentazione. All’interno è inserito un supporto barella ammortizzato da noi brevettato, che rappresenta una novità assoluta a livello mondiale, in grado di assorbire gli shock della navigazione ad alta velocità.
Da poco la vostra azienda ha raggiunto i 30 anni di attività. Come avete deciso di celebrarli?
La Stem è nata nell’86 dalla costola dello Studio Tecnico Ezio Menna di cui è l’acronimo e in cui realizzavo la progettazione meccanica per alcune aziende della provincia. In quegli anni prestavo servizio presso l’Assistenza Volontaria di Collecchio che si occupava di soccorso in ambulanza: proprio da questa esperienza è nata l’idea di ammortizzare le barelle durante il trasporto, che è poi alla base di tutti i prodotti della Stem.
Il 14 febbraio abbiamo raggiunto questo traguardo importante dei 30 anni: festeggeremo in azienda insieme ai nostri dipendenti e alle loro famiglie, ai più stretti collaboratori, a tutti i distributori esteri e alle rappresentanze istituzionali di Parma e della provincia.
Agli ospiti che arrivano da fuori vogliamo far conoscere le bellezze di Parma, luoghi come il Palazzo della Pilotta, il Battistero, il duomo e il Teatro Regio.
È un modo per legare il territorio, l’azienda e la tecnica. L’impresa, infatti, vive grazie agli stimoli che le fornisce il territorio in cui è inserita.