
Quali sono i principali messaggi emersi dall’incontro di BusinessMed a Venezia lo scorso 26 marzo?
La presenza di BusinessMed a questo Forum è di grande rilevanza per la nostra organizzazione e per la nostra collaborazione con il mondo industriale italiano. L’industria italiana p un partner presente in tutti i paesi del Sud Mediterraneo e il suo know-how crea opportunità all’interno di questi, nonché possibilità di scambi.
Facilitare la condivisione e lo scambio di soluzioni pro-sviluppo, dando orientamento e concreto sostegno per condividere competenze di qualità e promozione della gestione delle conoscenze e delle reti del saper fare, ci incoraggia a organizzare più spesso “Incontri Nord-Sud”, che ci aiuteranno a comprendere meglio i mercati vicini, a collaborare insieme e ad identificare strumenti che possano facilitare il trasferimento di competenza nel Mediterraneo, sia Sud-Sud che Nord-Sud, trasformandolo in una visione comune. In questo senso BusinessMed deve acquisire e ispirarsi al know-how italiano e viceversa. La cooperazione Nord-Sud è uno strumento vantaggioso per favorire lo scambio di soluzioni per lo sviluppo e per il rafforzamento delle capacità imprenditoriali.
Come vede oggi i rapporti fra le associazioni imprenditoriali nell’area del Mediterraneo?
Da cinque anni la maggior parte dei paesi della Sponda sud del Mediterraneo sta attraversando una crisi. A causa delle “Primavere arabe” tutti i paesi ne sono stati toccati, da vicino o da lontano, ma grazie a BusinessMed la comunità degli imprenditori ne discute, si riunisce molto spesso e chiede il sostegno e il coinvolgimento dei paesi della Sponda Nord del Mediterraneo.
L’integrazione commerciale ed economica non può fare a meno di un dialogo tra le organizzazioni imprenditoriali e i poteri pubblici. Da qui l’importanza secondo BusinessMed di mettere in comune la voce delle confederazioni imprenditoriali dei paesi partner mediterranei (PPM).
BusinessMed intende quindi rispecchiare il punto di vista degli imprenditori sul tema degli investimenti e rafforzare il dialogo tra settore pubblico e settore privato.
BusinessEurope, BusinessMed e BlackseacaspianBusiness: quali prospettive intravede per il futuro dell’associazionismo imprenditoriale a livello internazionale?
Le tre organizzazioni devono stabilire una direzione di marcia con un piano di azione per il futuro. Suggeriamo che i nostri rispettivi governi partecipino all’azione di lobby del settore privato, basata sui nostri suggerimenti e sul nostro piano di azione comune.
La promozione degli investimenti deve diventare una priorità di primo piano: per facilitarla è necessario prevedere una maggiore flessibilità degli strumenti e delle procedure di supporto finanziario.
Un forte coinvolgimento del settore privato è una “condicio sine qua non” del successo del Progetto euromediterraneo ma ci sembra che le istituzioni non ne siano sempre convinte. Di contro l’insieme delle positive esperienze dei progetti Unimed1 e Unimed2, gestiti nell’ordine da BusinessEurope e da BusinessMed, mostrano invece che vi si può fare affidamento per facilitare concretamente l’integrazione euromediterranea.
Sulla base di questi progetti una nuova tappa nel rafforzamento delle organizzazioni imprenditoriali dei paesi partner mediterranei dovrebbe essere lanciata appena possibile, concentrandosi sul rafforzamento delle organizzazioni settoriali e locali, che forniscono ogni giorno assistenza quotidiana alle imprese associate.
Ed è in questa direzione che BusinessMed organizzerà un incontro di alto livello con BusinessEurope e la Commissione Europea, proprio per riprendere questa collaborazione e la gestione di un progetto comune sin dal 2015.
La sponda Sud sta vivendo una fase di profondo riassetto, alla ricerca di nuovi equilibri politici. In che misura questo può compromettere o complicare le relazioni commerciali fra i paesi?
I paesi mediterranei e i nostri partner europei devono contribuire a creare uno spazio di pace regionale insieme ai loro vicini. È in questo senso che il “Processo di Barcellona” è stato creato e che l’Unione per il Mediterraneo opera su tutta la regione e in ambedue le sponde.
L’insicurezza, le grandi mobilitazioni sociali, i sit-in e lo scoppio delle rivendicazioni sociali, che erano state contenute per numerosi anni, hanno reso più cupo l’orizzonte economico, hanno rinforzato l’attendismo e scoraggiato gli investimenti.
Ma per fare dei nostri paesi un’economia emergente del domani e un polo di crescita, è necessario metterli senza ulteriori indugi sulla strada della ripresa economica.
Nel breve e medio periodo gli obiettivi della nostra politica economica devono pertanto correggere gli squilibri macroeconomici, rilanciare la crescita, accelerare le riforme economiche e rafforzare la solidarietà e l’inclusione sociale. Per questo occorre irrobustire le relazioni tra le “business community” delle due rive per trovare opportunità di investimento.
Il know how delle imprese italiane è riconosciuto e apprezzato nel mondo. Con quali modalità intravede effettive possibilità di sviluppo di partenariati industriali?
Negli ultimi cinque anni, e malgrado la tormenta politico-economica che ha attraversato tutta la regione del Sud Mediterraneo, sono stati compiuti progressi nell’elaborazione e nell’implementazione di politiche destinate a sostenere le imprese e possiamo già riscontrare casi di successo.
Un buon “business environment” è la chiave di volta di un paese e questo l’industria italiana lo ha ben compreso. La sfida per le economie mediterranee, e in particolare per quelle che stanno conoscendo una fase di transizione politica, consiste dunque nell’elaborare e mettere in atto politiche strutturali proprio in questi tempi difficili, per cui si impongono soluzioni di breve periodo, e di farlo con l’aiuto dei paesi del Nord Mediterraneo.
Bisogna concentrarsi nel facilitare il sostegno alla formulazione di politiche a monte, principalmente la concertazione e la condivisione di conoscenze tra i decision makers, come anche nella promozione di un ambiente favorevole all’impresa, stringendo partenariati più ampi, mobilitando più risorse, accrescendo visibilità e valore della cooperazione Nord-Sud.
Le reali possibilità di sviluppo di partenariati industriali con i paesi del Sud del Mediterraneo risiedono nell’intensificare la messa in rete delle imprese e al tempo stesso dei servizi di supporto alle imprese, nel perseguire la creazione di un grande mercato industriale euromediterraneo e nell’instaurare un dialogo nei campi di interesse comune, scambiandosi le best practice.