
Presente da una cinquantina d’anni nel settore della meccanica di qualità, progettando e costruendo prodotti che facilitano la movimentazione di vari generi merceologici, Toso Conveyors – 3,5 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 18 dipendenti – può comunque vantare un curriculum industriale che data l’impegno commerciale della famiglia a partire dal 1877, quando la prima delle cinque generazioni dei Toso iniziò a muovere i primi passi nel campo della produzione di carri e carrozze. Quasi un secolo e mezzo di appassionato lavoro che ha trovato negli stabilimenti di Castelnuovo Calcea, in provincia di Asti, il sito giusto per alimentare la voglia di fare di questi professionisti della meccanica.

LO STABILIMENTO DI CASTELNUOVO CALCEA
“Un processo imprenditoriale che ci ha permesso e consente ancora di dare assistenza alla clientela con l’obiettivo di capire i dettagli da migliorare sia a proposito dei macchinari che sul metodo di montaggio – chiarisce Massimo Toso (nella foto in alto), amministratore delegato della Pmi piemontese –. Per la maggior parte delle macchine che escono da qui diamo due anni di garanzia, il doppio rispetto ad altri player del settore, anche se poi sono studiate per durare anche 10-15 anni. Il nostro successo deriva, tra le altre cose, dalla possibilità di poter disporre di un’ottima veste ingegneristica, che ci porta a puntare molto pure sul revamping di macchinari con una certa età industriale, senza però dover necessariamente demolire o buttare qualcosa. Scelta che significa pure essere in grado di non utilizzare troppa energia nell’ottica del riuso in chiave ambientalista”.
Ma quali sono le problematiche che, in un periodo storico come l’attuale, i clienti sottopongono più spesso all’azienda dell’astigiano? “Beh, la richiesta più sentita resta sempre quella di riuscire a costruire trasportatori meccanici capaci di essere il più possibile compatti e contenere al massimo gli spazi in uso in modo customizzato. Il tutto con un risultato dalla qualità garantita e che supera ampiamente quanto potrebbero mettere in campo i tedeschi, al vertice nel settore ma non certo strutturati per dare le stesse risposte legate alla flessibilità d’intervento, che sono uno dei punti di forza dell’impresa italiana. In altre parole, in parecchi casi possiamo modificare una parte della macchina senza doverla tagliare: un tailor made di primo livello, insomma”.

FASE DELLA PREINSTALLAZIONE
Passata negli anni dalla produzione di macchinari trasportatori per ambiti agricoli come i mulini, alla depurazione, al trattamento rifiuti e quanto collegato alle green tecnologies, la Toso Conveyors ha al momento un interesse particolare per il mondo della selezione dei rifiuti e degli scarti di lavorazione. “Non è certo un impegno semplice da portare avanti, in particolare per le tante variabili che esistono nella gestione dei materiali, di composizione estremamente diversa tra loro, che ci troviamo a maneggiare – spiega l’ad dell’azienda con quartier generale a Castelnuovo Calcea –. Questi sono spesso di grande volume ma di peso relativo, prodotto del quotidiano di grandi player multiservizi che si occupano di cose molto variegate. Essendo una piccola realtà dobbiamo sottostare a parametri parecchio stringenti per poter avere commesse da loro e, in genere, qualità e affidabilità sono le virtù maggiormente apprezzate, aspetti che curiamo anche attraverso l’individuazione di fornitori adeguati dal punto di vista della sostenibilità”.

NASTRO TRASPORTATORE
Mentre la percentuale export di Toso Conveyors continua ad attestarsi tra il 25 e il 30% del fatturato, con Francia e Inghilterra ad assorbire la fetta maggiore del giro d’affari europeo, gli interessi della Pmi piemontese si stanno ultimamente indirizzando pure verso il Messico ed altri mercati. Esportazioni che potrebbero subire qualche scossone con i nuovi dazi promessi dal presidente statunitense Trump. “Almeno per noi il contraccolpo diretto potrebbe essere abbastanza gestibile, discorso che non varrebbe per alcuni clienti impegnati invece sul territorio americano. In ogni caso una cosa non certo positiva”.
L’altro trend, ormai d’attualità anche in molte altre zone d’Italia, è quello legato al turnover, tema che alla Toso Conveyors provano a affrontare al massimo delle proprie possibilità imprenditoriali. “Il problema principale riguarda il fatto che, in questo momento storico, i giovani vogliono andare in aziende grandi, e non solo per motivi di crescita professionale”.
In chiave futura, infine, Toso Conveyors ha intenzione di fare un passo ulteriore verso lo sviluppo tecnologico delle proprie idee. “Il progetto a cui teniamo di più al momento è indirizzato verso il dotarci di un impianto pilota per poter eseguire in maniera diretta prove sui macchinari e rendere ancora più prestanti i nostri prodotti che si riferiscono all’universo rifiuti”, conclude l’amministratore delegato dell’azienda piemontese Massimo Toso.