Dal nascere come piccola gelateria a trasformarsi in un’azienda leader, strutturata e orientata pure verso il mercato estero, la Tonitto 1939 ha impiegato più di ottant’anni. Tempo speso per dare ancora maggiore sostanza all’idea di nonno Antonio – Tonitto per gli amici –, che si era conquistato i galloni sul campo diventando punto di riferimento nella zona del Lido di Genova, non lontano da Corso Italia. Ora la Pmi ligure – 10,5 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 35 dipendenti – è guidata dalla terza generazione dei Dovo, pronta a fare nuovi passi nell’ottica di crescere ulteriormente dopo aver spiccato il volo sotto l’impulso di Alfredo, figlio di Antonio, che scelse di allargare il campo d’azione dell’azienda anche a Lombardia e Costa Azzurra.
“A metà anni ‘90, poi, ci siamo spostati in un nuovo stabilimento di circa 700 metri quadrati che al tempo era all’avanguardia e aveva pure un buon livello di automazione al suo interno, scelta fatta anche per riuscire a metabolizzare nel modo migliore possibile il passaggio dal mondo della ristorazione a quello della Gdo – spiega Luca Dovo, amministratore delegato della Tonitto 1939 e alla guida dell’azienda insieme con il fratello Massimiliano (da sinistra a destra nella foto in alto) –. Abbiamo così deciso di entrare nel giro della grande distribuzione inizialmente all’estero, facendoci conoscere pure in Olanda, Belgio, Norvegia e Danimarca, trampolino di lancio per un successivo sbarco in Giappone, Francia, Germania e Inghilterra. Al momento i nostri prodotti sono distribuiti in una trentina di paesi, con un fatturato che vede comunque predominante l’Italia, in cui vendiamo il 55% dei gelati, sorbetti e altro confezionato negli stabilimenti aziendali”.
Oltre confine, la Tonitto 1939 si era fatta apprezzare già nel 1984, quando si decise ad aprire una grande gelateria nell’esclusiva zona di Beverly Hills, in California. A Los Angeles le cose andarono talmente bene, considerata anche la pubblicità derivante dalla frequentazione del locale da parte di attori hollywoodiani, che Alfredo Dovo fu poi paradossalmente costretto a vendere per l’eccessivo impegno che richiedeva una gelateria di quel tipo.
Tornando alla stretta attualità, l’impresa genovese adesso è invece messa alla prova dai rincari, non solo dell’energia, ma di tutte le materie prime che servono per produrre le dolcezze fredde di casa Tonitto. “La situazione non è di facile e veloce risoluzione quindi dobbiamo cercare di gestire tutto al meglio. Latte, zucchero e imballaggi hanno infatti avuto rincari nell’ordine del 50-80%, per cui il problema principale che ci siamo trovati ad affrontare riguarda il dover riversare almeno una parte di questi rincari sui nostri clienti – chiarisce l’ad dell’azienda ligure –. E, soprattutto la grande distribuzione, in genere non prende granché bene gli aumenti”.
Nel settore delle consegne, in particolare quelle extra europee, pure la Tonitto 1939 ha dovuto fare i conti con episodi commercialmente difficili da governare. “La logistica è un altro tema piuttosto delicato se pensiamo a ciò che è successo e sta ancora succedendo quando spediamo prodotti in Stati Uniti e Cina – conferma Luca Dovo –. Destinazioni verso cui inviare merce è diventato assai poco concorrenziale, visto che si è passati da duemila euro a tredici, quindicimila per la loro consegna al cliente. Chi acquista ha, insomma, costi che non aveva nemmeno lontanamente preventivato, questo dovuto pure alla ormai cronica mancanza di autotrasportatori”.
Nel frattempo, la Pmi genovese resta vigile nel campo della tutela dell’ambiente, aspetto da sempre centrale nel modo di amministrare l’azienda da parte della famiglia Dovo. “Già dai primi anni Duemila ci siamo dotati di un impianto fotovoltaico, iniziativa portata a termine quando non era così normale, come lo è adesso, produrre energia elettrica in proprio. Inoltre, facciamo molta ricerca per individuare il packaging più sostenibile: abbiamo convertito plastica in cartoncino e, dove non è possibile farlo, cerchiamo di utilizzare la plastica riciclata che acquistiamo. Tutto questo ci fa rientrare a pieno titolo nell’economia circolare, riducendo tra l’altro i consumi con pratiche virtuose avviate ormai da diverso tempo”, sottolinea l’amministratore delegato della Tonitto 1939.